L’Huffington Post – Perché ho messo la bandiera francese nella mia pic
Perché ti sei fatto la pic con la bandiera francese in trasparenza? Sei un prete: dì Messa e stai al posto tuo. L’ho fatto perché a noi cristiani piace la poetica dei piccoli gesti. Ci commuovono le parole di Gesù sui piccoli, ci esalta la parabola degli ultimi.
“Poi però ma” se un cristiano “grande” – tipo un prete – fa un gesto piccolo come mettere in trasparenza una bandiera francese nella pic, una cosa che fanno tutti e che è da ultimo posto, non ci va bene. Dobbiamo dire che ci sono cose più grandi da fare, parole più importanti da dire, gesti più risolutivi da compiere.
Sui social, tra i nostri post, nei giornali blasonati, è un continuo e vicendevole rimproverarsi e additarsi: bandiera francese sì, bandiera francese no. Perché quella francese sì e quella curda no? Lo fai per moda, per farti vedere. Morti occidentali contro morti del mondo povero, bombe nostrane e bombe degli altri.
Colpa dell’Isis? No, colpa nostra. Questa bagarre da pollaio è tutta roba nostra. Sembriamo quelli al bar che guardano la partita e farebbero meglio del mister. Ho messo la bandiera francese nella mia pic. Potevo fare altro? Sì, forse l’ho fatto. Ma ho fatto anche questo. Forse non ho messo la bandiera di un altro paese precedentemente devastato. Magari non per insensibilità occidentale ma solo perché prima la funzione “cambia profilo”, non c’era o io non la conoscevo.
Una pic bianca rossa e blu è solo una goccia nell’oceano ma – per citare Madre Teresa – se non l’avessi fatto l’oceano avrebbe una goccia in meno. Le cose grandi si fanno solo con le cose piccole. Non sono parigino e non posso mettermi in fila per il sangue. Posso pregare, offrire una Messa e mettere una bandiera nella pic. Posso mettere in una stessa frase, sullo stesso piano, sacramenti e bandiere sui social? Pare che in un libro di teologia non si possa ma nella mia vita è così. Assolutamente. Sullo stesso piano. Noi uomini siamo fatti così. Siamo figli di Dio con un indirizzo in un civico terreno. Siamo fatti così. Le cose grandi possiamo pensarle o desiderarle. Per poi fare quelle piccole che sono quelle che possiamo fare davvero.
Ciascuno il suo. Gocce, appunto. Ho messo la bandiera perché è un piccolo gesto per dire ci sono, ho saputo, ho visto. Arriva a tutti. Tutto è piccolo davanti a tanto sangue e ferocia. Ma piccolo non è poco. Ci credo fermamente. Per questo ieri sono diventato a strisce bianche blu e rosse.
Tratto da L’Huffington Post
Qui il link a Papaboys
Ha fatto bene, a cambiare la pic per solidarietà alle vittime, non c’è nulla di male.
Io invece ho scelto di NON cambiarla perché voglio mostrare solidarietà anche alla Francia, ma non solo alla Francia – e nessuna bandiera, per me, significa tutte le bandiere. Parigi ha il sostegno di tanti.
Beirut non ha il sostegno di nessuno – nessuno sapeva, e se spaeva certo non l’ha postato su facebook, dei 43 morti l’altroieri al mercato.
Il fatto è che Facebook ha messo la funzione cambia profilo SOLO per la Francia e con ciò ha decretato (o semplicemente testimoniato ciò ceh tutti sappiamo), con un’azione che è squisitamente politica (per Facebook: per noi singoli è solidarietà), che i morti francesi ci fanno più impressione più di quelli curdi.
è normale che Parigi ci spaventi più di Beirut – Beirut è “lì”, Parigi è “qui”, e Roma ancora di più. è normale, ed è pure giusto.
Anche se forse è meno immediato che americani, cileni, argentini, sudafricani o australiani cambino la pic con la bandiera francese e non con la bandiera curda, libanese, afghana: per loro questi posti sono tutti egualmente lontani. Ma facebook “unisce” il mondo, e decreta che i morti francesi valgono di più dei morti curdi anche in Australia.
