
Il diario di Paci – 46. I matti in chiesa
Marta ha tanta paura dei matti, della gente strana.
Io non tanto.
Io ho paura del buio.
Dei matti, no.
Basta che non mi vengono addosso.
Quando sono in chiesa ne viene spesso uno.
È ben vestito, pulito.
Marta mi dice: eccolo. Non sembra matto, mamma.
C’è una pazzia decorosa.
C’è una pazzia che si lascia lavare e vestire.
E poi esce.
E viene in chiesa.
Spesso i matti vengono in chiesa.
In chiesa c’è silenzio, una solitudine dolce, solitaria e non amara.
In chiesa c’è fresco di estate caldo di inverno.
Ci sono le statue con gli occhi dolci di vetro.
E ci sono le lucine e non si vedono né le rughe né i peccati.
E ci sono le panche per riposarsi.
E il tetto, per non bagnarsi se piove.
E le persone che ci sono, se ci sono, ti sorridono e non parlano.
In chiesa Dio non è solo sull’altare.
Dio è in tutte queste cose piccole e calde e fresche e luminose e in tutti i sorrisi e in tutti i silenzi.
Allora i matti ci vengono.
Perché sono matti ma non sono stupidi.
E una cosa la sanno riconoscere.
Allora viene anche lui.
E Marta lo vede subito.
Con una bustina di carta in mano.
Una di quelle che ti danno nei negozi quando compri qualcosa.
La porta come una borsetta.
Con il braccio un po’ piegato.
E comincia a sedersi.
E si siede un po’ ovunque.
Ma senza fretta.
Ogni volta che sceglie un posto.
Si siede con cura.
Poggia la giacca ben piegata da un lato.
Drizza le spalle.
La borsa sulle gambe.
E i manici sempre in mano.
Non la lascia mai.
Sistema i piedi sul poggia piedi.
Le gambe messe comode.
Quando ha finito tutto.
Si alza.
Appena finito di sedersi.
E va su un’ altra panca.
E ricomincia a sistemarsi seduto.
E fa così in continuazione.
Poi vede te, Gesù.
Sull’altare laterale.
La statua del sacro cuore di Gesù.
La tua.
E va lì, veloce veloce.
Come se fosse un viaggiatore.
Come se fosse una stazione.
Come se tu fossi il treno che non può perdere.
E allora corre finchè non arriva da te.
Con gli occhi fissi sul tuo cuore ch tieni tra le mani.
Dritto, in piedi, stavolta.
A guardare il tuo cuore.
Fermo finalmente.
E poi va via.
Come se dopo tanto cercare.
Di panca in panca.
Avesse trovato dove andare.
Dove correre.
Dove fermarsi e calmarsi.
Quando il prete, Gesù, tuona che bisogna salutarti nel tabernacolo e non fare il giro delle statue.
Perché quello è paganesimo.
Io penso al matto della mia chiesa.
Con la sua busta.
Penso alla sua corsa al cuore di Gesù.
Penso alla statua con gli occhi buoni di vetro e il cuore in mano.
E il matto sotto, attirato, di corsa.
Fermo e dritto davanti, calmo finalmente.
E non lo so se si chiama paganesimo.
Ma sicuramente è amore.
Sicuramente sei tu.
(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella.