
Renato Pierri – La croce utile, necessaria, che ha un senso, e la croce inutile, non necessaria, senza senso
Sul blog Papaboys è stato pubblicato un articolo del prete e scrittore Mauro Leonardi, dal titolo “Non c’indurre in tentazione”. Un passo interessante: “Assecondare il demonio quando dice di scendere dalla croce significa semplicemente decidere di non amare. Di non amare più, di non amare mai. Scendere dalla croce del proprio matrimonio, scendere dalla croce del proprio celibato, scendere dalla croce della propria gravidanza, è solo e sempre un inganno”. Ma siamo certi che sia sempre un inganno? Dipende dalla natura della croce. Se questa è utile, necessaria, giusta, non imposta contro la nostra volontà, allora sì, scendere dalla croce non è cosa buona. Ma se la croce è perfettamente inutile, non necessaria, imposta contro la nostra volontà, allora scendere dalla croce oltre ad essere cosa giusta alle volte è anche un dovere. Papa Francesco il 17 maggio dell’anno passato ebbe a dire: “La sofferenza non è un valore in se stessa”. Il che significa che anche la croce non è un valore in se stessa”. In certe circostanze, scendere dalla croce del proprio matrimonio, scendere dalla croce del proprio celibato, può essere giustissimo. E in circostanze particolari anche scendere dalla croce della propria gravidanza può essere cosa sacrosanta. Alcuni santi, interpretando in maniera errata il vangelo, sono giunti all’assurdità di crocifiggersi da soli.
Miriam Della Croce
Corriere di Puglia e Lucania 25 febbraio 2015