Con milioni di rifugiati che da “lì” vengono “qui” credo che sia ora di iniziare a considerare “lì” un po’ più “qui”, e non abituarsi a notizie come “cento morti in Burkina-Faso”, “settanta morti in Libano”, “centoventi vittime ad Aleppo”, eccetera.
E se il rendersi conto di questo passa per la pic francese, ben venga la pic francese. Se la pic francese indica dolore e solidarietà per tutti, ben venga.
Io penso che queste critiche ,appunto, a piccole cose, come il colore della bandiera per manifestare un proprio dissenso spinto da una forte amarezza , o verso il ragazzo che suonava Imagine, invece che….. fermandosi su dettagli che vanno presi per quel che sono e nient’altro, sia dettata dall’incapacità di andare oltre , e guardare al cuore del problema.
Un semplice gesto che non.cambia nulla per dimostrare il proprio cordoglio per quelle atrocita della notte parigina.Anch io l ho messa per solidarieta.Per tanti é sembrato un gesto ipocrita perche i morti sono tutti uguali;la bandiera Francese non rappresenta solo la Francia;rappresenta tutti i morti ammazzati dall Isis perche in quella sera tutti siamo stati genitori;figli e nipoti;nonni di quelle vittime come siamo stati vicini alle altre morti cristiane;russe ecc.La Francia per rappresentare una nazione che rappresenta tutte le nazioni;perche in quel momento ed in ogni momento di terrore e morti atroci di attacchi terroristici tutti siamo fratelli;russi;americani ecc…quella sera tutto il mondo è stato colpito!!tutta l umanita.Io mi sento italiana colpita dall Isis anche se ho bandiera francese sul mio viso.Il terrorismo ha colpito tutti!!tutti abbiamo avuto dei morti!!Bravo don Mauro è stato un.bel gesto di solidarieta;perche anche se nessuno di noi é francese ci siamo sentiti tutti cittadini del mondo;una condanna unanime verso il terrore che L Isis vuole farci vivere.è stato per me dire noi siamo uniti!!
Lidia condivido quello che hai scritto. Nel mio articolo, senza saperlo, c’è anche un po’ la tua posizione però è vero, sarebbe bello che Facebook desse la possibilità di solidarizzare con tutte le nazioni del mondo.
Rimane un problema: il non fare nulla che messaggio invia? Cioè, Facebook come fa a sapere che tu non cambi la tua pic con la motivazione che mi hai dato?
Comunque a Parigi sono morte persone di 19 paesi e la bandiera rappresenta tutti capito tuttiiiiiiiiiiiii
Credo che non dobbiamo rendere conto a Facebook – o meglio, agli altri utenti di Facebook – delle nostre motivazioni.
Altrimenti, la conseguenza è pensare che chi non ha messo la bandiera simpatizza con l’ISIS o non gliene importa nulla delle vittime. E come potrebbero sapere che io cambio la pic per solidarietà o perché penso “bastardi islamici ora vi facciamo vedere noi che succede a chi osa toccare un bianco ricco europeo cristiano”. Come fa Facebook a sapere che non ho cambiato la pic con questa motivazione..?
La mia pic suppongo trasmetta il messaggio che non voglio mettere la bandiera francese; se poi qualcuno vuole pensare che io non lo faccia perché della Francia non me ne importa niente, lo faccia – nel momento in cui passerò la vita pensando a cosa dicono quelli che vedono che non ho cambiato la pic, saprò di avere un problema. (Diverso è il discorso degli status: ci penso bene prima di postare qualcosa su FB. Ma la pic, proprio no. Peraltro nella mia copertina da anni c’è una foto con una citazione dall’art. 1 della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, più esplicito di così sulle mie idee si muore).
Oggi ho letto una vignetta satirica che commentava l’attacco della Francia alla Siria, oggi: “Così finalmente imparano che i morti li possono fare solo da loro, ma non da noi”. E il cordoglio universale manovrato da Facebook su Parigi, e SOLO su Parigi, anche nella sua nobiltà e purezza d’animo in tanti come lei, non fa che ribadire: finché i morti li fate in Siria va bene; ma non azzardatevi a uccidere i nostri…
Ciò detto, ripeto che secondo me cambiare la pic va bene; molto meglio cambiare la pic che postare odio. E infine, come ricorda Giuseppina, è di mort che stiamo parlando – ben venga una pic, se esprime cordoglio, solidarietà e amore.
