Blog / Renato Pierri | 16 Febbraio 2016

Le lettere di Renato Pierri / Forse la misericordia non è uguale per tutti

 

 

 

Sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi è apparso un articolo tratto da Metro, di Osvaldo Baldacci. Il giornalista scrive: “La celebre parabola evangelica del figliol prodigo – che è il filo conduttore del Giubileo – è la sintesi del senso della misericordia”. E’ il pensiero a un dipresso anche di papa Francesco, il quale quando parla di misericordia non omette mai di ricordare la celebre parabola di Luca. Nell’Udienza Generale del 13 gennaio 2016, papa Francesco spiegò: «Un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore, ma al contrario continua ad aspettarlo, e poi gli corre incontro e lo abbraccia, non gli lascia neppure finire la sua confessione – come se gli coprisse la bocca – tanto è grande l’amore e la gioia per averlo ritrovato. E poi va anche a chiamare il figlio maggiore, che è sdegnato e non vuole far festa, il figlio che è rimasto sempre a casa ma vivendo come un servo più che come un figlio, e pure su di lui il padre si china, lo invita ad entrare, cerca di aprire il suo cuore all’amore, perché nessuno rimanga escluso dalla festa della misericordia». Ho letto l’articolo di Baldacci, mi sono tornate alla mente le parole di papa Francesco, e ho pensato allo strazio dei familiari di Giulio Regeni, i quali, alla sofferenza per la grave perdita devono aggiungere lo struggimento al pensiero delle torture cui il giovane è stato barbaramente sottoposto. Bella la parabola lucana, ma potremmo ricordarla riguardo ad un eventuale pentimento dei delinquenti che hanno torturato e ucciso Giulio? Se il figlio che torna alla casa paterna non si fosse limitato a condurre vita dissoluta e a dissipare l’eredità, a commettere, in fondo, peccati non gravissimi, ma avesse torturato e ucciso innocenti, magari anche il fratello innocente, il padre lo avrebbe accolto alla stessa maniera, abbracciandolo, facendo festa, ordinando di ammazzare il vitello grasso? Io credo di no. Certamente sarebbe stato contento del suo pentimento, certamente lo avrebbe anche riaccolto in casa, ma non avrebbe esagerato nel far festa, anche per rispetto verso le vittime innocenti. Allora forse la misericordia non è uguale per tutti. Non deve essere uguale per tutti.

Carmelo Dini

 

Tratto da Politicamente Corretto

Il Pasquino