
L’Huffington Post – Perché penso che Papa Francesco darà la comunione ai “divorziati risposati”
A tre giorni dalla chiusura del Sinodo mi soffermo qualche minuto sul problema della comunione ai divorziati risposati per dire che non concordo con chi dice: dopo tante attese la montagna ha partorito il topolino.
La questione della comunione ai divorziati risposati è dolorosa perché i cristiani sanno che norma prossima dell’azione morale è il dettame della coscienza.
Ogni cristiano è consapevole che per il Vangelo il matrimonio è indissolubile e non è in potere della chiesa cambiarlo (Gesù addirittura si rifà alla Genesi). Il problema nasce – ed è particolarmente doloroso – allorché un cristiano formalmente sposato in chiesa sa che il proprio matrimonio è “nullo”, cioè inesistente, ma Tribunali, Rote e leggi non riescono a prenderne atto.
Il Papa ha dato molti segnali che vanno nella direzione di cercare degli snellimenti procedurali che consentano, in modo veloce e allo stesso tempo serio, di superare lo iato esistente tra coscienza e giudizio ecclesiale in cui troppi cristiani sono costretti a vivere. Chi scoraggia questi tentativi insinuando che si voglia minare l’indissolubilità, probabilmente non ha conoscenza diretta dei tanti casi di cui qualsiasi semplice pretepotrebbe loro parlare. Forse per questo il Papa ha voluto che partecipassero al Sinodoanche dei parroci qualsiasi.
Chi si sposa in chiesa poi divorzia ma non crede, non desidera fare la comunione. Chi si sposa davvero e divorzia, poiché sa quanto ho detto sopra – che il matrimonio celebrato è indissolubile – se ne assume con dolore le conseguenze perché nessuno gioca con la propria coscienza. Invece chi si è formalmente sposato ma nel cuore è consapevole di non averlo fatto perché non aveva la maturità sufficiente, non si era accorto che è per tutta la vita, lo ha fatto per convenienza sociale, viene escluso dall’eucarestia ma non capisce perché. E qui il dolore diventa lancinante.
Sono poche queste situazioni? Io credo che quando noi pensiamo a qualcuno che vuol fare la comunione e che è un “divorziato risposato”, in realtà quasi sempre stiamo pensando non a “divorzi” ma a “matrimoni nulli”. E se sono matrimoni nulli, il secondo non è un “nuovo matrimonio” ma è un vero matrimonio. Esagero? Forse no.In un’occasione Papa Francesco, citando il suo predecessore a Buenos Aires, ha detto che i matrimoni nulli potrebbero essere addirittura la metà di quelli celebrati.
Il fatto è che bisognerebbe usare di più le virgolette. Perché spesso, non di divorziati risposati si tratta, ma di persone coinvolte a diverso titolo in matrimoni nulli che però non sono dichiarati tali dall’autorità ecclesiastica. Cioè sono matrimoni la cui nullità non è visibile alla chiesa e per la chiesa.
Il Sinodo è finito domenica e a breve seguirà il consueto documento del Papa (l’Esortazione Apostolica Post-sinodale). Io sono personalmente convinto – come Eugenio Scalfari – che Papa Francesco troverà il modo di dare quella che giornalisticamente e senza virgolette viene definita la comunione ai divorziati risposati, ma che altro non è se non rendere visibili tanti matrimoni nulli. Ho questa convinzione perché il Papa ha manifestato molte volte la volontà di trovare, non una scorciatoia per saltare l’indissolubilità del matrimonio – che anzi ha ribadito con molta forza – , ma gli snellimenti procedurali necessari per saldare la forbice tra il giudizio di coscienza degli interessati e quello della chiesa.
Ci sono in tal senso molte sue frasi e dichiarazioni, ma soprattutto i due Motu Propri dell’8 settembre “Mitis Iudex Dominus Iesus” e “Mitis et misericors Iesus. Sono certo che proseguirà su questa strada. I punti 84, 85. e 86. della Relazione gli aprono la porta. Molti hanno scritto che il punto 85. – quello che sottolinea come ciascun uomo sia un caso particolare – è stato approvato con un solo voto. In realtà è un solo voto per arrivare alla maggioranza qualificata dei due terzi: quindi è due terzi più uno, non cinquanta più uno come in genere si ritiene. Pensiamo quali riforme potremmo fare in Italia con una maggioranza dei due terzi più uno. Bisogna aggiungere, inoltre, che non tutti quelli che hanno votato contro l’hanno fatto perché era “troppo”: per alcuni era “troppo poco”.
