Aleteia – “50 preghiere” di Stefania Perna

Stefania Perna è un’amica che ha collaborato al blog Come Gesù fin dagli inizi: per questo motivo i suoi libri si trovano nella categoria Libri pubblicati da noi. Il sito Aleteia pochi giorni fa le ha dedicato un servizio che pubblichiamo qui di seguito.
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In “50 preghiere per i cercatori di speranza” (Effatà)Stefania Perna propone cinquanta riflessioni che sfociano nella preghiera accompagnate da pensieri di personaggi di spicco a livello ecclesiale e non riferiti al tema trattato.
Il tutto sempre e comunque, nonostante tutte le debolezze e i limiti umani, nella convinzione dell’amore di Dio per noi.

“Dio esagerato nell’amore, che doni con abbondanza anche se già sai che sprecherò e sporcherò i tuoi doni”, scrive la Perna, “fa’ che mi arrenda finalmente al tuo amore per risorgere con te. Da tutto quello che nella mia vita parla continuamente di morte. Da tutto quello che dentro di me si oppone al bene, alla luce, alla pace. Da tutto quello che è impossibile a me trasformare ed eliminare. Ma con te niente è impossibile”.

1 Come un deserto

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“A volte sento come un deserto la mia casa, con i figli che crescono e se ne vanno. Come un deserto il mio cuore, disilluso dall’amore e rassegnato al ripetersi di giorni sempre uguali. Come un deserto, anche la mia fede in te. Disorientata dal ripetersi dei miei errori, sempre quelli, nonostante ogni mio sforzo. E nel mio sgomento, mi sento esclusa dalla tua presenza. Perché incapace di provare entusiasmo per la vita e di dare amore a chi mi circonda. In me nulla di bello da dare agli altri! Solo questo deserto che avanza nell’anima”.

La perseveranza, però, è “continuare a credere. Sapendo che nel deserto ci sei tu. Anzi, sei proprio tu che mi stai attirando nel deserto. Per liberarmi da ciò che è di passaggio e parlare al mio cuore”.

Thomas Merton diceva che il nostro deserto è “vivere con la disperazione sempre davanti, ma non consentirvi. Calpestarla con la speranza che abbiamo nella Croce. Muoverle guerra incessantemente. Questa lotta è il nostro deserto. Se la condurremo con coraggio, ci troveremo a fianco Cristo. Se non sappiamo affrontarla, non lo troveremo mai”.

2 Il paralitico

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“Sono bloccata, Signore! Dalle mie paure, tante, sempre nuove, ma in fondo sempre uguali. La paura di sbagliare mi paralizza corpo ed anima, ogni giorno di più. Sento altri parlar della tua potenza che fa miracoli, ma non credo possa funzionare per me! Troppo tardi questo incontro con te! Forse anni fa, ti avrei creduto, ma ora, posso solo lasciarmi trasportare. In barella. Da altri”.

“Forse ho capito quello che vuoi da me. Devo alzarmi nel mezzo della mia paralisi. E senza certezza di riuscirci! Solo provarci con fede guardando te. Non mi metti davanti una magica soluzione, ma vuoi comunque da me un tentativo fiducioso di alzarmi. Con tutte le mie paure e i miei limiti. Prendendole sottobraccio. Loro sono il mio lettuccio e tu sei il mio Dio, che mi guarda, mi perdona e mi sostiene. Devo accettare la mia condizione di essere umano fragile e pauroso
ma che guarda te e da te è guardato; è questo il peccato che mi impedisce di sperare!”.

Diceva Madeleine Delbrel che “ogni frase di Gesù contiene quella forza folgorante che guariva, purificava, richiamava alla vita, ma a condizione che ci si ponga davanti a Lui come il paralitico”.

3 Modesti come Giuseppe

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“Liberami dalla tentazione del confronto, Signore!”, scrive la Perna. “Fammi capire che con te tutto può essere grande perché non si tratta di conquistare posti sempre più di primo piano. Né di fare cose sempre più difficili. Ma solo di vivere sempre con più amore! Sapendo che il tuo amore è uguale per tutti”.

Modello per eccellenza di umiltà è San Giuseppe, nella notte in cui Gesù è venuto alla luce “fuori dal centro abitato, dai suoni e dalle luci, dal calore e dalle comodità”, accanto ai “tanti esclusi, quelli per i quali non c’è posto”. E allora San Giuseppe, “insegnami a guardare solo la sua luce nella notte. Nella mia notte. Insegnami a pregare sapendo che non cambiano le situazioni, ma cambia il mio cuore. Insegnami a vivere in silenzio e in pace ogni difficoltà, alla ricerca solo del suo sguardo. Che non mi farà sentire mai escluso dal suo amore. Unica roccia cui appoggiare la mia fragile vita”.

4 Maria e l’umiltà di un sì

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“Bastavano pochi mesi. E da sposa, Maria, avrebbe atteso il Bambino. Niente difficili dialoghi con Giuseppe. Niente decisioni terribili per l’’uomo giusto’. Niente cose impossibili da credere. E da accettare e gestire. In momento poco opportuno, un annuncio. Di quel che avverrà. Ma nessuna spiegazione su quello che bisognerà fare. Così la mia vita, con tante cose ‘fuori tempo’”.

