Blog / Lettere | 14 Aprile 2016

Lettera di Antonio Tommaso – Se stasera sono qui

Martedì 12 aprile, nel pomeriggio, ho presentato il mio libro all’Università della Terza Età, che sarebbe il feudo dei miei genitori.
Prima sono stato a pranzo dai miei, invitato da mia madre. Lei ha organizzato la presentazione, l’ha fatto per me. Tra il primo e il secondo ho capito che non mi aveva invitato per caso: ci teneva a spiegarmi un po’ di cose, a prepararmi bene alla serata, perché non le facessi fare brutte figure con i suoi amici e le sue amiche.
«Devi spiegare bene il senso del titolo del libro».
«Cioè cosa dovrei dire?» le ho risposto un po’ irritato, sperando che si rendesse conto che il libro l’avevo scritto io e che meritavo un minimo di fiducia. Ma lei non è tipo da turbarsi per così poco. Se il libro l’avevo scritto indubitabilmente io, è stata lei a “scrivere” me: questo ha sempre pensato e mi ha sempre detto. Più che la presentazione del mio libro, sarà la presentazione di suo figlio, che ha scritto un libro, alle sue amiche. Alcune le conosco da decenni e sospetto che accenneranno a episodi della mia infanzia con le loro domande. Mi vergognerò come mai in vita mia. Tutti sapranno a che età ho levato il pannolone.
«Se te lo dovessero chiedere, devi rispondere così … », e via con le sue spiegazioni.
«Mamma, ho già in mente il titolo del mio prossimo libro. Lo intitolerò “Se non fosse stato per te” e sarà la tua storia. Almeno non perderemo tempo a metterci d’accordo sul senso del suo titolo».
«Non fare il cretino, piuttosto cambiati la camicia. Non vorrai andare con quella camicia? Il colletto non ha le stecche».
«Non si sa che fine fanno le stecche delle camicie. Non ce le ho più».
«Te le trovo io. Le leviamo da una camicia di tuo padre».
Ora io non so se Shakespeare ha mai avuto questi problemi, però credo di sì. Vi faccio vedere un suo ritratto.

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Secondo voi questo colletto se l’è scelto lui? Non credo. Gliel’avrà fatto indossare sua madre, alla presentazione di “Romeo e Giulietta”.
«Peccato che non ci sia la bambina. C’è un bel pianoforte a coda e prima della presentazione la potevamo far suonare».
«Mamma, ma che cazzo c’entra?». Mi stavo alterando. «Non è il festival della famiglia Tommaso, ma soltanto la presentazione di un libro».
Mi ha rimproverato: «Sei uno scostumato, sempre a dire parolacce».
«Non sono scostumato, sono maleducato».
«Io ti ho educato benissimo». Ha i riflessi pronti, afferra al volo. Son peggiorato col matrimonio, questo voleva dire. Per fortuna mia moglie non c’era.
Mio fratello, a pranzo con noi, si è subito offerto volontario, per sostituire la bambina: «Potrei recitare una poesia introduttiva, questa per esempio». E subito inizia a recitare:
«Mamma, se fossi il sole risplendente
Ti farei coi miei raggi un bel mantello.
Sarebbe tanto ricco e tanto bello
Che passeresti altera tra la gente».
«Sei più cretino di tuo fratello e non è facile. Venderai un sacco di copie. Lucia se lo compra sicuro, perché io le ho fatto un bel regalo alla cresima di suo nipote».
«La cresima di sua nipote? E che cazzo c’entra col mio libro?»
«Stai zitto, per favore. Non capisci. Poi c’è Maria che l’accompagniamo sempre dal medico e se lo copra di certo». Vi risparmio un elenco infinito di miei futuri “lettori”. Non sono proprio certo che saranno “lettori”, a dire il vero. Saranno “compratori”, inizialmente, ma lei si accontenta. Secondo lei 30 copie saranno vendute con certezza. Una di meno e scatenerà l’inferno, in mezzo alla sala.
Per conto mio sarei felice se ne vendesse 29. Così potrò approfittare dei tafferugli per sparire senza che mi notino troppo.
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La serata è andata bene. C’erano un centinaio di persone e ho venduto i libri secondo le previsioni di mia madre. Niente tafferugli, quindi. Erano tutti molto contenti e per quasi un’ora sono rimasto a parlare con diverse persone che hanno atteso pazientemente per potermi salutare. Una signora mi ha detto che le piacerebbe essere mia amica.
Non mi aspettavo molto da questo incontro – a causa di mia madre, credo – e invece ho avuto molto. Ho fatto tre presentazioni del mio libro sinora e ho come l’impressione di aver presentato tre libri diversi: non ho mai raccontato le stesse cose.
Una signora, cantante dilettante, all’inizio mi ha dedicato una canzone: “Se stasera sono qui”. E’ stata brava.
Magari non la conoscete: ecco il link
I miei genitori erano felici.
Qui il link al mio libro