Lettera di Luigi – Mi vengono in mente volti
Da tempo, molto tempo, in forme diverse Lei, don Mauro, è presente nella mia vita. Da quando, per caso, ho letto il suo libro sul celibato che è lì, da allora, nel raggio del mio letto. Da tempo avevo intenzione di scriverle il mio grazie, di farle pervenire il mio bene e la mia stima.
Perché? Per quello che scrive, per quello che pensa, per come la racconta. Insomma per quello che lei è. Il suo articolo pubblicato oggi su HP mi ha dato la spinta.
Psicologo, psicoterapeuta, cerco di prendermi cura H24 di giovani e adulti che vivono situazioni difficili. Lo faccio, con tutti i miei limiti, tentando di stare dietro ad Uno, il Signore, che, dal mio punto di vista, ha raccontato cose meravigliose su come l’uomo dovrebbe approcciare la sofferenza e su come gli uomini dovrebbero starsi accanto condividendo il percorso della vita che parte da un punto comune, l’essere stati amati così come si è.
Ecco, mi ritengo fortunato.
Quando leggo “cose” che riguardano temi come gender, omosessualità, unioni civili, diritti, a me vengono in mente i volti di A. di 16 anni che, insieme ai suoi genitori, ha fatto un bellissimo percorso per accogliere la sua diversità dopo avere sperimentato l’allontanamento da tutti, la derisione, l’aggressione.
Mi viene in mente G. che in modo nascosto, a 35 anni vive la sua storia d’amore con L. per non “offendere” la sensibilità dei suoi genitori oramai anziani. Si è messo in gioco lui per tutelare un bene e un amore che sente grande, quello di chi gli ha dato la vita.
Mi vengono in mente volti di seminaristi che ho seguito e che confondevano l’orientamento sessuale con il celibato, l’amore con il sesso, la promessa con la faciloneria;
Mi vengono in mente volti di persone, che a prescindere dalla loro professione, dalla loro missione, dal loro credo, dal loro stato di vita, preti o suore, mariti o mogli, single, sono entrate in contatto con parti di sé profonde, come profondo è l’amore e la sessualità, come profondo è il bisogno di legami di tutela, di protezione, di condivisione, di reciprocità.
Ed entrando in contatto con quelle profondità, hanno compiuto scelte che sempre comportano impegno, responsabilità, gestione della tristezza per ciò che non si è scelto.
Mi sento fortunato perché non leggo teorie. vedo persone, vedo volti.
e penso al grande dono che Dio ha voluto farci resosi conto della nostra dure cervice: un Volto, una Vita, una Esistenza. quella di Suo Figlio.
Ma di dura cervice siamo rimasti.
e al Volto e ai volti, preferiamo crociate di idee, di teorie infondate, di leggende senza nessuna base scientifica.
Mi piacerebbe molto che prima di difendere, di parlare, di fare crociate, ciascuno avesse in mente un volto e la sua libertà. A noi spetta solo amarlo a prescindere e se è lontano dalle nostre idee, tanto di più.
Non siamo amati noi così?
e non siamo chiamati a questo come uomini che guardano ad un Volto che questo ha raccontato con la sua vita?
Grazie, don Mauro.
Continuerà a starmi vicino.
Luigi
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La tua lettera è bellissima e mi serve davvero tanto per sentirmi meno solo. Forse potrebbe aiutare anche altri se la potessi pubblicare, ovviamente anonima sia nella firma che nei nomi citati. Fammi sapere con assoluta libertà.
Un abbraccio,
don Mauro
P.S. ti riferisci all’articolo su Elton John?
Quanto mi piacerebbe poterla pubblicare, ovviamente anonima
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Per me don Mauro è molto bello avere avuto la tua risposta perché fa sentire meno solo anche me.
mi riferisco proprio all’articolo su Elton John. Sì certo, puoi pubblicarla. Il mio nome puoi mantenerlo, eviterei il cognome a tutela della persone che ho citato dei cui nomi puoi mettere le iniziali o modificare.
