
28 febbraio – Una sola carne
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. … Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie … dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Mc 10, 1-12
Non è lecito “ripudiare” non solo per la logica umana del rispetto o per mantenere una promessa ma perché l’uomo è immagine e somiglianza della Trinità, e il matrimonio richiama il destino d’unità e fecondità che muove il cosmo facendo rilucere al nostro sguardo ogni identità: i lineamenti di coloro che abbiamo amato, dei nostri fratelli e persino di coloro – mai conosciuti – cui ci unisce misteriosamente la presenza stessa di Cristo. Che ci invita a un’esistenza dove ciascuno sia custodia dell’altro.

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