
Le Lettere di Hermes – La mia famiglia non poteva capire
Hermes continua il qui il dialogo che ha iniziato con la sua prima Lettera (riportata anche nel forum in A proposito del mondo gay)
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@ Onda
La mia famiglia non poteva capire. Mio padre cresciuto da un prozio prete, la mamama molto pudica ed entrambi volevano “affidarmi” ad una ragazza. Mi parlavano continuamente di ragazze, erano protettivi, papà più di mamma, e vedendomi timido, insicuro mi stavano sempre dietro. Quando parlai di me lui mi disse ch’era solo una fissazione e lei che se anche le ragazze non mi piacevano non per questo dovevo andare con gli uomini.
@ Dory
Una guida spirituale è importante ma ora che ho scoperto il blog “Come Gesù” sono a posto.
@ Faticatore Operaio
L’omosessualità è antica quanto il mondo ma, a secondo dell’epoca storica e dell’area geografica è tollerata, compresa, accettata, o demonizzata.
@Un Cireneo
Ti faccio notare che io non voglio proprio uscire dal mio essere gay e del resto non voglio smettere di credere in Dio perchè ritengo che le due cose siano concilianti.
@ Ambrogio
L’amore è vivere insieme in tutti i sensi. Tentazione? Occasione prossima di peccato? L’unione o c’è o non c’è E se c’è dev’essere totale. Io, gay, dovrei vivere con un uomo solo per guardarlo negli occhi? Un po’ di sesso fa bene, sempre con moderazione, ad ogni coppia sia etero che omo. Appaga la mente, il corpo e lo spirito per me non c’è antitesi tra sessualità vissuta con amore e spirito.
@ Sandokan
Mio padre diceva che la felicità non esiste, io la penso al contrario. Per me è dare un bacio all’uomo che amo e che non vive con me anche se ci si vede spesso. E se poi non si arriva all’orgasmo perchè lui ha qualche problema, che importa? Io so amare anche col cuore oltre che con i genitali. E di quest’uomo sono talmente innamorato che accetterei persino di vivere in castità con lui.
La discussione naturalmente rimane aperta, con l’invito a tutti coloro che hanno problemi simili ai miei di uscire allo scoperto. Sapeste quanto fa bene!
Un abbraccio da Hermes
P.S. Caro Don Mauro, dimenticavo di rispondere proprio a te che sei l’anima del blog e rimedio subito. Volevi capire dove mi trovo, ovvero dove abito e anche come vivo, cioè come mi mantengo; eccoti accontentato. Le origini del mio casato sarebbero addirittura germaniche ma in Italia, nel remoto ‘300 esiste già una grande famiglia a Pisa da cui vengon fuori due Beati riconosciuti dalla Chiesa. Dalla Toscana, dopo più di un secolo al Regno di Napoli da cui si dipartono vari rami di questo Casato che si dirige in Sicilia, in Puglia e in Calabria ed è proprio in quest’ultima regione che io sono nato, nella zona meridionale della Calabria. Sono un artista e come tale non sono ricco ma vivo dignitosamente grazie ad una modesta pensione di reversibilità. Per adesso credo che basti. Ti abbraccio e sono dalla tua parte, per me sei la parte migliore della chiesa, checché ne pensino i tuoi oppositori.
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Caro Hermes
ti ringrazio infinitamente di aver scelto le persone che frequentano il blog – perché ci scrivono o semplicemente perché lo leggono – come interlocutori per le tue Lettere.
Ci dai così la possibilità di vivere quanto dice il Papa in Amoris Laetitia n.250: “La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni.Con i Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione» e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita.”