Pensiamoci, allora,
Luigi
Qui il link a Progetto Gionata
La lettera è bellissima? Mah, forse ha dei toni molto suadenti e improntati al sentimentalismo e persino all’estasi, però è tremendamente ambigua nei contenuti. Cosa vuol dire in concreto che “prima di difendere, di parlare, di fare crociate, ciascuno avesse in mente un volto e la sua libertà.”? Chi fa crociate? Chi è di dura cervice? In che cosa si manifesterebbe questa durezza di cervice? Chi ha in mente la sofferenza reale di un bimbo che viene deliberatamente, scientemente e programmaticamente privato del rapporto con la madre o col padre, non è pure lui uno che ha davanti un volto, un nome, una situazione reale? Quali sono le crociate? Si riferisce forse anche Luigi al Family day? Si riferisce a chi sta facendo opposizione al Senato? O a chi scrive su varie parti per spiegare i motivi della contrarietà a un disegno di legge ritenuto ingiusto e contrario al bene comune? Io non riesco a capire, Luigi, forse dovrebbe essere più chiaro.
E una domanda diretta vorrei rivolgerla anche a don Mauro: dato per acquisito che lei è contrario al Family day (quindi anche lei ha i suoi contro…) e preso atto che preferisce costruire ponti piuttosto che muri, ma sarebbe possibile sapere se lei è favorevole o contrario al ddl Cirinnà, al matrimonio tra persone dello stesso sesso o alla variante nominalistica dell’unione civile, all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali (o eventualmente solo alla stepchild adoption)? Perché io non ho trovato nulla di esplicito nelle innumerevoli volte che ha toccato l’argomento, solo puntigliose confutazioni sull’utilità e sulla condivisibilità del Family day. Potrebbe essere scontata la sua opinione, visto il ruolo e la condizione che riveste, ma, tant’è, a volte serve anche esplicitare. Grazie.
Interessante si.
Alcuni passaggi però ci interrogano. Tipo questo:
” ciascuno avesse in mente un volto e la sua libertà.
…a noi spetta solo amarlo a prescindere …
Non siamo amati noi così?”
Non credo che tutti possano aver sentito di essere amati così.
Magari lo desiderano e più o meno consapevolmente lo cercano: ma non lo trovano.
Lei lo dà per scontato, come una domanda retorica ( non siamo stati amati noi così?) ma vede questo messaggio, dovrebbe arrivare attraverso la chiesa, come istituzione e come persone.
E non credo che molti , raccontando la loro esperienza in questo campo, direbbero ” io sono stato amato così, a prescindere.”
Pensi che ci sono ambienti che non accettano chi è depresso e vogliono tra i loro, solo gente che sprizza ottimismo e vitalità. Se ha problemi, non è il caso di accoglierla ( figuriamoci se ha problemi più seri nella sfera della sessualità!).
Insomma, non generalizzi:
non parlo per me o di me,( vorrei chiarire, per evitare che tutti i commenti successivi, la buttino sul personale) ma sento solo il bisogno di difendere quei tanti che a leggere la sua mail, si sentiranno amareggiati: perché esistono criteri di selezione ovunque, ben precisi e ben codificati: altro che ” non siamo amati anche noi così:”
Mi conforta sapere che esistano persone cosi. Grazie don Mauro, questa lettera riempe il cuore e la vita, e fa sentire anche me, meno sola.
riempie…
non correggerò sempre, perchè sono i tasti che non spingono in fondo…creando continui refusi.
L’amore per il volto (per la persona)… come non lodarlo.
Ma può prescindere dalla verità?
Certo non apparenze, ideologie, teorie infondate, leggende senza nessuna base scientifica, certo.
Ma per illuminare il cammino bisogna pur esaminare dove sta la leggenda e dove la verità. Non è tutto, certo. Ma il volto lo chiede.
Ogni strada dell’uomo conduce al pensiero!
@Stefania Perna:
Una cosa è l’accettazione della persona per quello che è.
Altro è verificare l’idoneità a certi ruoli. Uno psicotico non può fare il giudice. Un omosessuale non può essere ammesso al presbiterato.
Non si tratta di rifiuto della persona, anche se spesso la persona, ingannandosi, scambia una cosa per l’altra.
“Mi piacerebbe molto che prima di difendere, di parlare, di fare crociate, ciascuno avesse in mente un volto e la sua libertà. A noi spetta solo amarlo a prescindere e se è lontano dalle nostre idee, tanto di più.
Non siamo amati noi così?
e non siamo chiamati a questo come uomini che guardano ad un Volto che questo ha raccontato con la sua vita?”
