Loretta Conte – Il ferro da stiro… continuo a stirare
“Prendi il ferro da stiro e il tavolo, mi chiese un giorno mia madre, oggi t’insegno a stirare le camicie; queste sono difficili da stirare; con semplicità e naturalezza, imparerai a farlo. Si inizia dal colletto e dalle due punte; mi raccomando non lasciare una grinza! Si passa, poi, alle maniche stirando prima i polsini e poi …”
Non capisco, perché le camicie sono gli indumenti più difficili da stirare. Non devo lasciare una grinza! Tutto deve essere liscio , direi quasi perfetto!
Il ferro da stiro è un oggetto di metallo , come una macchina che deve essere spinta su e giù e di lato; dai suoi forellini esce un caldo tepore e goccioline d’acqua che ammorbidiscono il tessuto, facendolo scorrere più dolcemente.
Una volta quest’oggetto era riscaldato a carbone, oggi si riscalda elettricamente.
Esso è uno strumento, che a volte dà un senso di fastidio, ma che è capace di espletare un servizio domestico essenziale rendendo lisci i nostri capi di tessuto!
Il mio pensiero si sofferma sulla parola ”Senza una grinza”; quante pieghe e grinze o difetti della nostra persona dobbiamo coprire con un indumento liscio e stirato.
Mostrarsi semplici e naturali come i bambini è la cosa più bella, ma nello stesso tempo è necessario controllarsi. Noi non siamo più bambini ma dentro di noi c’è la stessa gioia dei fanciulli che non vogliamo perdere; questa virtù è quella marcia in più che dà alla nostra vita l’entusiasmo di meravigliarsi, di emozionarsi, di rinnovarsi e di gioire davanti alle cose più semplici e naturali di questo mondo.
A volte ho la sensazione che sia l’apparenza quella che conta!
Vestirsi da signori con capi griffati, avere una macchina lussuosa o una casa con un salone grande, con la camera per gli ospiti, la villa al mare o in montagna e lo yacht a mare! Quelli sì, che sono dei veri signori; sono una famiglia potente, di gran classe. Tutti gli onori devono avere! Gli altri non sono dei signori. “ Cosa vuoi, il mondo va così, sono loro che devono andare avanti, ti devi accontentare! Il prestigio è solo per la élite, come se ad essi tutto fosse dovuto; “mi raccomando fai silenzio! Non una grinza tutto deve essere perfetto, controllato liscio e sereno come l’olio.” Mi piace dire la verità: “Signori si è nobili nello spirito, nel cuore”. Ma qualcuno direbbe: “la verità è sempre relativa, ognuno dice la verità che vuole”. A questo io non credo perché sono convinta che attingendo e seguendo la Parola del Divino Maestro allora si è nella verità.
Queste pieghe che non vanno mai via, quando il ferro passa sulla punta del colletto inamidato e bianco! Perché proprio bianco- mi direste- forse mi ricorda” Lucidi marmi e bianche sepolture”…, oppure sepolcri imbiancati! Mah non fa differenza! Una frase e simile all’altra.
Il ferro da stiro inizia a scorrere sulle punte del colletto, anche la metamorfosi dello spirito inizia dall’arrotondare le punte spigolose.
Una persona nasce con un determinato carattere e immediatamente gli educatori cercano di lisciare e arrotondare gli spigoli.La spigolosità è un difetto che deve essere corretto. Tutto deve essere liscio, perfetto, modellato, controllato. L’uomo deve migliorare il suo carattere quasi perdendo la sua spontaneità, la sua naturalezza, la sua ingenuità soprattutto nel relazionare con i suoi simili. Tutto deve! Difficile rimanere dunque se stessi, ma una via di mezzo ci dovrebbe essere!
Difficile è seguire anche la Parola al cento per cento.Solo i predestinati e le grandi anime potranno riuscire, noi siamo misere creature ,poveri peccatori.
La relazione con gli altri non è semplice da accogliere, rapportare, modellare; difficile è sopportare sia i propri difetti sia quelli degli altri;sempre senza una grinza, tutto liscio, tutto controllato.
Chi mi sta accanto, che convive con il mio modo di essere, non è un santo ma un povero peccatore, anche se porta una camicia stirata, liscia e perfetta!
“Non dimenticare il ferro da stiro, mi dice la mamma,altrimenti il tessuto brucia”
Avete mai visto una camicia con tanto di ombra bruciacchiata dal ferro da stiro! Io si, quando dimenticai di togliere la spina al ferro da stiro e mi allontanai per qualche minuto! Quell’indumento era da buttare via, poteva solo servire per spolverare, l’unico modo per riciclare il proprio fallimento!
