Blog / Lettere | 11 Aprile 2016

Lettera di Gigi – Un atto omosessuale è sempre peccaminoso?

Buongiorno, come va? Le vorrei porre una domanda. Io sono omosessuale e sto vivendo in castità. Ma un omosessuale che non vive in castita’ come puo’ conciliare la sua condizione di omosessuale con la sessualità? Un rapporto omosessuale non mercificato ma fatto con amore con la persona amata è sempre peccaminoso agli occhi di Dio?
Nell’ attesa di una risposta cordiali saluti.

Caro Gigi dell’aspetto “oggettivo” del rapporto omosessuale si è già ampiamente parlato nelle discussioni che hanno fatto seguito alla tua precedente lettera. Aggiungo qui che per compiere un peccato bisogna che un’azione “cattiva” sia pienamente e liberamente scelta. Come sai, per la Chiesa cattolica, in buona sostanza, una vita sessuale completa può essere vissuta solo nell’ambito del matrimonio: in base a ciò io, quando ho deciso di essere sacerdote nella Chiesa di rito latino, ho deciso di non avere rapporti sessuali. Pertanto, quando vengono da me persone che compiono atti sessuali senza essere sposati ma che vorrebbero esserlo e per i più diversi motivi non sono riusciti, io spiego loro che sono convinto che davanti a Dio siano molto meno colpevoli di me se contravvenissi al mio impegno: io infatti ho scelto la mia condizione di vita loro invece devono vivere una condizione che non hanno scelto, e questo rende tutto molto più difficile.

In questa linea fanno molto riflettere le parole che ha appena scritto Papa Francesco nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia n. 295: “In questa linea, san Giovanni Paolo II proponeva la cosiddetta “legge della gradualità”, nella consapevolezza che l’essere umano «conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita».[323] Non è una “gradualità della legge”, ma una gradualità nell’esercizio prudenziale degli atti liberi in soggetti che non sono in condizione di comprendere, di apprezzare o di praticare pienamente le esigenze oggettive della legge. Perché anche la legge è dono di Dio che indica la strada, dono per tutti senza eccezione che si può vivere con la forza della grazia, anche se ogni essere umano «avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio e delle esigenze del suo amore definitivo ed assoluto nell’intera vita personale e sociale dell’uomo».[324]

Qui una precedente Lettera di Gigi al blog