Anche per questo credo che il Papa ce la farà. Perché il suo sentire è il medesimo della chiesa (e non potrebbe essere diversamente visto che il vescovo di Roma è proprio principio visibile dell’unità della Chiesa). Mentre l’indissolubilità del matrimonio è di diritto divino, e quindi un cattolico sa che la chiesa non può intervenire a cambiarla, il modo in cui viene verificata l’inesistenza di un singolo matrimonio formalmente avvenuto, è di diritto ecclesiastico. Cioè la modalità non si trova nel vangelo ma nei decreti della Santa Sede.
Si tratta di trovare il modo di rendere semplice la visibilità, anche ecclesiale, del giudizio di coscienza di quanti ritengono che il loro matrimonio in verità non sia mai esistito. Quindi non si tratta di “annullare” qualcosa che è esistito, ma di “dichiarare nullo” (cioè non esistente) qualcosa che non c’è mai stato.
Attualmente quando una persona formalmente sposata dice al confessore di essere convinta che il proprio matrimonio non è mai esistito la sua parola non basta: deve mostrare la sentenza del Tribunale Ecclesiastico. Il prete che ascolta non può comportarsi come negli altri casi, cioè quando semplicemente si fida della coscienza dell’interlocutore. E questo è strano. Perché in realtà la coscienza è sempre la norma ultima dell’agire morale. Anche in negativo. Per esempio se io mi confesso di un peccato di cui non sono per nulla pentito, anche se ricevo l’assoluzione sacramentale non sono perdonato. Se un tribunale dichiara nullo un matrimonio che però i protagonisti sanno essere valido, quel matrimonio continua ad esistere anche se c’è la sentenza di nullità. È così perché quello che c’è tra me e Dio lo sappiamo solo io e Dio. Tra le cose umane, se il tribunale permette la rescissione del contratto quel contratto non c’è più, ma tra me e Dio non funziona così. Conta la mia coscienza.
Sono certo che Papa Francesco troverà il modo di far coincidere il giudizio di coscienza con quello ecclesiale perché stare a lungo in dubbio, appesantiti dal credere in coscienza qualcosa che però non è accettato pubblicamente nella propria Chiesa pesa, pesa terribilmente. E spinge ad allontanarsi da Dio, dalla Chiesa e dall’uomo. E a fare tante sciocchezze.
Tratto da Huffington Post
Qui il link a Papaboys con il titolo “Il Papa e la Comunione ai matrimoni nulli”
Io ho fede in Dio. Io spero che lo Spirito Santo illuminerà il Santo Padre Papa Francesco che troverà il modo di consolare la sofferenza dei “divorziati risposati”. La Divina Misericordia accoglierà con Carità e Verità tutti i figli feriti che hanno bisogno del suo Santo Farmaco, la Santa Eucaristia. Gesù confido in te.
Chi_cerca: hai idea di quanto sei stata importante nella stesura di questo articolo?
penso d’avercela questa idea. ma per me vale anche l’idea che io e mio marito rappresentiamo, con la nostra esperienza, i tanti che vivono il loro stato come lo viviamo io e mio marito. penso che dare la Santa Eucaristia a chi si impegna a trasformarla subito in Carità va ben oltre del timore che dare la Santa Comunione ad una coppia irregolare sia abbassare la guardia sull’indissolubilità del matrimonio. io e mio marito crediamo nell’indissolubilità del matrimonio, crediamo nel fin che morte non ci separi, crediamo nell’amore per sempre, crediamo nella presenza di Gesù nella Santa Eucaristia, crediamo che il nostro sia il vero matrimonio e quello che lui ha contratto nel 1990 è un matrimonio nullo perchè viziato da circostanze che evidenziano la mancanza di maturità nei confronti della comprensione di cosa è il matrimonio sacramento, perchè non c’è stato il necessario discernimento perchè i due comprendessero l’impegno che prendevano davanti a DIO. io e mio marito ci siamo impegnati a conoscerci, io un pò più di lui perchè sono un carattere solare mi sono impegnata a capire cosa stavo facendo di questo ne dono merito allo Spirito Santo che mi ha guidata, che ci ha guidato e continua a guidarci. Grazie Don Mauro, il Signore ti benedica e renda fruttuosa sempre più la tua opera e l’opera di tutti i sacerdoti che sono docili all’azione dello Spirito Santo ed alla Divina Misericordia, che sono nella Carità con Verità. TANTO BENE.
