Blog / Una donna nel Vangelo | 29 Luglio 2014

29 luglio – Mi basta solo sapere che arrivi

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gv 11, 19-27

La distanza tra te e me non è molta, non siamo così lontani.
Ma siamo lontani.
Poco o tanto che importa: non ci sei, non ti vedo.
Che importa che non sei lontano.
Quando non ci sei per me sei lontanissimo, tutto è lontanissimo.
Manca la vita, quando non ci sei.
Ho imparato ad aspettare quando non sei con me.
Ho imparato, nell’attesa, a trovarti dentro di me.
Ho imparato a sedermi in casa quando invece vorrei correre da te.
Ho imparato ad aspettare che sia tu a venire .
Quando puoi.
Ho imparato a stare nella mia vita e ad amare la tua vita così come è.
Ho imparato, ma non mi parlino di poca distanza.
Quando ami, “poco” è troppo, sempre.
Quando amo, “distante” è doloroso.
Quando soffro, quando il dolore arriva, se non arrivi anche tu, ogni consolazione è troppo poco.
La consolazione di tanti non basta.
Non mi basta.
Mi basta solo sapere che arrivi.
Che stai per venire da me.
Mi basta solo sentire il tuo nome per ritrovare le forze.
E per correre io da te.
Non so cosa sarebbe successo se fossi stato qui.
So che puoi tutto.
So che puoi chiedere tutto a Dio.
Non so cosa sarebbe successo se fossi stato qui.
Ma saresti stato qui.
E con te c’è solo la vita.
E con te è vita.
Anche se si muore, con te è vita.
Ti corro incontro amore mio.
Sei tu la mia vita.
Sei tu la vita.
Sei tu la mia casa.
La casa in cui mi siedo.
La casa in cui mi riposo.
In cui torno di corsa.
Sei tu, amore mio.
Quando la mia vita muore, io penso a te.
Ti vorrei con me.
Sempre.
Non mi importa che sei vicino, che non sei distante.
Non mi importa.
Sei la mia vita, vita mia.
Non mi puoi stare vicino.
Devi stare con me.
Devo stare con te.
Allora quando arrivi.
Quando torni.
Mi precipito.
E anche se vorrei solo dirti che ti amo.
E anche se vorrei solo dirti che mi dai la vita.
A me, a tutti.
Invece ti rimprovero.
Ti dico che non c’eri.
Ti dico che mi sei mancato e che è morto tutto intorno a me.
Mi dispiace amore mio.
Mi dispiace che non ti credo sempre.
Mi dispiace.
Si.
Ora che sono con te.
Credo.
Credo credo credo.
Perdonami.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

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