Le Lettere di Bruno Mardegan – Icone pubblicitarie donne squillo
Caro direttore,
nella rubrica piccola pubblicità dei network è prevalente quella di tipo triviale. Sono donne che si offrono come genere di consumo. Si tratta del caratteristico mercimonio. Lettere di protesta in proposito non si incontrano nei giornali per il fatto che hanno un rapporto di vassallaggio nei confronti dei netwok. Fa eccezione questo giornale che si distingue per spirito di autonomia, e al quale pertanto mi permetto chiedere di rompere la spirale perversa. In caso affermativo riceverà il plauso riconoscente di tanti genitori preoccupati per la formazione dei propri figli.
Cordialità.
Bruno Mardegan . Milano – Lettera a Il Foglio
Spettabile I.A.P. (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria)
Faccio appello alla vostra sensibilità professionale per lamentare la presenza nel network Facebook, che utilizzo giornalmente, di una serie di icone triviali con foto di donne che offrono il proprio corpo alla piazza virtuale. Qualche tempo fa – ero stato informato – era in corso una trattativa tra i network e un dipartimento ministeriale per la fissazione di regole generali a tutela della dignità femminile e per rispetto degli utenti, spesso in giovane età. I media raccontano quotidianamente cronache di stalking e di violenze fisiche sulle donne. Sono comportamenti detestabili, che disonorano una società civile quale ci vantiamo di essere. Le icone di figure femminili provocanti possono stimolare la prostituzione e le violenze sulle donne. Nei giovani viene banalizzato il rapporto sessuale, e sminuito il rispetto verso la propria madre. Pertanto va assolutamente vietata la pubblicazione di icone pubblicitarie da bordello nel network Facebook. Resto in fiduciosa attesa di interventi appropriati e in tempi ravvicinati. Ringrazio per l’interessamento e porgo distinti saluti. Bruno Mardegan – Milano
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