Mi sembra che sia chiarissimo il riferimento al Volto di Cristo. E che noi dovremmo guardare all’altro vedendo innanzitutto quel volto amandolo a prescindere …
Lui l’analizza dal suo punto di vista ,cioè da medico e mi sta bene,molto bene . A me ha dato una spinta in più ,nel senso che non significa che cambio idea, ma la mia idea non deve costituire l’ostacolo a vedere in quell’uomo il volto di un uomo, con tutte le sue fragilità scoprendo le quali, potrei vedere con più chiarezza anche le mie. Se una persona sta soffrendo , non l’ascolto perchè la pensa diversamente da me ? o sto li a cercare di capire dove e come potremmo incontrarci , in un dialogo aperto e accogliente. E’ chiaro che non tutti siamo disposti a farlo, perchè ciascuno di noi è diverso dall’altro …e reagisce secondo il suo teemperamento ,la sua storia, la sua esperienza e il suo modo di vivere che è dettato da ciò in cui crede .E’ più facile fermarsi a creare teorie del nulla che impegnarsi a percorrere la strada che ci porta a scoprire e vedere qualeè il vero Volto della libertà.
Bene faticatore operaio! Senza volerlo, o forse volendolo, non so, hai messo a fuoco l’ambiguità della mail ( come spiega molto bene Letterio)
Infatti tu mi hai risposto”Una cosa è l’accettazione della persona per quello che è.Altro è verificare l’idoneità a certi ruoli…Non si tratta di rifiuto della persona, anche se spesso la persona, ingannandosi, scambia una cosa per l’altra.”
Lo stesso discorso va fatto per l’accettazione di leggi di grossa portata sociale!
Riprendendo le tue parole , e completandole, diventa
“Una cosa è l’accettazione della persona per quello che è. Altro è verificare l’idoneità a certi ruoli…
ALTRO ancora , dico io, è l’accettazione di leggi di grossa portata sociale!
…Non si tratta di rifiuto della persona, anche se spesso la persona, ingannandosi, scambia una cosa per l’altra.”
@Letterio
Non è esatto dire che sono “contrario” al Family Day anche se non escludo di averlo detto magari una delle mille volte in cui ho espresso il mio dissenso (soprattutto per esempio se un giornalista mi poneva la questione nei termini: ma lei è a favore o contro). Chi è “contrario” al Family Day, nel senso che ne è antagonista, sono i gruppi LGTB che hanno organizzato piazze “contro” la piazza del Family Day.
Io ritengo che il Family Day sia stato un grosso errore perché – dico in sintesi e brevemente quello che ho ripetuto mille volte – gli organizatori del Family Day, invece di guardare alla realtà, e cioè al fatto che, come si sta dimostrando in questi giorni in Parlamento, la stragrande maggioranza degli italiani è a favore delle unioni civili, e lo è perché ne è convinta e non perché è manipolata dalle lobbies e dai mass media, si ostina a credere che quello che è sotto gli occhi di tutti sia frutto di oscure manovre. È come se tu appoggiassi tuo figlio quando, tornando a casa da scuola, ti racconta di aver preso un brutto voto a causa del complotto dei professori contro di lui e non perché ha studiato poco e male. Tuo figlio andrà sempre peggio a scuola e, crescendo, cercherà solo raccomandazioni e avrà voglia di costruire lobbies “contro”.
Infine, per quanto riguara il mio pensiero rispetto a gender, unioni civili ecc., non posso che ribadire che, essendo un prete cattolico ho le stesse idee della Chiesa Cattolica. Non le voglio esprimere perché ritengo non faciliti il dialogo, farlo. Il fatto che tu me lo chieda significa evidentemente che mi vuoi forzare a dire qualcosa che non voglio e pertanto non lo farò: così come non inizio a parlare con un vegano decandandogli la bontà del prosciutto di Parma.
Le posizioni degli organizzatori del Family Day stanno scandalizzando molti cattolici e molti non cattolici e li stanno allontanando dalla Chiesa. Io intervengo, non da solo, insieme ad altri, proprio per mostare che non si può appiattire la Chiesa Cattolica sulle posizioni del Family Day. Opero in questo modo non solo per attrarre alla Chiesa chi scappa ma anche semplicemente per costruire una società più civile in cui cresca il rispetto reciproco.
P.S: se ti era sfuggita, qui c’è la Lettera di un Cristiano semplice che è uno degli scandalizzati
Parimenti scappano anche molti scandalizzati dalle posizioni opposte.
Ci sono tantissimi credenti in fuga da una Chiesa che pare generalista e non ha il coraggio di dire le cose, magari perché, come scrive lei, “non inizia a parlare con un vegano decantandogli la bontà del prosciutto di Parma”. Certo, bisogna rispettare tutti i gusti.
Ma le sembra che i gusti e le scelte alimentari, abbiamo lo stesso peso dei temi familiari? le stesse importantissime ricadute sociali?