Il semplice giudizio di coscienza non basta a spianare la strada alla comunione eucaristica, questo il Magistero l’ha ribadito più volte. E nemmeno può bastare il giudizio del confessore o del direttore spirituale, perché a confessarsi o a dirigersi spiritualmente ci va il singolo, ma il vincolo matrimoniale concerne due persone e l’altra non può essere raggiunta dagli effetti di un atto singolarmente rivolto all’una. Ci vuole un giudizio di un terzo nel contraddittorio (almeno tentato) tra le parti in causa. Che poi questo giudizio sia una sentenza di un Tribunale o un verdetto del vescovo o di un suo delegato pastorale si può discutere. Lo disse bene il card. Ratzinger nel suo libro intervista a Seewald nel 1996: “in futuro si potrebbe anche arrivare ad una constatazione extragiudiziale della nullità del matrimonio. Questa potrebbe forse essere constatata anche da chi ha la responsabilità pastorale sul luogo”.
Ma il semplice giudizio di coscienza non basta.
Chi-cerca hai scritto qui e nel forum cose molto belle.
Io penso che le persone che più mi hanno insegnato sono quelle che mi hanno testimoniato quello che mi raccontavano.
Io affiderei a chi-cerca la pastorale familiare della parrocchia soprattutto nella preparazione al matrimonio. A lei e ad altri come lei che sanno parlare dell’amore come ha fatto lei. La strada che lei ha percorso è diversa? I frutti sono molto buoni. Mi basta.
E’ come per la purezza, le parole più belle le senti anche da chi l’ha scoperta tardi.
Gesù si fidava dell’uomo. Lasciava a noi di dirimere le questioni legali, chiedeva a noi chi eravamo, che avevamo fatto, se qualcuno ci aveva condannati, chiedeva a noi se lo amavamo. Si fida di quello che esce dalla nostra coscienza anche se lui può guardare il nostro cuore. E io credo che lo faccia anche ora. Discernimento. Gesù si fida di noi e noi ci fidiamo?
Chi-cerca, grazie per la tua presenza,ricca e bella che ci riempe di speranza. Ruggero ha ragione ,non basta ( anche se è alla base di tutto il percorso il confessore o il direttore spirituale), anche se ne costiuisce il passo fondante per procedere nel discernimento del verità profonda delle persone in causa.Il giudizio di terzi è fondamentale, “il modo in cui viene verificata l’inesistenza di un singolo matrimonio formalmente avvenuto, è di diritto ecclesiastico. Cioè la modalità non si trova nel vangelo ma nei decreti della Santa Sede”.Un organo che sia super partes, che abbia il potere di emettere un giudizio pubblico. Altrimenti è il caos.E ricordo ancora quanto sopra riportato “…. i matrimoni nulli potrebbero essere addirittura la metà di quelli celebrati”.Allora si persone come Chi-cerca dovrebbero avere in mano i corsi di preparazione al matrimonio, di corsi ai fidanzati…prevenire è sempre meglio che combattere.
Oltre a condividere in pieno le parole di don Mauro, porto una riflessione scaturita ieri in parrocchia durante la riunione catechisti – educatori. Si analizzavano con il nostro parroco le linee guida indicate dal vescovo in attesa della pubblicazione ufficiale del documento diocesano sulla catechesi. Il nostro vescovo si è preoccupato di sottolineare che bisognerà attendere la maturazione dei bambini prima di amministrare loro i sacramenti della prima confessione e della prima comunione. A questo punto mi sono chiesto e ho chiesto al parroco se non sia ancora più urgente applicare lo stesso metro ai fidanzati che si preparano al matrimonio, Non basta la “burocratica” presenza a 10, 15, o 20 incontri per la maturazione di una coppia, è necessario che il sacerdote abbia il coraggio di parlare chiaro, meglio non ammettere al matrimonio che ritrovarsi poi un matrimonio nullo con tutto ciò che ne consegue.
Copio dai diversi post di facebook (Huffington, Come Gesù) alcuni commenti che mi sembrano i più significativi:
– La Comunione Spirituale è molto degna in questi casi. Perche la verità è solo UNA, quella che insegna Nostro Signore Jesucristo.
