Audio & Video / Blog / Lettere | 16 Novembre 2015

La Lettera di Elisabetta Galli – Per favore, potete pregare per il mio cane Django?

I bambini e le bambine dicono ai preti di pregare per Fuffi, Rex o Briciola che sono il cane e il gatto che sta male o che si è perso e non si trova più. Sono richieste che da grandi ci dimentichiamo di rivolgere a Dio ma invece appartengono alla grande tradizione cristiana. La Laudato Si non nasce nel deserto. Sant’Antonio Abate benedice da secoli animali e non so come sarebbe andata a finire tra la donna siro fenicia e Gesù se di mezzo non ci fossero stati dei cani che mangiavano le molliche cadute dalla mensa (cfr Mt 15,27). Viste le lotte che stanno esplodendo tra noi uomini a proposito di Parigi – bandiera sì bandiera no, guerra sì guerra no – forse è meglio se parliamo di dolore e di amore passando da un cane: dal dolore e dall’amore di Elisabetta Galli e della sua famiglia per lui.

Django è il mio cane. Il 18 novembre è tre mesi che è il mio cane. L’ho preso al canile di Roma, gabbia C3. All’inizio nella gabbia attaccati alle sbarre si vedevano solo due cani adulti. Poi da dietro è spuntato lui che si è messo seduto in seconda fila. Nel corso della giornata avevo visto moltissimi altri cani ma lui lo avevo scelto fin da subito, e lui è stato.
Le operatrici del canile erano restie a darmelo perché ho una famiglia numerosa: quattro figli più mio marito e due gatti. Un cane maschio futura taglia grande non era adatto a noi, troppi e tutti inesperti.
Però io mi ero presa subito con quel cane anche se non lo avevo toccato né nulla, perché è proibito mettere le mani tra le sbarre delle gabbie. Io non sono un tipo poetico ma con quel cane mi ero presa fin da subito.
Siamo tornati a casa senza cane e litigando. Le terribili previsioni canine fatte dalle operatrici ci avevano spaventato
Alla fine però il cane è nostro. Django, l’abbiamo chiamato. Come il film di Quentin Tarantino.
Martedì, Django ha avuto un’operazione molto importante alle anche perché aveva un problema congenito: un problema che non conoscevo, al canile non me ne avevano parlato e forse avrebbero dovuto perché la sua malattia è tipica dei cani di taglia grande.
Ora, da venerdì è peggiorato: il decorso post operatorio non sta andando bene. Potete pregare per lui? Django soffre e io con lui, e tutta la famiglia con lui.
Io non sono un tipo poetico e non riesco a parlarvi del mio rapporto con lui e di quello che questo cane mi ha insegnato sull’amore, la sofferenza, l’avere un padrone, l’essere ultimo, servire per amare e tante altre cose che sono umane ed evangeliche. Tutte cose cristiane di cui avevo sentito parlare e che ora ho visto in lui.
Fino a pochi mesi fa avrei detto che è assurdo scrivere così ma ora dico che c’è qualcosa di questi grandi sentimenti, di queste grandi virtù, che Django mi ha fatto vedere senza parlare.
Facendo semplicemente il cane.