Lo spirito, la persona umana non puoi buttarla e riciclarla ad uno stato puro e vegetativo!Egli è a immagine di Dio,ha la dignità di essere figlio adottivo di Dio, ottenuta con la grazia soprannaturale del sacramento Battesimale.
Ma quali sono i peggiori nemici dell’anima? Secondo la mia opinione innanzitutto la eccessiva sensibilità; voi mi chiederete: -perché parti propria da questa, se vi sono di peggiori?-
La sensibilità in eccesso ti rende infelice, perché,sapendo di soffrire per un nonnulla,condizioni il tuo spirito solo su ciò che la gente dice e non porteresti avanti il progetto che hai nel cuore valorizzando le tue attitudini ,il tuo carattere, i talenti.
La sensibilità è buona solo se è vissuta entro certi limiti, perché dà la capacità di emozionarti, si da poter vivere la fraternità con una apertura del cuore disposto ad amare e perdonare.
Un altra sentimento che vissuto all’eccesso ti rende infelice è l’ambizione. Un pizzico di ambizione per il successo tutti dobbiamo averlo; se ci fa piacere fare una determinata cosa, perché non farla? Portiamola avanti con determinazione, con entusiasmo, ma sempre con prudenza e sobrietà. Non spifferiamo subito ai venti le nostre speranze, perché c’è sempre una sottile invidia che aleggia intorno a noi; il pensiero critico e severo degli altri ci rende infelici e ci condiziona tanto da non farci portare avanti quel progetto in cui avevamo riposto le nostre lusinghiere speranze.La prudenza tacita la cattiveria degli altri e non ci fa litigare, anzi ci colma di pace e di serenità.
L’invidia della grazia altrui è un grave peccato e rende lo spirito triste.
Tutti abbiamo difetti o peccati che sono insiti nel cuore umano e bisogna fare di tutto per allontanarli e se sono dormienti di non risvegliarli. Guardiamo gli altri con gli occhi dell’amore e auguriamo loro tanto bene, poi con il cuore chiediamo al Signore di aiutarci a far crescere i doni ricevuti, i carismi, le nostre attitudini ed i nostri talenti. Tutto ciò dobbiamo farlo con tenacia e determinazione.
Non so se la generosità e l’altruismo siano da considerarsi un pregio o un difetto!
Bisogna fare un attento discernimento e riflettere se il volontariato o qualunque manifestazione di generosità vengano esercitate per un proprio tornaconto personale.
Lasciare un buon ricordo agli altri: anche questo può essere un difetto se lo si fa per vanagloria. Se invece si tratta di un spontaneo atto di amore allora è una virtù; comunque è necessario vivere queste manifestazioni in maniera equilibrata, senza esagerazioni. Mi chiederete a questo punto se le medesime virtù possano diventare dei difetti: in tal caso come si deve agire?
Le virtù tutte devono essere estrinsecate in modo equilibrato e senza tentennamenti. La via più sicura è mettere la propria coscienza al cospetto della parola del Signore, se la scelta del grande ideale di vita è la parola di Dio; infatti, il Signore ci ha lasciati liberi di agire e ci ha dato dei comandamenti per non farci vivere nel caos e nel disordine ma portando avanti un unico progetto che vale per tutti : “Vivere l’Amore universale”.
Vi sono persone che non ascoltano la loro coscienza , chiudono la porta dell’anima, che io chiamo metaforicamente retrobottega, perché non vogliono ascoltare la voce della morale, cioè della coscienza che parla dei veri e autentici valori!
Un altro difetto o peccato è l’avarizia. L’avaro indossa un abito scuro che lo fa apparire lugubre; ha un cilindro per cappello, un occhiello sul naso, due baffi ondulati un viso arcigno e scarno; è alto e magro nel suo vecchio frack nero: è un personaggio ambiguo e indifferente al mondo che lo circonda, non ha compassione per gli altri, è egocentrico e ipocondriaco ; tutti lo evitano e non viene considerato anzi viene evitato; il suo spirito è molto triste.
Il ferro da stiro , viene ora appoggiato sulla piattaforma di ferro, per sistemare meglio la camicia sul tavolo , poi riprende la sua corsa su e giù evitando di rilasciare le grinze.
Un altro peccato è l’ira; chi si adira è di solito animato da un temperamento ansioso ed impulsivo , viene evitato da tutti, mal considerato e temuto da molti.
