MIO n.3 – Un prete per chiacchierare / Quel pranzo… religioso
Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su L’Huffington Post, ilsussidiario.net, e ha una pagina di corrispondenza sul settimanale Mio. Il suo blog è Come Gesù, Abelis (Lindau) il suo ultimo romanzo, Il Signore dei Sogni (Ares) l’ultimo saggio. Il compenso di don Mauro di qusta settimanava a un polacco rapinato mentre era ricoverato in ospedale. L’obiettivo è quello di aiutarlo a tornare in patria.
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Buongiorno, don Mauro. Quest’anno mia figlia farà la prima comunione e io ho già cominciato a discutere con la famiglia di mio marito perché mi rifiuto categoricamente di festeggiare in un ristorante. Non dovrebbe essere solo una festa spirituale? Qui sembra che i sacramenti ormai siano diventati solo una scusa come un’altra per far baldoria.
Sara, Marghera (Venezia)
Prima di tutto auguri a te Sara, a tua figlia e a tutta la tua famiglia. Se non si esagera e non diventa la cosa fondamentale, ti dirò che a me il ristorante sta bene. I sacramenti sono anche segni materiali. Acqua nel battesimo, olio nella cresima e nell’unzione dei malati, il corpo degli sposi nel matrimonio, il pane e il vino nell’Eucarestia. Noi siamo corpo e anima. Avrai scelto un bel vestito per te e per lei ed è giusto così, ci si fa belli per la festa. Hai detto bene: è una festa spirituale. E una festa, dai tempi di Cana, ha bisogno pure del pranzo.
Gentile don Mauro,
vogliamo chiacchierare di Aurora, la bambina malata di tumore a nove anni di cui il settimanale Mio ha parlato la scorsa settimana? Dov’è il tuo Dio in questi casi? E quando le navi di migranti affondano, che fa? Si gira dall’altra parte?
Giulio, Rieti
Giulio ho pronte per te delle belle risposte da manuale con tante citazioni bibliche e tante parole di santi. Eccole: Dio è sulla croce con Aurora, Dio è nel lettino accanto a lei, Dio l’aspetta in cielo, Dio è le braccia della mamma e del papà. Però, Giulio, ho anche tante domande: Dio non può fare il male ma lo permette, allora è impotente? Se è onnipotente e non ferma il male, allora è cattivo? Ma allora esiste davvero? Perché una bambina ha il tumore e tanti delinquenti sono prosperi e sani? Perché esiste il dolore innocente? Perché il dolore?
Le risposte sono vere e le domande legittime: sta di fatto che il dolore resta. Allora ti parlo della mia vita, dei miei dolori e di tutto il dolore che ascolto come sacerdote, come amico e scrittore. Cosa ha fatto Dio per me e per i miei cari? Ha fatto Gesù. Ha fatto qualcuno che è stato trent’anni anni con la famiglia e con quelli del suo paesino e poi tre anni in altri paesi e città, tra le strade, con uomini e donne che lo amavano profondamente e che gli toglievano il tempo per mangiare e dormire e lo costringevano a nascondersi o a fuggire in barca per poter riposare. E so, che Gesù non ha risposto a tutte le domande che gli hanno fatto ma ha sempre ascoltato tutti. Non ha ucciso tutti i cattivi ma ha ridato la vita e la salute a chiunque gli si è avvicinato. Non ha costretto nessuno a credergli ma ha fatto in modo che bastasse anche un solo pezzetto di lui per guarire e vivere di nuovo. Ecco io so che il dolore c’è ma so anche che c’è lui e la sua presenza è sollievo e vita sempre. ”Dio c’è” c’era scritto sui muri di Roma. Dicevano che indicasse la presenza in zona di uno spacciatore e invece è il contrario. Lì dove c’è il dolore e la morte, Dio c’è. Non lascia soli. Non lo ha mai fatto.
Caro don, una curiosità: come mai hai scelto per la tua rubrica i versi di una canzone di Celentano? Sei un fan del Molleggiato come me?
Fabio, Potenza
Si. Ti confesso che moltissime sue canzoni, anche recenti, mi sembrano molto belle e poetiche. La canzone che dà il titolo alla rubrica mi è venuta in mente per i tanti lamenti che sento spesso per le chiese troppo chiuse e i preti che non ci sono. Ecco, mi è piaciuto essere tra queste pagine il prete che si può incontrare ogni settimana per chiacchierare.