
Le Lettere di Paolo Pugni – Il futuro seppellito alle spalle
Mi fa soffrire scrivere queste note, per due ragioni: la seconda è che sono felice di essere italiano e amo il mio paese.
Però ci sono cose che vanno fatte, non per denigrare ma per descrivere e comprendere. Non cerco colpevoli, forse sono tutti forse solo alcuni, non è rilevante: ciò che è importante è trovare le cause per ricercare le soluzioni. Se non capisci quello, se non trovi l’origine finisce che sbagli cura.
Così noto che ogni volta che mi capita di ritornare in Italia dopo un periodo all’estero, e questa volta è stato lungo, mi prende quel senso struggente di piombare in un mondo disgregato, disperato, disadattato e degenerato dove la creatività, la flessibilità, l’ingegno sono diventati solo disordine menefreghismo ed egoismo (anche di massa, di categoria).
Certo non dimentico, come ha scritto chi ha commentato un mio post di questo tenore su FB (qui la discussione se volete vederla) che tutto il mondo è paese, che un conto è viverci in un posto altro è passarci per vacanza o lavoro, che l’Italia ha molto di bello, ad esempio Rocco mi scrive: “molto meglio l’Italia con il suo senso della famiglia, della cultura, della bellezza, col suo 52% di patrimonio artistico mondiale, per non parlare poi delle sue piccole e medie imprese, della moda, della gastronomia di quel senso di solidarietà ed umanità tipico dell’Italia…..non baratterei mai queste cose per una fila bella precisa all’aeroporto….”
Ecco, e qui acuisce il mio terrore: perché ci vedo dietro un grande alibi. Perché noi siamo quelli creativi, quelli flessibili, quelli dinamici, quelli “bravagente”, quelli che se la sanno sempre cavare.
Non è più così. A parte che contesto quel senso della famiglia e della cultura che Rocco cita –dove? Chi? Quando? Quanto?- sono fortemente convinto che il resto sia diventato alibi, che la creatività sia ormai un’etichetta per nascondere il disordine, l’egoismo, il menefreghismo.
Mi prende sempre più una sofferenza acuta e profonda nel vedere come stiamo disperdendo un patrimonio infinito, che abbiamo ereditato e non solo per una incommensurabile assenza di senso civico -esempio: attraversare le strisce, fare una coda- ma anche per un crescente senso di impunità e degrado che sembra spingere tutti a fare così per sopravvivere in un paese di furbi. La burocrazia uccide, l’egoismo di classe uccide e così via.
Severgnini sul CorSera ha sparato due articoli sul tema, senza però mai andare a cercare la causa prima, ragionando sul perché gli stranieri qui si permettano di fare di tutto e come sia impossibile assumere oggi per colpa della burocrazia.
E questa sregolatezza non dipende certo, come afferma con temerarietà la sostituta di Befera, dalla cultura cattolica che con il perdono induce a creder che esista una eterna impunità guadagnabile e colpi di condoni! Che grande idiozia!
Temo invece fortemente che al centro del tutto ci sia un profondo disordine morale travestito da conquista di diritti e libertà. Dalle code –c’è sempre il furbetto che ti passa avanti perché è più… è più e basta- al lavoro –scioperi selvaggi e certificati medici- alla cultura, alla scuola.
Sembriamo implosi sui nostri bisogni, sui nostri diritti. Lo dice la pubblicità di una vettura: il lusso è tuo diritto. Sicuri? Sicuri che creare questa mentalità non produce conseguenze?
E ne viene fuori un mondo senza più regole, certezze, dinamico sì, flessibile sì, ma nel senso che ognuno deve trovare la strada propria per sopravvivere, per salvarsi, per sfuggire alle gabbie. E questo non è vivere da paese civile. Non lo credo.
La prima ragione? Che non avrei mai pensato di finire nella categoria di coloro che piagnucolano sulla propria patria e la descrivono con derisione e disgusto. Perché non è così in fin dei conti: è più delusione e disperazione, è il canto di dolore di chi ama realmente e vede scivolare via e si sente impotente, e cerca aiuto mettendosi a battersi il petto e a urlare nei crocevia. Perché alla fina la domanda vera resta una sola: che cosa posso fare io qui adesso per porre fine a tutto questo? Che cosa possiamo fare noi qui partendo da queste pagine per ribaltare la situazione?