Blog / Lettere | 15 Marzo 2014

Le Lettere di Paolo Pugni – Scoglio contro vento e maree

Sul forum Come Gesù il thread “Don Mauro preghi per me nella Messa è uno dei più frequentati (al momento 2039 post, 23643 visite). Nel nostro forum però c’è chi pensa che la preghiera di petizione non serva a nulla. In particolare è di quest’idea Renato Pierri che, prendendo spunto dal forum, ha pubblicato in proposito su diversi giornali. Paolo Pugni, che ha lanciato in proposito una discussione – Ma allora serve o non serve pregare? – si gioca la sua Lettera settimanale su questo argomento.
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È che non ne posso fare a meno. Non la vedo la mia vita senza. È fonte di quella solidità che ti sta accanto, senza negare la fatica o il dolore, come un albero che ti protegge dal sole e della pioggia ma senza negarle.
Certo, anche mia moglie potrebbe stare dentro questa descrizione, e lo fa e ci sta e senza di lei sarebbe impossibile la vita, e quella volta che ho visto “La versione di Barney” più ancora di quando ne avevo letto il libro, m’ha preso una tristezza così profonda a vedere quest’uomo buttar via la felicità –sua moglie- per una sveltina e poi inseguirla per la vita con un dolore così profondo che usciva dalle pagine e allora ho pensato come potrebbe essere la mia vita senza Franca e l’angoscia, quella disperata, m’ha abbracciato con tale forza che ancora oggi ne sento la pressione sull’anima e quando vedo la copertina del libro, come la madeleine per Proust, mi torna in bocca un dispiacere secco e puntuto.
Ma qui voglio parlare delle preghiera, ch’è tema caldo in forum.
C’è chi ci ha ricordato le parole del Signore, che sembrano contraddirsi –mai possibile? Sarà mica che siamo noi che non capiamo?- o che ci sono vari livelli e gradi e sfumature di preghiera.
Perché pregare è questo e come è stato detto non ha bisogno di glosse.
“Mi hai scritto: “Pregare è parlare con Dio. Ma, di che cosa?”. —Di che cosa? Di Lui, di te: gioie, tristezze, successi e insuccessi, nobili ambizioni, preoccupazioni quotidiane…, debolezze! E atti di ringraziamento e suppliche: e Amore e riparazione. In due parole: conoscerlo e conoscerti: “stare insieme”!” (Cammino, 91).
Io vorrei soffermarmi sulla preghiera di petizione, quella che ti fa chiedere un aiuto per il parcheggio, per spiegarne il senso che ha per me, e che non è –spero, ma chi riesce a leggere dentro il proprio cuore con tale sicurezza da dirsi io lo so!- egoismo (ridicola l’idea che se riserva il parcheggio a me lo toglie ad un altro disperato! Pensiero di una mente che non sa moltiplicare, ma solo dividere) ma piuttosto abbandono.
Per me è avere la consapevolezza che dipendiamo in tutto da Dio e che senza di Lui non siamo niente, non possiamo niente, non facciamo niente.
T’ascolta? Non t’ascolta? Il posto lo trovi? Non lo trovi?
E chissenefrega!
Intendo dire, saprà ben Lui che cosa è meglio per me, magari dover fare un giro in più per parcheggiare, o trovare posto due strade in là invece che sotto il portone, vuol dire incontrare quella persona che non vedevi da tempo e chissà che cosa ne viene fuori per lui e per te….
L’altro lato della medaglia è l’abbandono: Ti chiedo perché capisco che tutto dipende da Te, anche il respiro di questo istante, anche che non mi si chiuda in questo momento word e perda quello che sto scrivendo (cià, salviamo che è meglio: aiutati che il Ciel t’aiuta!), ma che comunque vada Tu scegli il meglio per me, perché tutto è grazia, tutto è per il bene.
Omnia in bonum, questa frase mi ha accompagnato per tutta la vita e l’ho sempre usata come lente per leggere i fatti. Magari non è stato facile farlo subito, ma un po’ dopo, con la calma, con la Grazia, ho sempre visto che la Sua mano ha guidato i miei passi, anche quando recalcitravo.
Questo per me è pregare, nella versione della preghiera di richiesta, così lo vedo. Perché sulle altre finalità e forme di preghiera possiamo ritornare poi.

Paolo Pugni

Paolo Pugni

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