Secondo lei, questo atteggiamento, ( suo, ma anche di altri nella Chiesa)non scandalizza nessuno? Ne è sicuro?
quando i cuori sono aperti…il mondo vi entra con tutto il suo carico di dolore
Finalmente una lettera di un vero cristiano!!di chi conosce il Volto di Cristo negli altri;di chi tocca con mano la realta delle persone.Che bella lettera Professore Luigi!!mi rincuora pensare che in qursta societa eterosessista che pensa che sia l unica ad avere diritti;emergano persone intelligenti e veramente ctistiani non di facciata;per fortuna non è il solo;tanti la pensano come lei;compresa me.Finalmente dopo aver letto di gente;di piazze cje vogliono togliere respiro agli altri;questa lettera ê uns boccata di ossigeno puro.Che presunzione hanno avuto tanti di creare categorie di pensiero che distruggono l umanita inchiodandola a stigmatizzazioni sterili;bigotte e acide in nome di un Dio che francamente non riconosco in quello che Cristo ci ha presentato.Grazie per le sue parole Signor Luigi apprezzo tantissimo e condivido pienamente tutto.
Ho letto le righe seguenti e non son andato oltre: “Chi ha in mente la sofferenza reale di un bimbo che viene deliberatamente, scientemente e programmaticamente privato del rapporto con la madre o col padre, non è pure lui uno che ha davanti un volto, un nome, una situazione reale?”
Quanta confusione, quanta confusione, quanta confusione! Ma si può?
Sono d’accordo: se uno non vede la sofferenza di un bambino privato del rapporto con la madre e il padre c’è davvero in lui molta, molta confusione. E non pensavo si potesse!
La sofferenza di un bambino , se proprio la vogliamo mettere in questi termini, la si vedrà nel tempo. Ora vediamo visi e situazioni giocose . In ogni caso il problema sta a monte e cioè nell’uso improprio di una parte del corpo della donna, parte di cui non se ne può fare uso nè a scopo di lucro ,ne di sfruttamento ,per dare figli su commissione a chi non è in grado di darne. Comunque lo si voglia mettere, il corpo della donna è usato e quindi sfruttato per ottenere una genitorialità ,sia da parte di omo che di etero , a scapito della persona che lo porta in gestazione. Questa è la più grande sofferenza di una donna che si vuole sminuire , cancellare, oscurando la parte più bella e più sacra che è e deve rimanere inviolata, e quindi protetta da ogni manipolazione.
Giorgio Napolitano parrebbe contrario alle stepchild adoption
Sono d’accordo con Stefania. Non capisco come faccia un vero cristiano a non voler parlare chiaro. Niente steccati, niente liti, certo, ma parole chiare sì, sono indispensabili. Sembra quasi che molti preti/vescovi si vergognino di esprimere il pensiero della Chiesa! Dicono e non dicono, parlano in modo tristemente ambiguo. Il risultato è che non vedo le file davanti ai confessionali e le chiese sono vuote!
Quanta confusione, quanta inconsapevole, per fortuna, confusione!
Renato, vedrai che se ti impegni, potrai uscire dal tuo stato confusionale, consapevole o inconsapevole che sia.
Io non ho confusione, e confermo che non ritengo giusto che ci si prenda gioco delle donne utilizzandole per fare nascere bambini da dare ad altri, privando oltretutto il bambino della sua mamma . la vera grande bellezza .Questo non vuol dire che non possa crescere con una figura che non sia il suo vero padre o madre o zia e madre e padre e zio per una circostanza gioco-forza creatisi perchè rimasto orfano a causa della morte di uno o due genitori, ma per fatti naturali, non perchè una legge lo abbia deciso a priori. Questo si sarebbe discrimare i bambini.
Il legislatore è chiamato a stabilire qual è, sin dall’inizio, la condizione oggettivamente preferibile per i bambini.
@Stefania @Marina
Cerco, nel mio piccolo, di seguire l’esempio del Papa che è la persona che ora lo Spirito Santo ha donato alla chiesa. Vi siete accorte quanto sia poco amato da alcuni “veri” cattolici?
Parlavo qualche giorno fa con un parroco (non don Fabio) che mi confidava questa riflessione. “A Roma mediamente una parrocchia ha 10.000 parrocchiani, si va da 1000 a 40.000. Io posso trovarmi davanti 20 vecchiette e allora intraprendo a fare discorsi chiari e forti grazie ai quali le 20 vecchiette diventano 120 persone giovani ed entusiaste. Ma se, grazie ami miei discorsi, le altre 9880 sono scappate a gambe levate non devo forse farmi un po’ di esame di coscienza?”.