“Mamma ma io non capisco niente, è così difficile stirare! Mentre passo il ferro da stiro su una grinza, ecco che vedo spuntarne altre e quante pieghe fuori posto! Benedetta piega, prima non c’eri, ora ne vedo spuntare non una ma due tre alla volte, quante pieghe , sto perdendo la pazienza!”
L’impazienza è un altro difetto; se eccessiva può farci comportare in modo impulsivo e può renderci ansiosi e irascibili; ciò fa sì che se si è esageratamente impazienti si diventa infelici.
“Mamma, dico, basta, non mi piace stirare. Mentre cerco di livellare una piega ne spuntano altre dieci. Le pieghe, il ferro , il caldo, tutto è maledettamente triste.”
Ho la sensazione di trovarmi su di un pezzo di legno in mezzo al mare. Ho freddo, intorno a me c’è solo il mare, salato e freddo, le coste sono lontane e non si vede nessuna nave all’orizzonte, sono semplicemente alla deriva senza una via d’uscita!
Una via d’uscita, ma da che cosa? Che cosa speravi d’essere? Un uccello, un gabbiano che con le sue ali bianche vira in alto libero e felice; sei una povera creatura umana , dotata d’intelligenza ma senza ali; puoi camminare con i tuoi piedi solo su di una piattaforma galleggiante o sulla nuda terra.Ti devi accontentare, non puoi volare in alto libera e felice, puoi solo abbracciare questo pezzo di legno, chiudere gli occhi e pregare! Solo così potrai essere libera, ma da chi, da che cosa? Dai condizionamenti , dalle paure, dai difetti che, se provi ad allontanarli, si moltiplicano non uno ma due, tre, cinque volte e allora guardali in faccia, osservali ad uno ad uno, studiali e biasimali; sdraiati poi supina sul pezzo di legno, abbandonati, lasciati cullare dalle onde e dolcemente prega e chiedi al tuo cuore di allontanare pian piano le tue pieghe, i tuoi difetti; studia con cura la voglia di abbracciare l’universo intero e di amarlo così com’è con i suoi pregi e i suoi difetti.
Spalanca la porta del retrobottega e fai entrare la Luce calda del Sole, immergiti soavemente in essa, assapora quel caldo tepore, l’amore, l’abbraccio che ti dona , la dolcezza , la misericordia. Apri la porta al Cristo che viene. Non avere paura, accoglilo con tanto amore e senza timore.
Il male si combatte solo con la forza dell’amore, con il coraggio di uno spirito nobile, cavalleresco e con un cuore umile e mite.
“Ora che hai stirato i polsini, dice la mamma, passa alle maniche, che sono le più difficili da stirare, perché sono a doppio strato di tessuto e si possono formare più piegoline e grinze; si stirano al rovescio, il ferro da stiro va tenuto diritto appoggiandolo sulla stoffa e facendolo scorrere lentamente lungo le maniche”.
Ho la sensazione di guidare una barca che percorre la via del fiume. Ho pensato tante volte a questo percorso del fiume ed ho avuto sempre un grande timore , perché quando il fiume è in piena la corrente è fortissima e ti trascina dove vuole. Essa passa anche tra anfratti e scogli formando nei bruschi pendii cascate rumorose che tuonano nella valle rendendo inquieti chi ascolta.
Il fiume invece, quando è calmo, gorgheggia, facendo vibrare gli spiriti sensibili; avvicinandoti assapori gli spruzzi d’acqua fresca che t’inondano rendendoti felice.
La corrente d’acqua impetuosa confonde gli spiriti umani, li trascina su e giù in vortici spumeggianti d’acqua, li tramortisce e non fa trovare la via giusta persino un appiglio di salvezza. A volte anche le persone buone ci cascano e si smarriscono , pensando di fare del bene e di rendersi utili; si rendono conto troppo tardi , essendo stati trascinati dalla corrente dell’ambizione e del successo, di trovarsi nella melma e nel fango formato da un groviglio di menzogne e di ipocrisia, fino a perdersi nel vasto mare , dove tutto tace nell’oblio senza più una meta e un obiettivo da raggiungere.
“Mamma, queste maniche sono davvero difficili da stirare.” “Non t’impegolare, mi dice la mamma, ora passa a stirare il corpetto”. Incomincio a stirare il corpetto dove sono cuciti i bottoni.
Hai mai immaginato una sala comando piena di bottoni. Ci troviamo ora in un grande centro aerospaziale, quanti bottoni ! a che cosa servono? Ogni bottone è un comando: il cervello umano è simile a questa sala comando. Il cervello subito obbedisce al comando, basta sapere cosa si vuole e il corpo umano si muove in una determinata direzione.
