Blog / Renato Pierri | 25 Aprile 2014

Le Lettere di Renato Pierri – Nozze omosessuali. Non finisce il mondo se le chiamiamo matrimonio

Nozze omosessuali. Non finisce il mondo se le chiamiamo matrimonio

Sul suo blog “Come Gesù”, il sacerdote Mauro Leonardi scrive: “Io non uso la parola matrimonio per indicare il “matrimonio omosessuale” perché per me il matrimonio è un’altra cosa… Premessa di civiltà e di dialogo è che se si intendono due cose diverse si devono usare due parole diverse per designarle… Lungi da me dire che siccome per secoli si è detto in un modo bisogna continuare in un modo. Però attrezziamoci per le differenze”. Caro Mauro, e come facciamo con le parole di diverso significato come lira, cera, canto, stagno, fiera, e via di seguito? Addio civiltà, addio dialogo? Immagino che tu ti riferisca a parole molto importanti qual è appunto quella che definisce le nozze tra due persone di sesso diverso: “Matrimonio”. Ma questa parola vuol dire sempre la stessissima cosa? Se parliamo del matrimonio di due persone atee, sicuramente ci riferiamo al matrimonio civile. Se parliamo del matrimonio di due persone cattoliche molto religiose, sicuramente stiamo parlando del matrimonio con rito religioso. Se parliamo del matrimonio di due ebrei, sicuramente ci riferiamo al matrimonio ebraico. Se parliamo del matrimonio di due persone omosessuali, sicuramente ci riferiamo al matrimonio omosessuale. Insomma, caro Mauro, io non credo proprio che chiamare alla stessa maniera il matrimonio tra eterosessuali e il matrimonio tra omosessuali, significhi mandare all’aria dialogo e civiltà. Non credo davvero che sia la fine del mondo. Se al matrimonio omosessuale fosse attribuito altro nome, la gente continuerebbe a chiamarlo matrimonio.

Carmelo Dini

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