– Quindi padre le pensa che il papa darà la Comunione ai divorziati? Se la chiesa è la sposa di Cristo questo non avverrà, perché Dio non va contro se stesso e contro il suo volere
– Ho capito!!!, grazie per la chiarazione, Don Mauro.
Detto fra di noi, tanti divorziati in Chiesa, magari è perche la croce pesa tanto…..
– Oltre a condividere in pieno le parole di don Mauro, porto una riflessione scaturita ieri in parrocchia durante la riunione catechisti – educatori. Si analizzavano con il nostro parroco le linee guida indicate dal vescovo in attesa della pubblicazione ufficiale del documento diocesano sulla catechesi. Il nostro vescovo si è preoccupato di sottolineare che bisognerà attendere la maturazione dei bambini prima di amministrare loro i sacramenti della prima confessione e della prima comunione. A questo punto mi sono chiesto e ho chiesto al parroco se non sia ancora più urgente applicare lo stesso metro ai fidanzati che si preparano al matrimonio, Non basta la “burocratica” presenza a 10, 15, o 20 incontri per la maturazione di una coppia, è necessario che il sacerdote abbia il coraggio di parlare chiaro, meglio non ammettere al matrimonio che ritrovarsi poi un matrimonio nullo con tutto ciò che ne consegue.
– Scusate ma sono molto contraria non parlo da bigotta cattolica perché ho conosciuto cristo nel 2000 e oggi ho 40 anni ma il matrimonio è un sacramento e ci si deve accostare con decisione serie… Il lavoro duro che stiamo facendo io e mio marito verso i figli per insegnare a loro i valori cristiani è vano se così stanno andando le cose… Durante il corso ai fidanzati il nostro parroco ha sempre ripetuto che se non eravamo convinti di sposarci in chiesa senza i dettami della chiesa era meglio fare un matrimonio civile scusate ma sono pienamente d’accordo nessuno ti costringe molti si accostano alla chiesa per moda non per fede… Ho un fratello che ha avuto un figlio a 18 anni abbiamo sempre detto a loro aspettate a sposarvi in chiesa quando sarete convinti del vostro amore coniugale ci penserete …. Non si deve svendere un sacramento… Qui il problema è un altro ci sono dietro troppe ipocrisie di persone che spingono per altri motivi….
– io credo che sia giusto ma dopo un lungo periodo di riflessione e discernimento. Però noi dobbiamo pregare ogni giorno affinchè sia lo Spirito Santo a guidare le nostre azioni e per superare i nostri egoismi.
– Io sono vedovo ma penso che la comunione va data
– E giusto darla
– Secondo me ,sarebbe un Buona decisione perché molti desiderano ricevere i sacramenti
– GianPaolo Colò: L’autore dell’articolo, presentato con titolo tendenzioso, che non ne rispetta il contenuto, fa il profeta e prevede già -in piena comunione con Scalfari – quello che deciderà il Papa. C’è già parecchia gente che in nome della propria coscienza fa cose molto brutte, p.e. si accosta all’Eucarestia senza le dovute disposizioni, perchè gli lo ha detto qualche prete di buon cuore, applica il consquenzialismo o il proporzionalismo nelle proprie scelte morali ecc. L’autore dell’articolo non ricorda che la coscienza per essere retta e certa deve essere ben formata e che questo richiede uno studio e una formazione spirituale approfondita. L’autore non dice che non è necessario per crescere nella santità e nella carità fraterna, ricevere l’Eucarestia, come accade a chi ne è in diverso modo impedito, anche non per colpa propria. Insomma non dice tante cose e dice alcune cose giuste ma in maniera da confondere le idee a molti. Mi dispiace.
– Papa Francesco invita all’accoglienza non al sacrilegio.
@Ruggero: il giudizio di coscienza di cui parlo nell’articolo è quello che ciascuno dà a sé stesso per le proprie azioni. Come accade sempre nella chiesa questo giudizio deve essere accolto “dalla chiesa”. Pensa alla confessione: tu in coscienza dici di aver peccato e, a quel punto, ti confessi. Il sacerdote può accogliere o meno il tuo giudizio. cioè confermarti o meno. C’è un dialogo. Lo stesso accade per il matrimonio in senso positivo: cioè tu e tua moglie decidete in coscienza di sposarvi ma, a quel punto, non siete sposati. Ci deve essere un sacerdote che accoglie il vostro giudizio. Se questi lo accoglie, vi sposate.
