Blog / Renato Pierri | 30 Luglio 2016

Lettere di Renato Pierri – Una legge che ci appare ingiusta non può essere legge divina

 

Ad una religiosa signora frequentatrice del blog “Come Gesù”, contraria a che si dia la comunione ai divorziati risposati, sempre che questi non si rassegnino a convivere come fratello e sorella, scrivevo qualche giorno fa: «Provi a  dimostrarmi che una donna abbandonata non per sua colpa dal marito, ma per colpa solo del marito, che divorzia e si risposa con una persona buona e onesta, è colpevole agli occhi di Dio. Mi dimostri, soprattutto,  che per Dio fa differenza se la donna fa o non fa l’amore col nuovo compagno. Mi dimostri che questo sia interessante per Dio. Io sono persuaso che è interessante solo per la Chiesa, la quale basa la sua posizione su queste poco chiare parole del vangelo: “Quello che Dio ha congiunto l’uomo non separi”.  Non si comprende a quali matrimoni si riferisse Gesù. A tutti? A quelli combinati che avvenivano al suo tempo, magari ricorrendo alla coercizione? A quelli delle spose bambine in tanta parte del mondo ancora oggi?  A quelli religiosi che un giorno lontano sarebbero  stati celebrati nelle chiese cattoliche? Non si sa. E’ un discorso poco chiaro e ingiusto, al quale, chissà perché la Chiesa ha dato tanta importanza. Discorso che non può essere preso in considerazione soprattutto riguardo al coniuge innocente nell’esempio riportato».

Ma ecco la risposta della signora: «Io, di fronte alle leggi di Dio, posso dire che non sono capace di seguirle, che non ne ho voglia, che non le capisco, che non mi piacciono, non che siano ingiuste. Sulla base di cosa posso fare un’affermazione simile?».

Gentile signora, intanto bisognerebbe avere la certezza che si tratti di legge di Dio e non di legge degli uomini attribuita erroneamente a Dio. E poi: si ricorda del ritornello di una canzone di Enzo Iannacci? Recitava: “Vengo anch’io? No tu no. Vengo anch’io? No tu no. Vengo anch’io? No tu no. Ma perché? Perché no”. Un buon padre potrebbe comportarsi così con i propri figli? Proibire e non dare una spiegazione? A me non sta bene. A lei sì? Di norma Gesù dava spiegazioni. Adamo fece male a non chiedere a Dio perché mangiando dell’albero della conoscenza del bene e del male, sarebbe morto. E fece male il buon Dio a non dargli una spiegazione. Ma si sa che i primi versi della Genesi non possono essere presi alla lettera. Con un racconto di fantasia l’autore biblico voleva comunicarci alcune verità.

Una legge deve avere una spiegazione, deve essere ragionevole, sensata, soprattutto non può apparirci ingiusta. Se ci appare ingiusta, significa che non è legge divina.

Renato Pierri

 

Corrierepugliaelucania

Politicamentecorretto

Ilpasquino