
Loretta Conte – Lettera dedicata alle donne
Ho sempre pensato che il ruolo della donna nella società debba essere rivalutato e posto sullo stesso livello o piano degli uomini. La donna non è un essere inferiore all’uomo e né deve essergli sottomessa. E’ una persona umana che ha le stesse prerogative e status di intelligenza e creatività rispetto all’uomo. Ancora oggi la società, e talvolta anche le famiglie, emarginano le donne a compiti inferiori o domestici. Ma la sfida è ancora aperta. La ricercatrice dell’Osservatorio di Pavia Monia Azzalini nell’ultima edizione del Global Media Monitoring Project ci restituisce una realtà mediatica in cui le donne vengono rappresentate in modo marginale nell’informazione di radio,stampa e TV, anche Internet ripropone le asimmetrie di genere dai media tradizionali.
Quali sono le cause di questo divario? In che modo accrescere pratiche mediatiche che rispettino la differenza di genere?
Il Global Media Monitoring Project (GMMP) è il più ampio e longevo progetto di ricerca e di promozione delle pari opportunità nei mezzi di informazione ; è un’ associazione internazionale impegnata soprattutto nei diritti di comunicazione ed è stato avviato nel 1995 ,con la partecipazione di 71 Paesi,e si ripete ogni cinque anni. Nel 2015 è giunto alla V edizione, ampliando il campione di analisi anche ai nuovi media, siti Internet e account Twitter di testate giornalistiche, coinvolgendo 114 Paesi dislocati in tutte le macroaree geografiche del mondo.
I risultati della V Edizione del GMMP rilevano una emarginazione delle donne nell’informazione di radio, stampa e TV: a fare notizia in Italia sono soprattutto gli uomini,sia nei media tradizionali, sia in quelle digitali. Qualche passo in avanti per quanto riguarda radio, stampa e Tv sono stati fatti. La presenza femminile è aumenta dal 7% del 1995 al 21% del 2015. Ma siamo ancora al disotto della media europea del 25%. Il progresso è troppo lento, discontinuo e dismogeneo.
Nell’informazione italiana, monitorata il 25 marzo 2015, le donne superano gli uomini nelle poche notizie relative a scienze e salute. Per il resto tutte le categorie professionali più prestigiose(ad es.manager o imprenditori, avvocati o magistrati e medici) sono rappresentate prevalentemente da uomini e molte professioni hanno un volto esclusivamente maschile. Gli esperti dicono che la scarsa visibilità delle donne dipende da diversi fattori, ascrivibili più che altro alla pratica giornalistica: di solito le fonti interpellate per approfondire o spiegare una questione o un fatto sono persone autorevoli, la cui posizione sociale e professionale elevata è assunta a garanzia di competenza così le donne risultano sfavorite; oppure la scelta delle fonti ricade su persone di chiara fama pertanto le donne risultano svantaggiate da una emarginazione dei mezzi di comunicazione di lungo corso. Occorre, infine, prendere in considerazione un fattore culturale, che riguarda la minor importanza e autorevolezza, attribuita alle donne come gruppo sociale, questa importanza è strettamente collegata ai concetti di status e importanza.
Nella maggior parte della società si presume ancora che le donne abbiano uno status inferiore agli uomini.
Su Twitter (che risulta il mezzo più inclusivo) le donne che fanno notizia rimangono sotto la soglia del 30% quota 29% ,a fronte di una media globale del 25%. Anche internet ripropone le tipiche asimmetrie dei media tradizionali: le donne ottengono percentuali elevate, raggiungendo il 50% nelle notizie che riguardano scienza e salute e negli spazi dedicati a celebrità, arti, media e sport, mentre gli uomini in proporzione ottengono un po’ più di visibilità nei tweet di politica.
Nella maggioranza dei casi, le donne, nelle news online (internet) compaiono come oggetto di notizia o vittime di violenza; una donna su quattro è menzionata per essere stata oggetto di un qualche tipo di violenza.
Per quanto riguarda la presenza dei giornalisti vi è un incidenza pari al 50% sia per le giornaliste che i giornalisti.Da questa sintesi di analisi e ricerche si deduce che non vi è ancora una rappresentazione equilibrata tra uomini e donne per quanto riguarda le informazioni italiane. Le donne godono di una visibilità mediatica inferiore a quella dei colleghi e sono trascurate le voci delle numerose professioniste esperte e competenti in molti settori. La sfida è quella di far sentire queste voci e contribuire a un cambiamento significativo a differenti livelli. Le donne devono sentirsi cittadine attive anche nella scelta del voto senza accettare passivamente il consiglio del marito e del parente. Grazie alla ricercatrice Monia Azzalini dell’osservatorio di Pavia.
Qui l’ultimo intervento di Loretta Conte sul blog