Non sono mai riuscita a capire se il comando al cervello parte dal cuore o dal cervello stesso oppure da entrambi gli organi. Se parte dal cuore, vuol dire che il comando trae origine dal centro dell’anima o dal retrobottega, come lo chiamo io ascoltando la voce della coscienza. Il cervello, percepito il comando, risponde prontamente e organizza “l’input” ricevuto segnalando all’apparato scheletrico (muscoli, tendini, articolazioni ed ossa) di muoversi in quella determinata direzione.
In genere questi impulsi e emozioni affettive che partono dal cuore sono dolci comandi di amore, di dolcezza, di mitezza, di misericordia e di pace.
Se, invece, i comandi partono dal cervello, attraverso un senso logico di ragionamenti e di riflessioni bisogna fare discernimento e sforzarsi di capire se la ragione conduce sulla retta via o se ci porta verso una direzione sbagliata e pericolosa.
Questo discernimento può sorprenderci perché, se si segue un ragionamento e si riflette, la via non può essere quella sbagliata; quante volte ci lasciamo prendere dal panico e dalle emozioni e percorriamo la strada sbagliata; quante persone compiono cattive azioni indotte da impulsi negativi, affrettati ed imprudenti.
Ogni azione buona deve partire sia dal cuore che dal cervello coniugando una equilibrata e matura coscienza di agire nel giusto.
L’uomo può essere paragonato ad una macchina che ha bisogno di continuo controllo meccanico, di ristrutturazione e pulizia; nello stesso tempo ha bisogno di energia spirituale, culturale e fisica per poter agire e camminare rettamente. Egli è dotato di intelligenza e di anima sensibile capace di emozionarsi e di amare perdutamente l’Eterno ed allo stesso tempo il prossimo, iniziando da quello più vicino. L’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è una creatura fantastica, creativa, stupenda nel suo essere divinizzato perché è figlio adottivo di Dio in Cristo Risorto e pertanto non può perdere mai la sua elevata dignità in azioni sconvenienti e in comportamenti indecorosi.
L’uomo è un meraviglioso connubio di anima e corpo , cresce e si matura in un continuo e dinamico evolversi della natura alle cui leggi è soggetto. E’ una persona creativa e dinamica che non si stanca mai di meravigliarsi e di moltiplicarsi in virtù di quella energia liberatoria che parte dal suo cuore e culmina nel suo esternarsi e materializzarsi in opere espressive e luminose.
L’uomo compiendo il bene esprime l’immagine dell’Altro e diventa divino perché figlio di Dio.
“Quanto tempo ci vuole per stirare una camicia”, mi chiede la mamma mentre prepara il pranzo . “Sai mamma ho quasi finito, c’è solo l’ultima parte, il corpetto che è quello più facile.”
Il ferro da stiro (metaforicamente l’uomo) è un prodigio, sembra che sia diventato autonomo e scorre facilmente con la sua punta sue giù sul tessuto più ampio; ha superato prove difficili, ormai il grosso è fatto; anche se guidato dalla mano, cammina più speditamente; tanti stretti sentieri sono stati superati, le tempeste e le pieghe sono state livellate. Ora la strada è più pianeggiante.
Le esperienze ci maturano e ci migliorano nella nostra personalità: ora non ci facciamo ingannare tanto facilmente, siamo diventati tutti più prudenti.
Continuiamo il nostro cammino appoggiandoci al bastone della prudenza, e nella bisaccia che è il nostro cuore portiamo l’acqua della fonte Battesimale, sul nostro corpo la corazza della fede che ci protegge dal Male, sul nostro capo il copricapo che ognuno di noi ha cucito con le proprie esperienze buone o cattive che ci hanno fatto crescere rendendoci più saggi e prudenti. Nel sacco che portiamo sulle spalle ci sarà anche il pane e il vino che durante il cammino dovranno ristorarci rendendoci soavemente forti e colmi di energia specie se lo condivideremo con i nostri compagni di viaggio.
Il cammino, anche se appare ora più sereno e piano, non si ferma qui; da lontano s’intravedono da questa valle ancora cime che svettano innevate nel cielo. Tante altre difficoltà si potranno incontrare; vi sono gole strette e valichi da superare, ma siamo più maturi per affrontali e superarli.
La camicia è stata piegata e deposta nel cassetto….ma continuo a stirare.
Loretta Conte (Copyright)