Il Sussidiario.net / Il partito del Family Day?/ Adinolfi ci prova (con Ferrara), ma è solo egemonia stile Pci.
Su Il Sussidiario di oggi , 4 marzo 2016, è uscito questo articolo a firma di Maurizio Vitali
“Mario Adinolfi è pettinato come Donald Trump, solo che non è ossigenato. Tutt’e due parlano alla pancia. Donald alla pancia della vecchia America puritana e arroccata sulla difensiva perché sente più minacce che sogni; Mario alla pancia del Popolo della Famiglia. Donald non si appoggia all’aiuto di Dio, è pieno di soldi. Mario si.
L’ossigenato yankee corre per le presidenziali Usa, il borgataro nostrano vuole correre per le amministrative italiane. Unicuique suum. “Con l’aiuto di Dio e con la benevolenza della Vergine Maria, faccio un movimento per salvare l’Italia”. E vai, Mario!
Mario Adinolfi sa che manca poco al voto per la guida delle amministrazioni locali, ma “il Signore ha voluto così, la Madonna l’è stada contenta”,come mormorava mia suocera, lui si mette in lizza per salvare l’Italia dal baratro. Lui? Noi, non lui. Il popolo del Family Day. Ohibò.
Arimortis. Com’è questa storia che da un grande movimento morale e a-politico di piazza si vuole passare tosto col piattino a raccogliere voti alle amministrative?
Ripasso di storia. Referendum sul divorzio del 1974. Nessuno dei giuristi cattolici, cervello dell’operazione, si mise in testa di fare il politico: Gabrio Lombardi, che ne era l’illustre leader, continuò la sua missione di docente. Grande dignità. E i politici che tiravano le fila erano Fanfani e Almirante, mica bruscolini.
Referendum contro l’aborto: leader del Movimento per la vita era l’avvocato onorevole Carlo Casini: era già in politica, seppe in modo esemplare condurre l’azione senza strumentalizzazioni politiche, chapeau!
Il primo che pensò di fare di una battaglia ideale (contro l’aborto) la base per un partito fu Giulianone Ferrara. L’uomo ha un’intelligenza più pesante della sua stazza; ha il rigore di una formazione e di una prassi marxista ne fu Partito (avercene!), e ha trasportato tutto ciò in un rovesciamento teo-con, che conserva a mio avviso i criteri d fondo. Con tutto ciò , sbagliò i conti: il suo partito ebbe lo 0,3 per cento, cioè nulla. I no all’aborto erano stati il 32 per cento.
Giulianone ha una cultura ammirevole, il marxismo è una roba teoreticamente seria, anche nel suo rovesciamento anticomunista, penso appunto a Ferrara, a Lucio Colletti, a Pansa, e diversi altri ravveduti….solo che il marxismo, di dritto o di rovescio,ha il problema dell’egemonia. Se c’è un movimento nella società, qualcuno che lo interpreti correttamente lo dovrà guidare sul ring del potere politico, se no è inutile. Storicamente questa cosa, su cui Gramsci spremette egregiamente le meningi, riuscì solo con la violenza rivoluzionaria. Cioè in realtà non riuscì mai. In ogni caso non riuscì a Ferrara.
Adesso passiamo da Gramsci, via Ferrara, a Mario Adinolfi. La strada non è propriamente in salita. Gli riuscirà il giochino dell’egemonia, cioè dell’uso politico-elettorale della gente del Family Day, pur senza avere né la granitica ideologia di un Gramsci, né l’acume sperimentato di Ferrara?
Attenzione; Adinolfi, se si va a vedere la voce in Wikipedia, è un politico, un giornalista,e fin qui ci siamo. Ma anche un giocatore di poker di livello internazionale. Ha vinto premi e denari con l’azzardo delle carte. Lì ha dato il meglio di sé, mente onorevole lo è diventato solo perché, da primo degli eletti, gli è capitato di prendere il posto a Montecitorio di un deputato divenuto sindaco di Civitavecchia. A Mario il Gambler hanno chiesto se non ha considerato che farà la fine (politica) di Ferrara. Lui, candido: il progetto di Ferrara era tutto incentrato su un solo tema, l’aborto, e una sola persona: lui stesso. Io ho con me un popolo. Poi quel popolo, che alla famiglia e ai valori ci tiene, vota un po’l’odiatissimo Alfano, o Grillo, o Renzi, o Berlusconi, o… Lo sai Mario? Occhio a non restare come quei politici che hanno i voti dei familiari e basta. E poi, sei sicuro di avere il voto della tua prima moglie? Il divorzio non aiuta il consenso. E della seconda, sposata nella patria dei tavoli da gioco, Las Vega? Non sarà che ti voti Trump, che infatto di capelli e di battaglia per i valori ti batte alla grande?”
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Lo spazio per i commenti a questo articolo è sotto il post Blog – Il Family Day diventa partito
Giusto una riflessione.
Perché non lasciare libero un politico di fare politica,… se un sacerdote è libero di fare un blog?
Non siamo nei tempi della libertà per tutti?
Francamente trovo molto più comprensibile il politico che fa politica, del reverendo, chiunque egli sia, che si occupa di temi politici.
Dunque lasciamo libero Adinolfi di agire come meglio crede.
Anche perché peggio di come si sta andando, a livello di politica, forse non si può andare.