Articoli / Blog | 14 Ottobre 2015

L’Huffington Post – La moglie di Massimo Maravalle ci insegna l’unico vero modo di perdonare

“Proviamo a ricominciare a stare insieme”. È realtà. Non dice non è successo nulla, dice proviamo. Chi parla è Patrizia Silvestri la moglie di Massimo Maravalle, l’informatico di 48 anni che “in preda a un delirio paranoide e persecutorio” la notte tra il 17 e il 18 luglio dell’anno scorso, a Pescara, soffocò il figlio adottivo di 5 anni e cercò di ammazzare la moglie.

Patrizia dice: quando è successo non era mio marito, ma non azzera. Non dice “non è successo nulla”. Dice, si riparte da dove si sta. Con un uomo che sta sotto farmaci e che ha compiuto un atto gravissimo. Ma quell’uomo non è quel fatto.

Credo che quello che sto raccontando sia l’unico modo possibile e vero di perdonare. Esiste solo un perdono: quello che fa ricominciare sperando.

Non è perdono se si dimentica tutto: quella è rimozione. Si forma una cisti e stai peggio di prima, senza nemmeno sapere perché. Come se in una stanza piena di chiodi si stesse a piedi nudi e si decidesse di spegnere la luce per soffrire di meno.

Non è perdono se ricominci “come prima”. Non ce la farai perché le cose che fanno male cambiano sia le persone che le loro relazioni e tu, dopo quella cosa, sei cambiato, sei cambiata. Perdonare, per rimanere nella metafora, è sapere di essere in una stanza piena di chiodi ma accendere le luci e camminare mettendosi le scarpe.

Patrizia sa bene cosa è successo, chiama i fatti con il loro nome e ricomincia. A provarci. A riprovarci insieme. Cioè si ricomincia non partendo dal via come nel gioco dell’Oca, ma ripartendo “da qui”. E qui, dopo che hai ammazzato nostro figlio e tentato di ammazzare me, non è come prima. E puoi solo provarci, cioè sperarci.

 

Tratto da Huffington Post

Qui il link a Papaboys

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26 risposte a “L’Huffington Post – La moglie di Massimo Maravalle ci insegna l’unico vero modo di perdonare”

  1. Giuseppina F. ha detto:

    Personalmente credo lo dovevano lasciare in un ospedale psichiatrico perche è pericoloso sia per la moglie;sia per un altro bambino;pericoloso per la societa.Uno che non tengono nemmeno per curarlo un po di anni è pericoloso per tutti!!Chi lo dice che in due anni è guarito?e se ammazza un altro bambino??Non capisco questo don Mauro se è guarito!!poi il perdono è personale(piu facile penso per un figlio che non era tuo,ma adottato)Il perdono va elaborato con il tempo!!Non è facile.Io spero stia in cura da qualche parte;esssendo psicolabile e incapace di intendere e volere nei momenti di crisi della malattia.Comunque complimenti alla moglie che ha perdonato e che lo rivuole con se.In tutta questa storia non mi quadra che dal 2013 hanno dell omicidio è gia libero;una persona cosi malata.

  2. Giuseppina F. ha detto:

    scusate anno senza h

  3. Giuseppina F. ha detto:

    e poi volevo aggiungere come mai le assistwnti sociali non hanno prima dell adozione indagato sui problemi psichici di questa persona?una coppia dev essere monitorata prima dell adozione se é in grado di fare il genitore;ma anche nei momenti dopo(questo non accade perche)

  4. acida ha detto:

    Un anno per alcune patologie è niente e il rischio è altissimo.

    Spero che la sig.ra si sia ampiamente consulatata con gli psichiatri che seguono il marito e che abbia ascoltato anche altri pareri di professionisti.

    L’azione della sig.ra non la inquadrerei esclusivamente sulla parola perdono. Il perdono lo comprendo. Ma è riprenderlo in casa che realmente realizza quel perdono.?
    Don Mauro hai completamente eluso l’incolumità fisica di questa donna.
    E’ una questione di prudenza e di protezione
    Per sè stessa e per il marito.
    A volte per proteggere e per proteggersi bisogna allontanare. Non c’entra nulla il perdono.
    Se questa donna fosse tua sorella, don mauro, avresti avuto lo stesso sguardo su questa storia, avresti usato le stesse parole,? Avresti avallato questa scelta così estrema? O quanto meno le avresti detto: Ti prego sii più che prudente…

    Perchè è questo l’unico modo di perdonare? .. Eh no…

    Quando leggiamo queste notizie il rischio è che ,secondo me, valutiamo e esprimiamo un parere da spettatori. E’ ovvio che sia così, però dentro questa valutazione non dobbiamo mai dimenticare che quella donna e quell’uomo stanno dentro la loro storia non con un titolo di giornale, ma con tutti loro stessi, con tutto il loro corpo, con tutti i loro chili.
    A questa donna non so se è stato detto che si può perdonare e restare fisicamente distante e protetti. E dirgli che se ci ripensa va bene lo stesso… Perchè delle volte custodire chi hai a cuore richiede di mettere una distanza.

