Articoli / Blog | 22 Settembre 2016

L’Huffington Post – La Raggi arriva in ritardo da Malagò per il motivo peggiore: la maleducazione

Noi a Roma quando siamo in ritardo diciamo che è colpa del traffico. Lo possono dire tutti tranne chi è responsabile del buon funzionamento della circolazione: per esempio il primo cittadino di Roma non lo può dire.

Infatti la sindaca Raggi per motivare la buca data al presidente del Coni Giovanni Malagò ha addotto “motivi istituzionali”: peccato fosse a mangiare un minestrone di verdure al Ristorante Cucina romana da Dino in zona Piazza Indipendenza. E così le è rimasta la spiegazione più generica del mondo “ho avuto un contrattempo e non sono riuscita ad arrivare puntuale”, frase che non regge neppure se a dirla è lo studente che si giustifica per il ritardo alla prima ora.

Che poi la medesima persona chiami in causa “l’irresponsabilità” per giustificare la rinuncia alla candidatura olimpica della capitale del paese è, a dir poco, un ossimoro. Perché la Raggi non ha detto questo suo legittimo pensiero attorno al tavolo cui lei era attesa dalle persone che aveva chiamato a convegno ma ai giornalisti dopo che, a causa del suo ritardo, era saltato l’appuntamento con il presidente del Coni.

Giovanni Malagò uscendo ha spiegato: “Siamo entrati alle 14:23 in Campidoglio e ci hanno fatto accomodare nel salottino della sindaca. Attorno alle 15 ho chiesto per la seconda volta notizie della sindaca e mi è stato riferito che stava arrivando, aveva un incontro istituzionale con il ministro Delrio. Alle 15:07 abbiamo detto che magari se ci vuole parlare, ci dedica più attenzione e rispetto nei confronti del mondo che rappresentiamo. Ce ne andiamo perché 35 minuti di attesa sono troppi, abbiamo stravolto le nostre agende per essere puntuali e per più di mezz’ora abbiamo aspettato… è troppo”.

“Ho avuto un contrattempo” è il più comune dei luoghi comuni e i luoghi comuni sono come i proverbi: non dicono tutto ma quello che dicono è vero. Qui, quello che emerge, è semplicemente la maleducazione. Non è tutta colpa del relativismo e del deserto di valori e dei conflitti economici tra le multinazionali e i partiti: a volte il motivo è una solida e ben radicata maleducazione, tutto qui.

Non si fanno attendere le persone, si saluta quando si entra in una stanza, non si dà del tu ai grandi e a chi non si conosce, se sbagli chiedi scusa e appena possibile ripari, e così via. Piccole e poche regole che rendono una società, una “società civile”. Che rendono la convivenza desiderabile, che rendono credibile la serietà di una persona. Che rendono possibile mettere intorno a un tavolo quelli del Sì e quelli del No, quale che sia la questione.

La cortesia e l’educazione non sono inutili orpelli di un mondo ipocrita e corrotto: sono il minimo che rimane quando tutto il resto manca. E quando manca anche questo è davvero difficile ripartire.

Tratto da Huffington Post