
24 agosto – Eredi di una vita senza fine
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Mt 16, 13-20
“Ma voi, chi dite che io sia?” questa domanda è nel nostro presente, cosa rispondiamo? Chi è per noi Gesù? Molte risposte forse le troveremo anche noi e forse saranno anche risposte buone, di uomini e donne che hanno un dialogo vero con Gesù, che lo cercano e lo amano come lo amava Simone. Ma c’è un punto dove “Simone” non basta più. Ci vuole che accogliamo la Grazia che da Simone ci trasforma in Pietro, non per falsare la nostra identità, ma per donarcela più completa. Non per ridurre la nostra libertà, ma per aprire mente e cuore a verità cui da soli non saremmo mai arrivati. Perché per riconoscere in Gesù la Via, la Verità e la Vita, bisogna riconoscersi figli, figli di un unico Padre. E tale filiazione ci rende eredi. Eredi di una vita senza fine, di una vita che sconfigge la morte. Di una vita che, con la Grazia, lega cielo e terra in un destino unico di redenzione e d’amore.