15 ottobre – Tutta amata
In quel tempo, Gesù disse: «Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Lc 11,42-46.
Mettersi a posto con sé stessi.
Pagare tutto il pagabile.
Pareggiare tutti i conti.
È giusto.
Ma “giusto” non è tutto.
Senza l’amore di Dio non ho pareggiato nulla.
Senza la giustizia di Dio non ho pagato nulla.
Senza Dio i conti non tornano mai anche se ho pagato tutto.
Se è una cosa buona da fare, falla.
Ma con amore.
Ma per amore.
Con Dio.
Per Dio.
Se è da pagare, pagalo.
Ma per giustizia.
Ma con giustizia.
Quella di Dio.
Quella giustizia che è sempre anche amore.
Amore mio insegnami quella giustizia, quell’amore, che vengono prima di tutti i pagamenti.
Prima di tutti i primi posti e di tutti i successi.
Non voglio essere la tomba della tua giustizia e del tuo amore.
Non voglio contaminare nessuno con la mia giustizia senza la tua, con il mio amore senza il tuo.
Quello che è senza te, non è.
Ce ne è per tutti.
Non sono offese.
Sono verità.
Ce ne è per tutti.
Farisei e dottori.
Per tutti.
Chi è che non paga tutto, pur di stare a posto con la coscienza?
E la giustizia? La giustizia di Dio?
Chi di noi non ama i primi posti e gli applausi?
E l’amore? L’amore di Dio?
No.
Non è un offesa.
È la verità. La Verità.
Dammi la tua verità.
Dimmi i tuoi guai.
E correrò da te.
Solo tu sai portare i miei pesi.
Solo l’amore mi fa vedere la verità senza offendermi, senza farmi soffrire.
Che posto ho nel tuo cuore?
Che pesi porti con me?
Ti piace come sto vivendo?
Cosa debbo pagare, debbo fare per non offendere nessuno?
Cosa debbo fare per non far inciampare nessuno?
Tu che mi ami puoi dirmi la verità.
Ti ascolto.
Mi sono guardata dentro le tue parole.
Con la mia contabilità di amore e giustizia: tutto a posto.
Mi sono guardata alla luce delle tue parole.
Come un sepolcro nascosto.
Mi sono guardata dentro il timore dei tuoi Guai.
Piena di pesi insopportabili che non volevo portare.
Che non potevo portare da sola.
Che volevo scaricare.
E poi ti ho guardata.
Sei tu.
Ai tuoi occhi mi sono vista.
Mi sono guardata dentro i tuoi occhi.
Solo amata.
Solo giustificata.
Tutta amata.
Tutta giustificata.
Mai più trascurerò il tuo sguardo.
Mai più mi guarderò se non dai tuoi occhi.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
“Una donna del vangelo” è anche sul network di Papaboys: ecco il link