“Vieni, Signore, in questo Natale a ripetermi che non c’è realtà della mia vita inutile, senza senso, impossibile. Perché tu, che sei Dio, sei venuto nel tempo eterno Emanuele, che vuol stare tra noi. Piccolo, perché possiamo crescere con te. Indifeso, perché non abbiamo paura di amarti. Infante, perché anche noi impariamo a parlare di meno. E ad amare di più”.

5. Dal grande albero al filo d’erba

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“Ci parli spesso di alberi, Signore, forti e grandi, ma cresciuti lentamente e nel silenzio. Senza fretta di dar frutti, ma nella profondità oscura del terreno buono. E dal più piccolo dei semi. Senza grandi piani operativi ma sapendo che tu non abbandoni l’opera delle tue mani”.

“Aiuta anche noi a tendere verso l’alto perché la nostra vita sia come quella dell’albero, forte segno di unione tra terra e cielo, radici profonde nella terra e chioma verso il cielo”.

All’opposto del grande albero c’è il filo d’erba. “Ovunque alberi maestosi, querce fiere del loro tronco millenario. Resistenti al soffiare dei venti, impassibili alla furia degli elementi. E invece i fiori del campo e i fili d’erba, così fragili, così calpestabili. Da chiunque passi. Così sempre pronti a piegarsi al vento sempre sul punto di spezzarsi. E poi tanti. Sparsi. Inutili. E così la mia anima, incapace di grandi slanci verso l’alto. Che pure ammira, nelle grandi querce. Sempre agitata e sensibile al minimo soffio d’aria. Per lei tempesta. Cui non sa opporsi. A che serve piegarsi al vento ed essere un filo d’erba tra tanti?”.

“Che non mi ponga troppe domande sul senso di quello che accade, sul ruolo del mio vivere quotidiano. Che io apprezzi la gioia semplice di sapersi voluti da te. Preziosi ed amati, e sempre alla tua presenza. Che io sappia crescere felice. Nel ruolo e nel posto in cui mi trovo. Persino all’ombra di ciò che il cuore ammira o invidia. E invece è solo segno della tua infinita inventiva”.

6. In missione, perfetti nell’amore

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“Ci mandi, Signore, come il Padre ha mandato te, perché questa è la volontà di Dio”. “Ci mandi, Signore, senza altri mezzi e risorse che il nostro andare. E a due a due. Perché il modo possa capire che la forza e la bellezza del tuo annuncio non è nelle nostre cose. Ma nella qualità delle nostre relazioni”.

Come diceva Santa Caterina da Siena, “il prossimo ci è stato dato per mostrare l’amore che nutriamo per Dio”. Le faceva eco Chiara Lubich, dicendo che “Dio non ci chiede di essere perfetti lavoratori, o perfetti predicatori, o perfette persone di preghiera, ma perfetti nell’amore”.

7. Il giovane ricco

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“Corro e mi butto ai tuoi piedi e ti pongo la domanda che da tempo mi tormenta. Che mi manca? Ma mi aspettavo una risposta rassicurante, una regola precisa! E invece tu mi proponi una logica di abbandono totale, un amore per te che mi faccia commettere una follia: vivere solo di te e per te. Aiutami a non andare via con le mie tristezze, a non stringere alleanza con loro, ma con te. A non poggiarmi su realtà fragili che mi lasceranno, ma a sentirmi così amato da te da non poter far altro che vivere solo di questo Tuo inaudito amore”.

Al riguardo, afferma padre Ermes Ronchi: “E tutte le cose che mancano nella mia vita? Sono fatti provvidenziali, perché mantengono viva l’apertura oltre me, verso l’Altro. L’assenza, ciò che mi manca, ciò di cui ho bisogno, indica e chiama la Presenza. L’assenza accende il desiderio… ”.

8. Violenza necessaria

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“’Fino ad ora il regno dei Cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono’. Donami, Signore, di comprendere bene la violenza di cui parli. Fortezza di chi ha trovato un tesoro e non vuole perderlo. Ansia di chi sa che il tempo è breve e che verranno cieli e terra nuovi. Realtà belle, da non perdere per distrazione o pigrizia. E vuole mantenersi sveglio, non risparmiando fatiche per qualcosa che vale”.

“Donami il delicato equilibrio tra chi fa tutto come se dipendesse da sé e aspetta tutto come se dipendesse da te. Aiutami a tagliare gli ostacoli nella parte più profonda del cuore. Vera e quotidiana circoncisione, che lo renda capace di silenzio e di raccoglimento, ben sapendo che il suo insaziabile desiderio lo disperderebbe lontano”.

“Rendimi come uno che, anche contro ogni gusto, anche controvoglia, strattonato con violenza dalla vita quotidiana e dai suoi stessi pensieri, sa bene dove volgersi. E indirizzare i suoi sforzi. Non per conquistare qualcosa che finisce, ma perché è stato conquistato da Te”.

9. Semplici come bambini

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“Insegnami a vivere i quotidiani rapporti familiari con l’animo semplice di un bambino. Che non ha fretta di bruciare le tappe. Che accetta di essere amato dagli altri e da Dio. Che tutto sente come dono da non respingere perché si ritiene indegno, ma di cui accorgersi. E ringraziare. E riempirsi di gioia. Che io riesca a diminuire, perché tu cresca. Ogni giorno della mia vita”.

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