Perché non ci deve essere una procedura simile nel valutare la nullità? Questo sto dicendo io. E credo che in questa linea si muoverà il Papa
Tres, ci sto provando ad entrare nel gruppo che si interesserà della pastorale familiare, perchè è vero io sono una fonte, non di scandalo, ma di riflessione profonda e meditata che spinge a pensare bene a cosa si fa, ad essere prudenti e verificare la maturità che è NECESSARIA per fare un VERO e LEGGITTIMO MATRIMONIO SACRAMENTO, matrimonio che per raggiungere la finalità che Dio ha messo in questo sacramento, sappia trovare sempre forza nella GRAZIA che Dio nel SACRAMENTO dona. Grazie e TANTO BENE.
Sì, infatti, è quello che dicevo io. I due vanno dalla persona chiamata a decidere (tribunale? vescovo? delegato pastorale? chi sia), e sottopongono la questione che però deve essere decisa, in un senso o nell’altro (si potrebbe anche concludere che il matrimonio è valido). Si può accelerare e snellire la procedura fino all’estremo (anche se non capisco come il delegato possa decidere certe questioni senza almeno una consulenza medica o psicologica o senza dover sentire qualche testimone), la si può rendere totalmente gratuita, ma una decisione nel contraddittorio tra le parti e non semplicemente in confessione ci deve pure essere. Ed è una procedura in foro esterno e la decisione deve essere annotata. E sinché non c’è non mi pare ammissibile dare la comunione ai divorziati risposati solo sulla base della convinzione che questi abbiano che il precedente matrimonio fosse nullo, a meno che non ricorrano le condizioni più volte spiegate dal magistero, a cominciare dalla rinuncia alla vita coniugale pienamente intesa.
Betulla, grazie della tua vicinanza alle mie idee. Si persone come me, con l’impegno che ci metto nelle cose, possono dare molto. Io credo molto nell’impegno è il solo modo per fare emergere chi si è, il modo per usare i propri talenti per la gloria di Dio. Avere proprio in mano i corsi di preparazione al matrimonio ancora è un pò presto, però affiancare chi li prepara, e seguire dopo il matrimonio, chi si è sposato, SI… perchè la formazione al matrimonio non è solo prima, ma anche dopo: fondamentale è la partecipazione delle giovani coppie alla S. Messa, alla vita della comunità parrocchiale. Tante volte già la domenica successiva al matrimonio si inizia col disertare la S. Messa, qualcuno dirà ma sono stati in luna di miele! ed io gli rispondo: perchè dove sono stati una chiesa non c’era? eppoi al ritorno dalla luna di miele, dove sono finiti? L’unione matrimoniale la consolida la vicinanza a Gesù. Grazie e TANTO BENE.
Si, Antonio la maturità è alla base. La preparazione al matrimonio deve iniziare come cammino di discernimento vocazionale, cioè sono chiamato a sposarmi, oppure sono chiamato a consacrarmi, oppure sono chiamato a restare celibe o nubile. Ecco solo se si fa discernimento vocazionale si può ben accedere allo stato di vita in cui vivremo e testimonieremo il Vangelo. Dopo la Cresima, bisogna aiutare i ragazzi e le ragazze a sentire a cosa sono chiamati. Ricordiamoci di Anna che porta Samuele da Elì. Affidiamo i ragazzi e le ragazze alla guida spirituale. Apriamoli al cammino guidato perchè si possa aprire davanti ad essi la vita vera, quella vita in cui daranno veramente tutto se stessi e sapranno affidarsi alla foza di Dio per superare tutto. Grazie e TANTO BENE.
Anch’io penso che tu debba parlare in parrocchia di matrimonio, partendo dai tuoi matrimoni, da quello che per te in coscienza è nullo e da quello attuale.
Non sei tu ad essere di “scandalo”, non più di me. Lo scandalo di cui la Chiesa si preoccupa è quello che darebbe lei stessa proclamando da un lato l’indissolubilità e dall’altro concedendo (come principio) la Comunione ai divorziati risposati.
Poi i casi concreti vanno gestiti in modo differente, uno per uno, però il “principio” che basta desiderare di comunicarsi per avere diritto (parlo di diritto) a comunicarsi non è ciò che dice la Chiesa (papa Francesco compreso, che è il capo della Chiesa).
E’ evidente (per me) che l’unica strada è la nullità. Ma chi la deve “proclamare” questa nullità? E come? (su questo, a mio parere, rifletterà il Papa).
