Stefania Perna – Diario di Elena
Una lettrice del blog, che vuol rimanere anonima, scrive: “Ho avuto modo di leggere questo libro ancora in bozze. Certo è una testimonianza personale, ma mi sono ritrovata in tante pagine. Non sono la classica casalinga disperata, ma credo che Stefania abbia toccato temi comuni a tutte. E abbia presentato un percorso risolutivo originale, bello – anche perché vissuto – della famosa crisi dei 40. E forse, non farebbe male far leggere questo libro a qualche marito, chissà che si apra ad un pò di comprensione del mondo femminile!”. Qui di seguito la prefazione di don Giovanni Ciarcià
“La bellezza salverà il mondo” : così scriveva Dostoevskij e così ripete Papa Francesco nell’ultimo capitolo della sua enciclica: la bellezza, come motivo di speranza e come via concreta per una catarsi dalle bruttezze del mondo contemporaneo.
Certamente non la sola bellezza estetica, quanto, molto più, la bellezza di Dio che si riflette in tutto il creato, ma soprattutto nell’animo umano. Di questa bellezza si parla in questo libro.
Io come sacerdote incontro tante persone, uomini e donne e sono abituato a coglierne l’interiorità più che l’aspetto esteriore: posso dire che spesso mi accorgo che l’interiorità delle donne è molto più ricca di quella degli uomini.
Stefania non l’ho mai incontrata -la nostra frequentazione è solo epistolare- ma leggere questo libro è come guardarla negli occhi, perché è chiaro che Elena è l’autrice: anche se lei per pudore non lo dice e finge di aver letto un testo altrui ( e spero di non essere indiscreto nel rivelarlo, ma tanto quasi nessuno legge la prefazione di un libro e chi lo fa, è una persona di cui comunque ci si può fidare come di un amico!).
Affacciarsi all’animo di Stefania dà le vertigini per la sua bellezza interiore, che le ombre e i limiti -che lei peraltro non nasconde- fanno solo risaltare di più. È chiaro che è una persona che ha sofferto -impossibile evitarlo su questa terra- ma è una sofferenza accettata e perfino amata, che l’avvicina di più a Dio e a noi.
Nel libro siamo chiamati a fare con l’autrice un percorso di introspezione quasi un guardarsi allo specchio –cosa che le donne fanno anche troppo spesso, ma per lo più, solo per rifarsi il trucco- e vedervi riflessa la propria anima.
I capitoli si succedono in apparente disordine, come è disordinata la vita, illuminando ora l’uno ora l’altro angoletto di un castello interiore ricco di stanze ,nelle quali succede tutto e niente: la vita di una madre di famiglia, sposa, casalinga e professionista come tante oggi (Elena potrebbe essere chiunque) ,ma con una fede grande che fa la differenza e rende quel succedersi di giorni un’avventura epica, perché vissuta sotto lo sguardo di Dio.
Non è sempre facile perché la fede è messa alla prova dalla quotidianità più che dagli avvenimenti particolarmente avversi : il martirio –testimonianza- del quotidiano, è quello più difficile.
Quando però subentra lo scoraggiamento, Elena trova sempre la mano di Dio a risollevarla, spesso ricorrendo al Suo ministro –don Pietro- che oltre alla grazia del Sacramento, le dà anche opportuni consigli che lei medita e fa suoi.
Oggi che tante e tanti ricorrono allo psicologo -nobile professione senz’altro- andrebbe riscoperto il ruolo del confessore (una volta tutti avevano il proprio confessore, dalla regina all’ultima contadina di paese), che tanto può aiutare l’anima a capire e gestire la sua inquietudine ed insoddisfazione: entrambe “marchi di fabbrica”, segnali della nostra origine divina.
Una cena tra colleghi, un litigio in famiglia, la visita di un’amica diventano occasioni per riflettere e pregare, lottando contro la tentazione di mollare, e scivolare così, magari senza neanche accorgersene, in quella che è stata chiamata la malattia del secolo e che purtroppo attanaglia tante “casalinghe disperate”.
Un diario quindi che assomiglia ad un romanzo o ad un libro di avventure e di lotte (interiori), che si legge d’un fiato e la cui conclusione è rimandata come nelle interminabili serie televisive; perché così è la vita, imprevedibile e avvincente con i suoi alti e bassi e con un finale che è nella mente di Dio.
Quarant’anni, l’età dell’autrice, è un’età difficile soprattutto per una donna, un’età di bilanci e di rimpianti se non proprio di rimorsi.
Difficile per le donne farsi amare a tra i quaranta e i cinquant’anni: tante ricorrono alla chirurgia plastica, a diete estreme e ore di palestra, o a un trucco così pesante che diventa ridicolo.
La soluzione non sta lì, anche se l’aspetto va curato ad ogni età, ma nella vivacità (vita) interiore che si riverbera all’esterno e permette di sconfiggere gli attacchi (al marito) delle belle –ma spesso stupide- trentenni.
E gli uomini (nel senso dei maschi)?
Beh certo è un libro scritto da una donna e per le donne, ma queste, se sono furbe, lo regaleranno ai loro mariti: perché non è vero che gli uomini odiano le donne, ma è vero che non le capiscono e forse, se si affacciano almeno un poco alla loro interiorità, impareranno ad amarle pur con tutte le loro (apparenti) contraddizioni.
Sfogliamo allora insieme il diario di Elena –scrive solo di tanto in tanto, non tutti i giorni- e viviamo con lei l’avventura della vita che per un cristiano è il preludio della Vita: perché l’Eternità si costruisce nel tempo.
Stefania Perna, Diario di Elena, Áncora 2016