Articoli / Blog | 13 Novembre 2014

ilsussidiario.net /Huffington Post- RAGAZZA COI CAPELLI BLU/Cara suora, ecco perché andava fatta entrare in classe

«Così conciata non entri in classe» sembra abbia detto la suora-preside del liceo di Barletta che la ragazza accusa di averle impedito l’ingresso in aula con la forza. Adesso ci sono di mezzo gli avvocati e la situazione è al vaglio degli inquirenti. Ora io, prima di scrivere davvero quello che penso, voglio dire che amo le suore, e che come sacerdote seguo anche delle monache di clausura, e che mi piacciono un sacco le superiore che accompagnano suor Cristina nelle sue esibizioni (che è un altro discorso rispetto al “fenomeno” sister Cristina, ma questo, appunto, è un altro discorso). Quindi qui, quando parlo di suore, metteteci professori, maestri, educatori, e simili. E adesso che mi sento libero, torno ai capelli blu.
Il mondo dei capelli blu è un mondo interessante: è il mondo degli adolescenti. Hanno i capelli tinti a più tinte. Solo le punte. Solo una parte. Tutta la testa. Oppure hanno una lunga frangia davanti e una lunghezza fino alla schiena dietro, ma sull’altra parte del capo, sopra l’orecchio, i capelli sono tutti rasati con il rasoio. Oppure un piercing sul collo, su un labbro, sul naso, sulla lingua. Tatuaggi dappertutto. Grossi. Piccoli. Neri. Colorati. Che mondo è? È il mondo dei nostri figli. Dei figli dei nostri amici. Dei figli insomma, quelli che entrano urlando sull’autobus quando suonano le campanelle di entrata e di uscita. A noi sembrano omologati e abbiamo ragione. Ma per loro è necessario appartenere ad un gruppo per poter con “calma” trovare la propria identità. Anche se sono tutti uguali, così si sentono speciali e diversi. Nel caso delle suore io dico: valeva la pena ascoltare. Far entrare in classe la ragazza. Il problema è che quelle suore forse non hanno mai aperto Tumblr. Se l’avessoro fatto, avrebbero scoperto cosa sono i capelli blu. Però il mondo dei capelli blu non è solo quello. Se vai in montagna se ne vedono parecchi insieme ai rasta e ai piercing. Solo che accompagnano ragazzi disabili. E sono sempre loro: gli adolescenti. Sotto tutta quell’ammoniaca colorata un adulto rischia di non vedere chi c’è e invece il capelluto blu è un portatore sano di gioventù, non è una malattia. È vita. Parla poco. Parla male. Fa cose strane. Ma è vita e se non la fai entrare in classe ti perdi qualcosa.
Ti perdi qualcuno. Dovremmo provare. C’è chi lo fa, – io conosco dei preti e delle suore che lo sanno fare, ma anche tante tante mamme – dovremmo provare a dire: forte! fammi un po’ vedere? ma come te li sei fatti? Se ne vanno via lavando e puoi anche cambiare colore? mettici tanto balsamo sulle punte quando li lavi che i capelli decolorati si rovinano. Dovremmo provare, perché l’amore fa sempre un bell’effetto. Provoca sempre qualcosa di bello. Non te lo diranno mai che gli hai fatto piacere con quella domanda, ma non importa perché la domanda vera è se noi li amiamo davvero questi giovani. Anche quello che sta in camera di là e quello che sull’autobus sembra ci sia solo lui e le sue cuffiette. Li amiamo?
Per amare non bastano sentimenti e volontà. Ci vuole anche tanto tempo e pazienza. Dai suora-preside, riprovaci. L’anno scolastico dura nove mesi e siamo ancora agli inizi. Falla entrare.

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