Sulla nullità secondo coscienza (ma non secondo diritto) poi bisogna chiarirsi su due concetti.
1. Non si può affermare in linea di principio che un matrimonio “sbagliato” (ne parlo in generale) sia un matrimonio nullo.
2. Non si può neanche affermare, in linea di principio, che un matrimonio che non ottenga la nullità non sia poi nullo in realtà e neanche che un matrimonio che ottenga la nullità sia davvero nullo.
Il Tribunale ecclesiastico non è un confessionale, per cui il tuo matrimonio (quello attuale) può essere santo, sacramentale e gradito a Dio più del mio anche se un Tribunale non dichiara nullo il tuo precedente matrimonio e, per questo, ti impedisce di accedere alla Comunione sacramentale. In quel caso, per te, è come se un accidente (un uragano, un terremoto, un naufragio su un isola deserta) ti impedisse di accedervi e quindi è come se tu ti comunicassi ogni giorno. Dio guarda ai cuori che sono più importanti dei Tribunali ecclesiastici, che però fanno il loro lavoro e giudicano per quanto possono. Sarà il rispetto che ti sarai guadagnata nella comunità alla quale appartieni a farti sentire nella Chiesa, sul serio.
Scusami chi_cerca, mi sono ricordato che è tuo marito ad essere stato sposato e non tu. Il discorso comunque rimane sostanzialmente lo stesso.
Sandokan, tranquillo sulla confusione tra me e mio marito. Quello che hai scritto è quello che penso anche io. Io voglio camminare insieme a mio marito fino ad arrivare alla celebrazione delle nostre nozze davanti a Dio. Per il momento io mi dedico all’impegno a che questo possa avvenire. Inoltre visto che frequento assiduamente in chiesa, soffro per non potermi comunicare, e pertanto insieme a mio marito abbiamo preso l’impegno a vivere in castità per poter ricevere la comunione in modo riservato, ricevere la Santa Eucaristia in questa modalità ci aiuta a vivere concretamente la fede nel sacramento ed a mantenere viva la nostra vita di fede. Sappiatelo che se non si frequentano i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia la fede regredisce perchè non è nutrita da ciò che è basilare nella relazione con il Signore, ossia riconoscersi bisognosi di perdono e chiederlo mediante il sacramento della Riconciliazione e poi bisognosi del nutrimento spirituale il Corpo ed il Sangue del Signore, la Santa Offerta che ci aiuta a vivere la nostra vita come offerta. Io e mio marito non cerchiamo cose per diritto ma chiediamo al Signore di avere misericordia di noi e di concederci di partecipare a Lui nella piena dignità di suoi figli, so che il Signore già concede questo spiritualmente, ora attendiamo che tutto si realizzi anche sacramentalmente. Sandokan, grazie e TANTO BENE.
VORREI RICORDARVI….
CONCILIO DI TRENTO NEL DECRETO SULLA GIUSTIFICAZIONE ( 13.1.1547 ) AL CAP.IX SCRIVE….” ……..NESSUNO PUÒ SAPERE CON CERTEZZA DI FEDE, LIBERA DA OGNI POSSIBILITA DI ERRORE DI AVER OTTENUTO LA GRAZIA DI DIO (D1534 ). …
è per questo forse che bisogna ASPETTARE IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO????…
PERCHE TANTA FRETTA??? TANTO CON LE NUOVE NORME PIÙ DELLA META’DEI MATRIMONI SARÀ NULLO IN BREVE TEMPO…E GRATIS. ….
Perché tant’è maiuscole Elena? Dai l’impressione di aver bisogno di gridare per farti sentire.
In sostanza non stai dicendo quello che sto dicendo io, e cioè che grazie al Papa l’iter giuridico per cui il giudizio della propria coscienza (perché sentì il bisogno di ricordare che da soli non si può essere certi? Io dico il contrario?) diventerà molto più semplice e veloce, per cui si darà la comunione ai matrimoni nulli che vengono erroneamente chiamati “divorziati risposati”?
Chiedi: perché tanta fretta? Rispondo: ti ricordi quando Gesù guarisce di sabato e non aspetta neanche le poche ore che lo separano dal giorno dopo? Dire: aspettate ancora poche orde è fare come il fariseo di Lc 13,14?
La discussione prosegue nel forum nel thread La comunione ai divorziati risposati