Articoli / Blog | 07 Aprile 2016

MIO n.13/Un prete per chiacchierare – L’odio non fermi la fede

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana, verrà devoluto a un signore pakistano che vive in Italia a causa di un attentato subito nel suo paese a opera di Al Qaida.
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Ciao, don Mauro. Ancora una volta i terroristi hanno colpito persone inermi. In questi momenti io, da cristiano, mi sento abbandonato da Dio e comincio a pensare di poter perdere la fede.
Lauro, Reggio Emilia

Buon giorno Lauro, a me questi momenti sembrano proprio, invece, occasioni per ritrovare la fede. Fede è abbandonarsi fermamente a ciò che ancora non si vede ma sulla cui esistenza e verità io mi gioco la vita. Se è così, va da sé che proprio questo sia il momento degli uomini di fede. Davanti a questa apparente contraddizione tra un Dio onnipotente e una umanità impotente di fronte alla violenza, tra un Dio che è amore e figli suoi che seminano odio, io capisco che questo è il momento di credere, di continuare a sperare, di aspettare, di tenere fisso lo sguardo sul campo: il grano c’è anche se la gramigna svetta. Non preoccupiamoci se ci vengono paure, delusioni titubanze. Non bisogna credere che la fede tolga le fragilità umane. Non importa che la nostra fede sia poca o tanta, forte o debole: è fede. Ci tiene liberamente legati a Dio e lui è fedele, è la fedeltà. Non lo perderemo perché Lui non ci perderà.

Salve, don Mauro. Siamo genitori di un ragazzo che, abbiamo scoperto da pochissimo, è entrato nel tunnel della droga. Lui, 17 anni, dice che si tratta solo di spinelli e che alla sua età lo fanno tutti…
Biagio e Silvia, Montecatini (Pisa)

Carissimi Biagio e Silvia, quello che più mi spaventa della droga, oggi, è quel “lo fanno tutti” perché comunica la mancata percezione di essere drogati e, anzi, di far parte di una normalità comune a tutti. È vero che fumare spinelli non è paragonabile al tunnel della droga pesante, però quanto può tranquillizzare parlare di droghe “leggere”? A 17 anni si è molto attirati dal gruppo e questo, per noi adulti, significa l’imperativo categorico di provare a fare in modo che il gruppo si arricchisca di sport, interessi, ideali, e altro – tanto altro – ancora. Lo so: è facile da scrivere e molto meno da vivere, lo so. Ma i figli ascoltano i genitori: anche se non lo fanno vedere ascoltano. Dite a vostro figlio delle vostre paure, e poi ascoltate e proponete qualcosa non a lui ma insieme a lui. Provate e fatemi sapere. Grazie e buona Pasqua.

Buongiorno, don Mauro. Per Pasqua la Tv ha mandato in onda numerosi film sulla passione di Cristo. Vorrei capire qualcosa di più sulla vituperata figura della Maddalena.
Antonella, Nuoro

Maria Maddalena non è una “figura” ma una donna, una persona con una sua storia probabilmente di peccato come tutti ma, certamente, di redenzione come pochi. Il vangelo di san Luca dice che da lei furono cacciati “sette demoni” (cfr Lc 8,2) ma questa espressione, di per sé, non significa necessariamente che si trattasse di malattia o di possessione o di peccato. Lungo i secoli la si è identificata con la donna peccatrice – cioè “prostituta” – che unge i piedi del Signore o si è anche arrivati ad identificarla con Maria di Betania, la sorella di Marta. Attualmente si tende a non confondere le tre donne – la peccatrice, la Maddalena, Maria di Betania – e a non far dire al vangelo più di quanto il vangelo dica davvero. In ogni caso la nostra fede la celebra come santa, una grande santa. Negli elenchi più antichi di santi è sempre tra le prime nominate e, in ogni caso, è chiaro che è stata la prima persona a portare l’annuncio di Cristo Risorto. Di certo era tra le donne che con i loro beni seguivano e accudivano Gesù. Grazie di avermi dato l’occasione di parlare di lei. Buona Pasqua!