Fa piu impressione un giornale italiano famoso che scrive attacco a Parigi bastardi islamici che bandiere su pic di facebook innocue!!perche fa nascere xenofobia nella gente!!questo è pericoloso
ci sarebbe molto da contestare a don Mauro la bandiera francese (magari associata all’inno) i quali sono simbolo di una forma politica che è nata dal massacro dei cristiani in Vandea e altrove e l’innalzamento di un potere pervicacemente anticristiano…ecco perché dovremmo mettere la bandiera con i lys (gigli) del Re di Francia e l’inno Domine, salvum fac Regem…perché quelle forme politiche erano quelle che Dio aveva scelto per il suo popolo forse più amato e che aveva consacrato a Reims.
Anch’io nonostante ciò, ho messo la bandiera al mio profilo, per simpatizzare con un paese che amo profondamente e che mi ha dato tre amici di valore e di amore, come li chiamo io.
Devo fare un warning: tutti affrontano la situazione attuale con estremo pacifismo o angelismo o con rombi di guerra su Raqqa…ciò mi fa pensare che il progetto delle elites europee è quello di mandare i nostri ragazzi a morire là, o magari anche a vincere una guerra non facile o facile, e l’ambiguità della mia previsione sta nel fatto che l’ISIS potrebbe anche sciogliersi velocemente per far transitare i suoi aguzzini tramite il territorio del suo grande alleato turco e riversarceli qui da noi, e allora le banlieues sarebbero le nuove sedi deputate dello stato islamico, e mi dispiace che nessuno riporti il fatto che le case di Seine-Saint-Denis e Seine-et-Marne siano state attenzionate come obiettivi strategici da individui sospetti…chiaramente si vuole mettere a ferro e fuoco l’Europa. Preghiamo Notre Dame innanzitutto, ma anche santa Genoveffa, santa Giovanna d’Arco, santa Caterina Labouré, san Jean Mairie Vianney, san Luigi IX Re di Francia, san luigi Grignon de montfort e tutti gli altri perché salvino il loro paese dalla trappola mortale che è stata fabbricata dai traditori interni ed esterni e perché quel paese abbia il coraggio d’amore infiammato di Giovanna d’Arco di tornare cristiano. Dio ha scelto due entità come guida d’europa: Roma, diocesi del Santo Padre e la Francia suo popolo d’elezione a guida del mondo e della civilizzazione…alla fin fine magari dopo mille sofferenze la Francia tornerà bella e non imbrattata dall’ateismo.
Fermo restando che uno fa quello che gli pare, per quanto mi riguarda ho smesso da un po’ di lanciare messaggi.
A me, devo dire, ha dato pure fastidio che il prete nell’omelia domenicale abbia parlato dei fatti di Parigi. E’ una reazione mia, non sto dicendo che non lo dovesse fare.
Forse, se fossi stato parigino, sarebbe stato diverso. Ma non sono parigino, neanche se invece scrivo su Facebook di esserlo. Dopo aver saputo dei fatti di Parigi, sono stato anch’io ad ascoltare i notiziari, col mio dispiacere. Però, a un certo punto, ho spento la TV perché mi hanno chiamato per il pranzo.
Fossi stato parigino forse non avrei pranzato, non mi sarei ricordato di pranzare. Perché quando la gioia e il dolore sono profondi, non si fanno distrarre da niente.
Per i dolori distanti, che si fanno distrarre dalla fame, preferisco dispiacermi nel silenzio. Mi sembra di non aver diritto a fare niente di più. Magari con gli amici di queste cose si chiacchiera, con gli amici che sanno che io sono andato a pranzo dopo aver visto le immagini in tv.
Ma con gli estranei preferisco tacere.
Leggendo poi alcuni commenti su questi fatti e anche riflettendo su alcune cose che leggo o vedo ogni giorno, l’idea che mi sono fatto è che un sacco di gente sarebbe atea, se non ci fossero peccatori da redimere.
che poi i peccatori da redimere sono coloro che non credono esattamente nello stesso modo in cui credono loro, perlopiù
Lidiaaaaaaa. Smack!
