Blog / Il diario di Paci | 11 Aprile 2014

Il diario di Paci – 20. Le poesie d’amore non mi piacciono

Ieri Stella mi ha detto, a volte sembri molto più grande.
Forse perché sono stanca.
No, mi ha detto, non è un fatto di faccia, è un fatto che non so spiegare.
È come se tu, Paci, capissi di più, come se contenessi di più.
Sembri di più.
Chissà se è vero, chissà se è una cosa bella.
Non lo so, sì, direi di sì, mi ha detto Stella.
Ma invece secondo me no, secondo me non è che sono più grande.
E non è nemmeno che sono di più.
È che mi piace ascoltare, mi piace ascoltare, ascoltare non è uno sforzo.
Mi ha detto, parli antico, Paci: “ti ascolto, mi piace ascoltare”.
Sei strana.
Occupi poco spazio.
Ci sto bene con te, non sei una donna da competizione.

Non so Stella se è una cosa bella.
A volte mi sento un animaletto che vive in fondo a fiumi e laghi.
Acqua dolce.
Vive tutta la vita sotto forma di larva.
Stella mia, pensa, rimanere incompiuti.
Pieni di desideri.
Rimanere una promessa.
Avere sempre qualcuno che va via, che torna, che cambia, che migliora, che cresce.
E tu lì.
Ferma.
Tutta la vita uguale a come sei nata.
Una promessa che nessuno aspetta.
Solo una promessa.
Tutto va avanti e rimani, tu, antica.
Ma non vecchia, perché sei sempre all’inizio.
Sei sempre l’inizio.
Buffo.

Ieri parlavo così con Stella, eravamo calme.
Non mi piace essere sempre piccola.
Come fai a rimanere piccola senza un grande?
Come fai ad essere una promessa senza nessuno che ti aspetta?
Come fai ad essere sempre un inizio senza la strada davanti?
Secondo me siamo fatti per andare avanti.
Per iniziare e continuare.
Per restituire quello che abbiamo ricevuto.
Per passarcelo.
E continuare a scambiarci le cose, la vita.

Insomma, Stella, pensavo che se fossi stata come te forse non mi tenevi come amica.
Perché c’era la competizione di quelle dello stesso passo, allo stesso ritmo.
Comunque va bene così.
Tu piena di cose da dire, da fare e io piena di tempo da darti e da ascoltarti.
Forse è questa la cosa antica di cui parli.

Perché io, Stella, ho bisogno della faccia di René.
Del suo profumo.
Sì, sento il profumo.
Sento il suo, per la precisione.
Fra un po’ devo andare a prendere a scuola Marta.
Da ora a fra un po’, questo tempo in mezzo, sarebbe tutto suo.
Se fossimo a letto insieme.
Mi addormenterei.
Ma forse no.
Se stessi a letto con lui.
Lo guarderei.
Le poesie d’amore non mi piacciono.
Troppo parole diverse.
Secondo me non le hanno scritte poeti innamorati.
Quando sono innamorata a me vengono solo le stesse parole.
Sempre uguali.
Mi viene solo da guardarti.

Da venire a letto con te.
Per riposare.
Per amare.

Monotona.
Innamorata.
Monotona.
Innamorata.

(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella.