Stefania Perna – Il male più grande, di don Ugo Borghello
Don Mauro mi ha chiesto una recensione di un piccolo libro: “ Il male più grande” che affronta i problemi di chi vuole vivere il Vangelo, ma di fatto, lo svuota del suo significato più bello, (cioè la contemplazione del Suo amore gratuito e per tutti), unico “ bene che può dare senso a tutti i mali del mondo”.
Ed anche il problema di una Chiesa che non offre al credente laico comune, un cammino che lo coinvolga in modo pieno, aiutandolo in questa scoperta. Procedo riportando vari passi, perché in fondo le mie parole non servono a molto, è un testo già molto chiaro e ricco di suo. Difficile da riassumere, proprio per questo!
L’autore elenca vari atteggiamenti che costituiscono questo male più grande: eccone alcuni.
1) lo scoraggiamento che deriva dall’affidare la propria salvezza alle solo proprie opere.
Gesù diceva a santa Faustina: «il mio cruccio più grande sono le anime elette che danno più importanza alle loro miserie che alla mia misericordia.”
“La nostra collaborazione alla santità non è nelle nostre opere o meriti o propositi (che sono frutti della grazia), ma nella libertà di rispondere!
Come un seme che non può essere certo prodotto dal solco, ha bisogno però che il solco si apra a riceverlo.
O come un bambino… Il bambino non sente il peso della dipendenza dai genitori. Fin che è piccolo vive una specie di onnipotenza, potendo contare sempre sulla piena disponibilità dei genitori…la filiazione divina… non è semplicemente un dono grande accanto ad altri doni, ma la fonte da cui scaturisce ogni comportamento cristiano.. Il bambino ha ricevuto gratis la vita e non deve dimostrare nulla per fare della sua vita un’avventura.”
…Capita invece di “ pensare alla santificazione come pendolo tra la grazia e la nostra corrispondenza in propositi e opere. Ma se anche ci fosse un rapporto di 99 e 1 tra grazia e merito dell’uomo, si finirebbe per far dipendere la salvezza da quell’1% che toccherebbe all’uomo. Se vanno bene le cose vuol dire che è stato bravo, se vanno male vuol dire che ha impedito alla grazia di operare. Dio sarebbe uno specchio che riflette l’agire dell’uomo.”
2) Il pensare che i cammini siano per pochi eletti
«Molti sono chiamati, ma pochi eletti» (Mt 22, 14), sono da intendere proprio quelli che hanno sentito il richiamo di Gesù a seguirlo … Eletti, nel Vangelo, sono quelli che si rendono disponibili alla chiamata.
Fa parte del male più grande confondersi sulla santità, al punto da renderla onerosa e lontana, per privilegiati. I santi non sono più bravi di noi, perché la santità non si può meritare: è operata in noi dallo Spirito Santo.
Richiede però la nostra libertà… I santi sono più furbi di noi: hanno capito che c’è una cascata immensa di amore gratuito, che basta desiderare e chiedere al di sopra di ogni altro desiderio…”
3) la lettura moralistica del Vangelo: leggerlo per capire cosa si deve fare.
“Mai riuscirò ad amare come ama Gesù!…Occorre operare ( piuttosto) sulla contemplazione della perla preziosa, cioè sul desiderio di santità come partecipazione alla vita divina…contemplare la nuova giustizia nel Regno, in cui è dato all’uomo non quello che è dell’uomo,( secondo giustizia commutativa), ma ciò che è di Dio,( secondo misericordia).
Proprio sulla coscienza del dono si gioca il passaggio dalla religione alla fede, da una lotta ascetica volontaristica alla libertà dei figli di Dio.
Se non si vede la bontà di Cristo, ben oltre il miracolo, si vanifica il Vangelo… : “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi…Voi siete puri», dove la nostra purezza è atto di Dio: il Dio che discende verso di noi ci rende puri. La purezza è un dono.
Questa esperienza spirituale è la vera novità nel cristianesimo… Agostino alla fine poteva riassumerla nella famosa formula:– concedi quello che comandi e poi comanda quello che vuoi” «Rimanete nel mio amore”… non vuol dire sforzarci di amarlo, ma contemplare il suo amore per noi e desiderarlo. Se ci confondiamo su questo cadiamo nel male più grande!”
4) Non sapere che” la salvezza cristiana non consiste nella rimozione dei mali, ma in un accompagnamento di amore in ogni situazione.
Anche i difetti degli altri diventano la più grande fortuna sulla terra, unico modo di esercitare la misericordia che riceviamo dal Padre, unico modo di mettere cielo nel nostro cuore, sulla terra e per sempre, oltre la morte. Capire bene tutto ciò può produrre in noi un pregiudizio positivo verso le persone con cui entriamo in contatto. Del resto è così che ci ama Gesù….la carità vera, è affettiva oltre ad essere effettiva”.
5) Non far crescere lo stupore.
Credo che qui l’ autore individui il motivo profondo per cui tanta formazione spesso risulti pesante o poco attraente.
“La Chiesa ci aiuta a contemplare ciò che si presuppone in ogni richiesta evangelica. …. con lo scontato, ciò che si richiede, diventa dovere morale da scansare se possibile o ridurre al minimo, (tipo la comunione una volta l’anno che per secoli ha caratterizzato la vita di tanti cattolici “praticanti”.) …. Papa Francesco parla di molti cristiani non vivono il Vangelo. … “Vecchie comari / Sgranarosari / Funzionari / Assorbiti da se stessi / …Signor e signora Piagnistei / Cristiani liquidi / Cristiani superficiali …All’origine di questi atteggiamenti c’è il venir meno dello stupore di fronte alla salvezza che ti è stata donata….. Lo stupore comincia a degradarsi, e questo è alla base del clericalismo o dell’atteggiamento di coloro che si sentono puri. L’adesione formale alle regole…prevale.”
“ Lo stupore, scrive Borghello, …si verifica quando un adolescente (o anche più grande) si sente accolto e valutato da un gruppo…che ruba il suo cuore. Se il fenomeno si può dare con qualunque tipo di appartenenza, soprattutto ideologica, tanto più dovrebbe darsi in un cammino di santità…
E come l’innamoramento decresce in buona parte, ma deve dar luogo ad un amore vero, capace di forti sentimenti, così in questo caso scema,.., ma per spingere ad una nuova conversione….La Chiesa, con le sue liturgie, con il comandamento nuovo, con le profondità e bellezze teologiche, con la vita dei santi o con l’adorazione eucaristica, è chiamata a rinnovare in noi lo stupore. Là, dove non ci riesce, fallisce, e provoca il male più grande: l’ibernazione del Vangelo.”
6) Avere dimenticato che” la chiesa-istituzione è a sostegno della Chiesa-comunione …Che l’Istituzione abbia prevalso sulla comunione fa parte del male più grande,
“..non basta essere ben convinti del primato della comunione se poi lo si lascia alla predicazione e alla catechesi senza offrire un reale cammino di santità….”
Su questo tema, ci sono pagine molto belle, perché è tema fondamentale!
Infatti…”La gente sente un richiamo alla fede, ma non ha dove viverla,. La comunione richiede una presa di coscienza, una scelta libera e decisa, un partire insieme ad altri e pertanto anche una proposta chiara… in un cammino ecclesiale reale, con altri vogliosi di rispondere alla chiamata di Gesù, legata al battesimo.
… non posso capire la sequela di Cristo se non dentro un cammino con fratelli che vivono alla sequela di Cristo. Perché ciò avvenga occorre una proposta concreta, di tipo vocazionale, legata al battesimo, ma che porti ad una scelta libera di un cammino di santità, insieme a chi già vive in comunione… Poi, dentro…, ognuno va crescendo in libertà e pertanto anche in una lotta ascetica …
..tanti cristiani desiderosi di impegnarsi e pronti ad aderire ad iniziative apostoliche anche in tante parrocchie, si fermano ad un livello… di volontariato, di preghiera che è senz’altro lodevole, ma che non ha le caratteristiche di un cammino di santità, di comunione.
Non basta parlare, esortare. Occorre proporla e camminare insieme.
Deve essere esplicitata una proposta chiara, di scelta, di sequela, di comunione forte:
DENTRO O FUORI.
Inutile parlare di un mondo nuovo, con ogni sorta di esortazione, se non si pone il fedele di fronte alla necessità di imbarcarsi in una delle navi della flotta della Chiesa che può raggiungere il nuovo mondo attraversando l’oceano.
O ci si imbarca in una nave concreta o si rimane estranei all’avventura del Vangelo.
Il dentro o fuori non esclude nessuno, ma fa discernimento sulla fede.”
Ugo Borghello, Il male più grande, Fede & Cultura