    Se io per esempio avessi una grave psicopatia che mettesse in pericolo la vita dei miei familiari vorrei essere allontanata da loro. Perchè quello che amo lo voglio custodire.

    Il messaggio Mauro che a me è arrivato dal tuo articolo è che hai guardato il solo quello che ti serviva per scrivere l’articolo sul perdono : abbagliato dalla bellezza che un perdono sicuramente suscita, hai guardato tutto con occhioni micioni e ciglia sbattute flat flat facendo arrivare il messaggio che questa donna ha capito tutto del perdono e che chi, invec,e si tiene distante da chi ha compiuto un gesto così pesante ,sotto sotto (manco tanto sotto) non sappia realmente perdonare. A me sembra una cazzata. Ma ovviamente spero di aver capito male.
    E ovviamente auguro ogni bene a entrambi i protagonisti di questa triste storia.

  5. acida ha detto:

    Ah …ovviamente il mio pensiero in questo caso resterebbe onvariato anche se la persona malata fosse la femmina.

  6. Sandokan ha detto:

    Dimenticare si deve, secondo me, ma è la fine e non l’inizio del perdono.
    Quando tu inizi a voler perdonare, tu ricordi il passato (e fai bene a ricordare).

    Il perdono dell’uomo è qualcosa che si costruisce nel tempo, che si completa nel tempo (non è un fatto istantaneo). E si completa quando smetti di ricordare, ossia quando il presente che stai vivendo non ti dice più nulla del passato che hai vissuto.

    Ti sembra un “sogno” la nuova realtà e invece è il tuo passato ad essere diventato un “sogno”.

    Chiaramente iniziare a voler perdonare può significare tante cose e, riprendersi in casa un soggetto instabile, può essere anche un atto scriteriato (come dice Acida). Da fuori comunque è difficile giudicare. Non mi sento di applaudire chi lo fa (chi si riprende in casa un soggetto instabile) e condannare chi non lo fa.

  7. acida ha detto:

    É arrivato Marzullo…

  8. renato pierri ha detto:

    Mauro scrive sempre begli articoli, ma il perdono in questo caso, a mio parere, non c’entra per niente. Segue solita letterina…

  9. Tres ha detto:

    Acida io leggerei solo quello che c’è scritto. Non c’è giudizio su chi fa diversamente. Mi sono andata a leggere l’articolo della notizia e le foto che ci sono sono quelle del matrimonio. Foto che sicuramente ha messo a disposizione la signora. Mi sembra che lei abbia ben chiaro che possa non funzionare quando dice “Proviamo a ricominciare…”.
    Le volte che ho perdonato veramente sono state quelle in cui non ero sicura che ce l’avrei fatta ma ci provavo. Le volte che ho detto Ti perdono, punto, era solo una virgola, e la storia è andata avanti condita dalla rabbia.
    Nessun occhio micione perchè la signora non è una sprovveduta romantica che si è fatta trovare vestita da sposa ma una che dovrà accompagnare il marito due giorni a settimana al centro di igiene mentale, a me sembra molto sveglia e il suo perdono non mi sembra susciti nulla di micione e ciglione ma anzi tanto di cappello a una che perdona perchè si riprende nella vita ancor prima che in casa, il marito malato.
    Il Papa oggi nell’udienza ha parlato del perdono in modo altrettanto efficace: chiedendo perdono.

  10. mauroleonardi ha detto:

    Questa signora dice di voler provare a ricominciare una storia. E la vuole ricominciare a partire da dove si era arrivati non da dove sarebbe stato bello essere se non fosse accaduto nulla. Io questo lo chiamo perdono e mi sembra il modo migliore per farlo.

  11. mauroleonardi ha detto:

    Nei commenti su L’Huff ce ne sono alcuni molto contrari e pochi a favore. Tra quelli a favore questo mi piace molto: “Grande dimostrazione di Amore…Grandissimi uomini furono gli scampati dei campi di sterminino alcuni dei quali perdonarono gli aguzzini perché si resero conto che una vita di odio e di rancore era INSOPPORTABILE quasi peggio dei lager. Il perdono va aldilà di qualsiasi religione. Riproveranno insieme a ricucire il doloroso strappo e se ci riescono, glielo auguro con tutto il cuore, sarà un atto che potrebbe dare una testimonianza di pace in questo mondo traboccante di odio e rancore”

  12. mauroleonardi ha detto:

    Una persona poi che si dichiara atea dice che perdonare è fondamentale per non cadere in una spirale d’odio

  13. mauroleonardi ha detto:

    Invece i commenti sotto l’articolo postato nel fb de L’Huff sono quasi tutti contro la signora e me. Questa è una delle poche a favore e mi piace molto perché mi sembra arrivato quello che volevo trasmettere. E cioè che non si tratta di perdonare sempre e comunque ma di fare un percorso che parta dalla realtà. Eccolo: “si può pensare ciò che si vuole e provare ogni sentimento.. ma trovo più equilibrio in una riflessione del genere del riflesso bavoso pavloviano sempre e comunque. purtroppo succede che sia più violento chi si crede senza macchia. anzi proprio on virtù di questo.”

  14. mauroleonardi ha detto:

    Segnalo i commenti sotto fb (sono di fb sia quelli sotto l’articolo che quelli sotto l’fb de L’Huff) perché mi sembrano rispecchiare molto il pensiero della persona media.
    Per esempio molti se la prendono con “i preti bavosi” perché dicono di perdonare sempre e comunque, quando non è affatto così.

  15. acida ha detto:

    Ci insegna l’unico vero modo di perdonare é scritto nel titolo
    E quindi personalmente,se permetti,
    A me la domanda che sale é: E allora chi non lo fa questo atto di riprendere in casa non sa perdonare?
    Nessuno ha il timore che questa donna possa di nuovo trovarsi in pericolo..

    io non metterei tutto sul piano del perdono..posso perdonare si..ma spero che ci siano le condizioni di sicurezza fisica. fisica del suo corpo della sua ciccia…é cosi difficile da capire quelli che dici
    E se non guardo pure la sicurezza fisica guardo sta persona con occhi micioni..si Tres..occhi micioni..lo ridico…occhi micioni
    Tanto di cappello?
    Ce lo dirà il tempo.. Ovviamente augurandogli il meglio possibile ad entrambi.

  16. Tres ha detto:

    Acida una che si riprende il marito e quindi la propria vita in mano in quel modo non può essere una miciona romanticona. Se ti fai i calcoli di sicurezza e rimani distante figurati se non te li fai se ci vai a vivere insieme. Di solito i micioni sognano. Quelli che provano a ricominciare sono dei gatti dalle sette vite.
    E poi, si, perdonare è ricominciare se no sono chiacchiere. Chiacchiere casomai preparatorie per perdonare ma chiacchiere. Poi puoi ricominciare da distante ? Certo.

  17. sandokan ha detto:

    Continuo …

    Dio si ricorda dei miei peccati dopo che li ha perdonati? No. Solo che Dio non vive nel tempo, mentre io sì e quindi il mio perdono è qualcosa che si sviluppa nel tempo, ma che ha come fine la “dimenticanza”. Chi perdona davvero “dimentica”, perché Dio perdona così.

    Il Suo perdono fa nuove le cose. Nuove. Una cosa nuova non ha passato. Io non sono capace di fare nuovo nessuno col mio perdono. Oggi. Col tempo, chissà.

    Il “dimenticare” di Dio non è un dovere e neanche il mio può esserlo. Io non “devo” dimenticare. Il dimenticare di cui parlo è la conseguenza di un presente felice. E’ la felicità che fa dimenticare, non la volontà.

    Se uno non è felice, perdonare sino in fondo non può. E nessuno di noi è felice fino in fondo. E così chiamiamo perdono il passare sopra alle negligenze altrui o ai peccati altrui. Un passare sopra che non dimentica perché non può dimenticare. La volontà non ha diritto a forzarci a “dimenticare”.

    La felicità invece dimentica. Dio non dimentica perché è buono, ma perché è Dio, perché è “felice”.

  18. Tres ha detto:

    Grande Sandokan

  19. acida ha detto:

    Micione lo dicevo all’articolo di mauro
    Allo sguardo che lui ha avuto per questa storia nel suo articolo.Non eta assolutamente riferita ai protagonisti. Mi spiace che (ti) sia arrivato questo

  20. acida ha detto:

    Si Sandokan…bello!!
    Ma che c’entra?

  21. acida ha detto:

    A me sembra chiarissimo che mi stessi riferendo a Mauro..
    Sarebbe stato proprio meschino se lo avessi indirizzato alla protagonista.
    Comunque vabbè…

  22. acida ha detto:

    Con la coppia intendo..

  23. Giuseppina F. ha detto:

    concordo pienamente con tres perche questa donna deve perdonare e va be pero deve stare lontano da questo soggetto perche è a rischio di femminicidio!!è pericoloso.Il perdono è una cosa il tutelare la propria incolumita un altro discorso.Ho letto lui deve curarsi deve andare regolarmente da psichiatri;quindi non guarisce;va tenuto sottocontrollo.Don Mauro io lo capisco il perdono che si deve dare e come dice sandokan anche con il tempo.Ma un fatto è perdonare;un altro stare con una persona che puo ucciderti inconsapevolmente.Come hanno fatto a dare in adozione ad una coppia cosi un figlio??personalmente non perdonerei chi mi ammazzasse un figlio naturale;i figli su pezzi i cori.

  24. Sandokan ha detto:

    C’entra con la frase di Mauro “non è perdono se si dimentica tutto”, che io ho un po’ articolato. Poi su quello che questa coppia deve fare non ho idea.

  25. Giuseppina F. ha detto:

    scusate concordo con acida volevo dire e renato