
Mariangela Russo: Una riflessione di Jean Vanier / Il lupo alla porta delle nostre ferite
Loretta Conte mi chiede di condividere sul nostro Blog questa riflessione di Jean Vanier, postata da sua figlia Mariangela Russo
“Veniamo in comunità per amare e scopriamo di odiare quella persona; non la vogliamo, non vogliamo vederla, non riusciamo a guardarla negli occhi. E così che nascono dentro di noi e all’ interno della nostra comunità ogni sorta di sentimenti che spesso ci si rifiuta di riconoscere: la collera, l’odio, l’angoscia, il rifiuto dell’altro. E’ la scoperta del LUPO che c’è in ognuno di noi. Nel più intimo di noi stessi abbiamo una parte molto vulnerabile, quella legata all’ amore e alla tenerezza, una parte che viene facilmente ferita; per questo, fin dalla nostra prima infanzia, abbiamo creato dei meccanismi di difesa nei confronti della vita relazionale. La relazione la si desidera e nello stesso tempo la si teme: se ti avvicini troppo a me rischi di violare la mia intimità, diventi un pericolo per me; se ti allontani troppo da me, se non mi saluti più quando mi incontri per la strada, mi fai star male. L’amore è nello stesso tempo ciò che più cerco e ciò che più temo. Viviamo tutti questo mistero del cuore umano che ha sete e che ha paura. Così abbiamo costruito ogni sorta di protezione attorno al nostro cuore. Abbiamo messo il lupo, la nostra aggressività, alla porta della nostra ferita e della nostra vulnerabilità. Ma il lupo può rivoltarsi contro di noi e allora cadiamo nella depressione: ci colpevolizziamo perché ci sentiamo dei buoni a nulla; nessuno può amarci e nello stesso tempo ci sentiamo incapaci di amare. Allora tutte le forze di aggressione si ritorcono contro di noi […] Siamo stati tutti feriti; ecco perché abbiamo creato questo mondo d’indipendenza, di successo individuale nel quale ci si chiude agli altri. Ma è in questa ferita profonda che Dio si manifesta, perché se la comunità è un luogo di sofferenza è anche un luogo di crescita e di guarigione. Conoscere se stesso, come dice Socrate, conoscere il modo con il quale si agisce e si reagisce, significa diventare saggi ed avere la possibilità di crescere. A scuola e all’ Università si imparano molte cose, ma è in famiglia e in comunità che si impara a conoscersi e ad amare. La comunità è il luogo dei passaggi verso l’amore. E questi passaggi non sono facili: il passaggio dall’ egoismo e dal litigio all’ amore e all’ unità, il passaggio dalla paura alla fiducia, il passaggio dalla vanagloria alla gloria di Dio. Veniamo presi facilmente dalla paura: la paura del lupo, la paura dei nostri conflitti; paura dell’avvenire, paura dell’insicurezza, paura di perdere la nostra libertà, di non essere amati, paura di ciò che gli altri pensano di noi, paura del fallimento, della sofferenza e della morte. (…) Non è facile trasformarle in fiducia. Per essere trasformati bisogna fare delle scelte; dobbiamo amare la realtà perché è la fonte di tutto: la realtà del nostro corpo, della nostra vita, del nostro passato; la realtà degli altri, la realtà della nostra cultura e del nostro paese, la realtà umana così com’è, ma anche la realtà del vangelo e di Gesù. Dobbiamo avere una visione che nasce dal reale e dobbiamo ricevere la forza del Verbo che si è fatto carne, che è diventato realmente umano”.
(Jean Vanier )
Questa riflessione è stata postata da mia figlia Mariangela Russo