Ovviamente è un discorso tra i tanti. Nessun pastore guarda primariamente al numero, ma serve a far comprendere quali siano i termini della questione
Non avete fatto che puntare il dito sulle persone;mentre il professore Luigi non aveva fatto altro che ricordarci che bisogna amare gli altri per come sono.Basta!!!
Ìl papa nel messaggio del primo gennaio era stato chiaro e riporto le sue parole che ricalcano molto quelle del Signor Luigi.Queste parole del papa vi faranno capire se scappare o meno dalla chiesa di Cristo.La porta é aperta.Il papa ha detto e memorizzate bene tutti nelle capoccie che la minaccia per la famiglia é l indifferenza.Per Bergoglio è l indifferente é chi chiude il cuore per non prendere in considerazione gli altri;di chi chiude gli occhi per non vedere cio che lo circonda o si scansa per non essere toccato da problemi altrui.L uomo pensa di essere l autore di se stesso;della propria vita ;dellacsocieta e vuole sostituirsi a Dio.Penso come dice il papa che di fronte all indifferenza ci vuole una conversione del cuore;l indifferenza umilia è cinismo che distrugge.L indifferenza crea squilibrio sociale;pericolose scintille che possono sfociare in violenza.La solidarieta finiva il papa è virtu morale frutto della conversione personale!!questo Giubileo deve sradicare dai nostri cuori egoismi per essere seminatori di speranza;e come dice il prof.Luigi vedere.il volto di Gesu negli altri;anche negli omosessuali e dire anch io ho dato una mano perche tu Gesu sia segno di speranza.Basta veramente a questa specie di guerra tra guelfi e ghibellini
In realtà non ci sono solo le vecchiette da trasformare in giovani! Giovani e anziani sono le punte estreme…c’è anche la media età!!
E comunque i discorsi chiari appassionano sempre chi ha o si sforza di avere un animo chiaro.*Qualunque sia l’età di chi ascolta!
Vogliamo lasciare allo Spirito la gioia di scendere su gente di ogni età a suo piacimento?
Di certo le prese di posizioni ultime di tanti ecclesiastici non lo hanno fatto scendere a benedire le discriminazioni.Quelle prese di posizioni non andavano bene;la chiesa fa allontanare quando lei stessa crea recinti e non.va a cercare pecorelle smarrite;ma si schiera con.i lupi
La lettera è veramente bella. Mi ha fatto bene leggerla stamattina e ancor più bene leggerla ora a fine serata.
Stefania credo che Luigi parlasse di Dio. Credo che lui ti ami così come sei. Con l’età che hai e che non devi nè essere ottimista nè il contrario.
Faticatore, ma l’amore per il volto è amore per la verità. La verità la si incarna non nel senso che la sappiamo e quindi, per vivere in verità, dobbiamo proclamarla. Non solo perlomeno. La verità la si incarna nel senso che la si vive e quindi la si testimonia. A Roma si dice, per dire che una cosa è vera nella vita di una persona, che “ce l’ha scritta in faccia”. Luigi ha ragione. Secondo me la verità è più vicina a chi è vicino alle persone.
Sul parlar chiaro dobbiamo intenderci.
Ci sono uomini che credono che quando tutti stanno zitti dopo che loro hanno urlato le loro ragioni, è perchè la forza della verità ha fatto tacere tutti.
Invece è solo la forza sic et simpliciter e il tono di voce che li ha fatti zittire e poi andar via. Magro risultato.
Tanta della verità urlata nelle piazze, tirata addosso in post e slogan contundenti, ha fatto ammutolire o allontanare. Ma come dicevo prima è un magro risultato.
Se la verità nasce da un incontro, essere chiari ma distanti quale verità serve?
Lettera bella e umile e con un tono pacato, che fa avvicinare. Grazie
Anche il tuo commento é bellissimo!!i troll hanno cercato di rovinare la bellezza di questa lettera scritta da un uomo che vive i drammi delle persone omosessuali che conosce l umanita.Qua invece leggi sempre bella la piazza;che bello che ero in piazza!!sono cristiana checero in piazza.io ero in piazza;sono cristiana che ero in piazza e cose del genere.Memtre invece chi vive i drammi delle persone giorno per giorno;non ha bisogno di starnazzare ma ama come il professore tutti perche in tutti si riflette il volto di Dio.grazie tres
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