Pure io ho chi mi capisce, in Germania. :-)
Ognuno manifesta come vuole il proprio cordoglio anche in silenzio e pregando per le vittime degli attentati e i loro familiari che sono quelli che in questo momento stanno soffrendo più di tutti noi.Anche su Facebook dovremmo osservare momenti di silenzio e di cordoglio senza commentare e criticare con parole inutili.
A me quello che dispiace e che cerco di evitare di fare anche io, è pensare che un piccolo gesto sia piccolo.
Non è detto che dietro una bandiera sul viso ci sia la dimenticanza di tanti altri misfatti.
E’ una bandiera sul viso che dice una comunanza di sentimenti con chi ha sofferto. Perchè la bandiera e non altro? Perchè stavolta è comparsa questa possibilità a portata di click.
Cosa c’è dietro? solidarietà e sentimenti di pietà a seconda dell’animo di ciascuno.
Poco? Tanto? Non lo so ma mi sembra come questionare sulle briciole del vangelo o su quanti lebbrosi ha salvato o quante èpersone sono state resuscitati? Per quegli uomini e per i loro parenti è stato tutto quella guarigione e quella resurrezione e dovrebbe essere così anche per me, penso.
Poi certo le considerazioni globali su come fb gestisce tutto ciò, vanno benissimo, però quello che anche io avevo letto sui social è un giudizio sulle intenzioni poco “alte” di chi postava bandiere o metteva candeline accese alla finestra che mi sembrava veramente ingeneroso e sproporzionato.
Ma si Tres, io volevo solo dire perché io non l’ho fatto. Non mi vesto a lutto per lanciare un messaggio a Facebook, ma solo perché non riesco a vestirmi in nessun altro modo. Se è così, viva le bandiere francesi. Se non è così, mi metto la camicia a righe che mi ha regalato mia moglie e mi faccio una bella foto.
Ti dirò Lidia che lo stesso effetto mi fanno anche quelli che pregano e chiedono preghiere solo per le guarigioni.
Mi viene da pensare: e se tutti fossero sani, che se ne farebbero di Dio?
Non so, mi sembra che il desiderio del Cielo sia un’altra cosa. Se una persona ha mai amato qualcuno al punto di non sapere che fare di più per servirla in ogni istante, queste cose le sa.
Il Cielo è il luogo in cui posso fare per chi amo tutto ciò che qui non posso fare, perché le mie possibilità (e le mie occasioni) sono sempre inferiori al mio desiderio.
Ecco, se uno non ha mai vissuto una situazione così (e non c’entrano le malattie o i peccati) non può capire.
Copio qui quello che ha scritto Mark Zuckerberg spiegando perché hanno fatto “Safety Check” (che non è la stessa cosa della bandiera, ma ci va vicino) per Parigi e non per eventi precedenti, altrettanto gravi, avvenuti in altre aree del mondo.
“Molte persone si sono giustamente chieste perché abbiamo deciso di attivare ‘Safety Check’ per Parigi e non per gli attentati a Beirut (dove sono morte 43 persone il giorno prima dell’attentato nella città francese, ndr) o in altri luoghi. Fino a ieri, la nostra policy era quella di attivare questo servizio solo per i disastri naturali. Ma poi abbiamo cambiato idea e abbiamo deciso di farlo funzionare anche per le tragedie umane”, si legge nel post. Zuckerberg ha ringraziato chi si è posto questa domanda: “Avete ragione sul fatto che ci sono tanti altri importanti conflitti nel mondo”.
Qui il resto dell’articolo http://www.huffingtonpost.it/2015/11/16/facebook-attiva-safety-check-per-parigi-no-beirut_n_8573254.html
La discussione prosegue nel thread Articoli su quotidiani nazionali ecc.
La mia bisnonna è stata sempre vestita a lutto. Così la ricorda mia madre. Perse i suoi tre figli maschi, in giovane età, in circostanze tragiche. Quarant’anni di lutto. Ma non lo faceva per nessuno.