
17 giugno – Costruire ponti
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Mt 5, 43-48
Gesù ci chiama a collaborare con Lui alla sua rivoluzione d’amore. Un amore totale che non conosce guerre, distanze, incomprensioni. Un amore che significa viversi come il concavo e il convesso di una stessa forma, come la testa e la croce di una medesima medaglia. E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo cercare di costruire la pace: la pace, in Cristo. E la pace si fa sempre in Qualcuno e con qualcuno: significa desiderare un incontro, un dialogo, anche con chi è più lontano. Significa abbracciarsi. Chiedere scusa, grazie, permesso: nei rapporti familiari, con gli amici, tra gli stati. Come ha dimostrato il viaggio in Terra Santa di papa Francesco, la pace si costruisce con gesti sobri, ma spontanei. Abbattere muri, costruire ponti. Artigianalmente e sempre, sempre, sempre chiedendo nella preghiera a Maria, regina della pace, di aiutarci in questo cammino.
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