Articoli / Blog | 24 Settembre 2014

L’Huffington Post – Lettera a Michela Marzano – Gesù aveva due cognomi

Cara Michela, ti tratto con confidenza perché dopo il libro con cui hai vinto il Bancarella ti sento una di casa, e perché mi piace un’italiana che potrebbe fare in Francia tutto quello che vuole e invece decide di impantanarsi negli snervanti arabeschi di casa nostra. Ti scrivo un po’ di corsa perché so che in queste ore ci sarà in Parlamento un altro passaggio importante per la tua legge sul doppio cognome e lo faccio perché volevo dirti che il primo ad avere il doppio cognome – quello maschile e quello femminile – è stato Gesù. Non sto facendo delle interpretarzioni, è proprio così. La genealogia – essere “figlio di” – è il modo antico del cognome. Io sono così ingenuo da credere che la buona politica nasca dalla buona cultura e per questo ti rendo nota una cosa ovvia tra gli esegeti ma sconosciuta ai più, sicuramente anche a quelli che ti osteggiano. Da sempre la società patriarcale va etimologicamente di padre in figlio ma nella genealogia di Cristo raccontata da Matteo si introducono ben cinque donne, fatto inaudito e, anzi, per dirla tutta, blasfemo. Tamar, Racab, Rut e Betasbea – questi i nomi delle donne – oltretutto recano in sé, per quei tempi, il marchio del peccato perché sono meretrici, adulture, e straniere. Mi fa felice far sapere che il Cristo abbia preteso di avere, oltre il cognome paterno, anche quello materno: di donne, poi, considerate la feccia dell’umanità. Ho detto cinque, e ne ho nominate solo quattro. Sì, perché la quinta ad entrare nella genalogia è proprio Maria, la madre di Gesù. Ma questa è un’altra storia.

Qui il link a l’articolo su L’Huffington Post