
12 agosto – Dio cerca chi è smarrito
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Matteo 18,1-5.10.12-14.
I piccoli, gli ultimi sono coloro che vengono toccati dal privilegio della scelta di Dio per rendere visibile la presenza del Regno nella storia. Essi infatti esprimono quella particolare condizione di “morte di vita” per cui bisogna essere svuotati di sé stessi per potersi riempire dell’Amore di Cristo. Bisogna essere come Maria che nel suo Magnificat esulta sempre per le opere che in lei ha compiuto l’Onnipotente e a cui ha corrisposto con il suo: “Eccomi”. Semplice, deciso, definitivo. Perché solo se il lievito si consuma può far sì che tutta la pasta fermenti. Allo stesso modo agisce Dio verso di noi. Egli ha uno sguardo attento ai piccoli, agli umili, ai lontani, ai perduti. Tutti accoglie con amore, tutti cerca con sollecitudine e per ogni smarrito che viene ritrovato, grande, immensa è la gioia del Padre misericordioso che è nell’alto dei Cieli.