Articoli / Blog | 18 Luglio 2015

Blog – Grazie a persone speciali, spiagge per disabili senza barriere architettoniche

Inutile raccontarsela: io non so cosa voglia dire essere disabile. Come non so cosa voglia dire essere genitore o direttore di banca. Non lo so perchè non lo sono e quello che so di queste realtà esistenziali è solo quello che vedo, che conosco. Come tutti.
Ma oggi ho scoperto un aspetto dell’essere disabile che non conoscevo. Speravo ci fosse ma non lo conoscevo: è la felicità, il suono di una loro risata, quando si tuffano in mare e poi fanno la doccia e si asciugano al sole: li ho visti a Rimini, a Barcellona e, purtroppo, non in tanti altri posti.
Gli attrezzi capaci di farli felici sono delle persone speciali, delle persone felici e capaci di aiutare un altro.
Le passerelle sulla sabbia per non far affondare le carrozzelle i particolari pattini/tricicli da mare galleggianti, il piccolo argano che aiuta il trasbordo dalla carrozzina al mare, sono importanti ma soprattutto è importante se ci sono delle persone speciali che sono quei bagnini esperti.
Finora conoscevo solo il dolore della loro solitudine e della loro emarginazione. Vedevo filmata e riproposta nei tg solo la rabbia e l’impotenza delle barriere architettoniche, dell’inesperienza e, a volte, dell’ignoranza delle persone nei confronti delle esigenze e delle necessità delle persone disabili. Ora invece conosco anche questo aspetto: serenità e gioia per una giornata al mare. E qualcuno l’ha filmata. Perché qualcuno prima l’ha preparata. Tutto efficente e poi tutto felice. Per l’efficienza ci vogliono i fondi e la volontà. Per la felicità ci vuole la felicità di qualcun altro: quei bagnini. Così la felicità arriva con la normalità di un tuffo.

 

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