
La buona domenica di don Giulio – Padroni del volto per porgere la guancia
23 febbraio 2014 – 7a domenica del Tempo Ordinario A
“Porgi l’altra guancia”, “ama il tuo nemico” è la pagina del Vangelo più scomoda, perché troppo diretta, troppo difficile da disinnescare. Ci sembra fantascienza. Al massimo accettiamo la versione sferzante di Oscar Wilde:
“Perdona i tuoi nemici, li farai impazzire”. Qualcuno interpreta malignamente “ti rimane solo una guancia, colpisci bene, perché poi tocca a me e sono fatti tuoi!”.
Mi piace sempre sottolineare che Gesù è molto realistico. Non dice “non dovete avere nemici”. Sa che ci sono. Le tensioni, le incomprensioni, le litigate non si possono evitare. Le delusioni e le rotture restano ferite aperte. “Pregate e amate”, cioè disinfettate con l’amore anche se brucia.
“Misericordia” dice questo letteralmente: “miseria-cuor-dare”, mettere il cuore al posto della miseria. Dio fa così. Dove c’è più miseria, più c’è bisogno di cuore.
In realtà, non sono tanto i nemici che ci spaventano, ma i nostri punti deboli. Dobbiamo cambiare prospettiva: non guardiamo tanto alla sberla, quanto alla nostra faccia. Un colpo sulla guancia implica che un problema ci tocchi,
ci contamini, rompa la bolla protettiva che ci protegge. Il Vangelo non ci vuole essere passivi, deboli, sottomessi, non insegna nemmeno una non-violenza dolciastra gelatinosa, chiede invece una strategia attiva e inventiva. Una mossa decisa. Gesù ama i peccatori perché odia con decisione il peccato.
È normale trovare antipatico chi ci contrasta; è evangelico cercare più ciò che unisce che ciò che divide. È normale reagire (a volte male) agli attacchi dei problemi, è evangelico dare più attenzione alla soluzione che al colpevole.
Gesù ci vuole padroni del nostro volto. “Porgi” non è “non difenderti”, ma implica che a testa alta devi fare una mossa forte che riesce a sabotare un sistema. Quando il sole ce l’hai dentro, non importa se fuori piove.
“Prossimo” nella grammatica latina è il superlativo di “vicino”. Quante volte ce ne rendiamo conto nelle piccole cose. Lo sfidante per eccellenza è chi hai vicino ogni giorno. Non per niente il peggior nemico, quello più odiato,
rischia spesso per diventare colui che hai più amato.
Proviamo a pensare a come si può concepisce una coppia. Se la coppia è “1+1”, il risultato è 2. La dinamica è stare bene, ma finisce su direzioni diverse,
perché sono due egoismi vicini, su due strade parallele. Se è “1-1”, il risultato è 0. La dinamica è l’annientarsi per l’altro, ma ci si logora,
ci si impoverisce e poi prevalgono rinfacci e rimpianti. Se è invece “1×1”, il risultato è 1. È lo stile di Dio. La dinamica è la logica dei vasi comunicanti (com-unione): se io abbondo, ti riempio e torniamo allo stesso livello,
se io sono mancante, tu mi colmi e torniamo “normali”.
È questo “per” la vera forza che ci rende la faccia di bronzo. “Siate perfetti e santi come sono io”, ci dice Dio. Questo non è un traguardo impossibile, ma un promemoria: se sei a immagine e somiglianza di Dio, il tuo volto sarà sempre “più” forte di ogni detrattore. Lo stile di Dio non è fantascientifico, ma è spiccio e concreto: riguarda sberle, vestiti, pezzi di quotidianità da fare insieme.
“Dà a chi ti chiede”: i bisogni dell’altro sono i tuoi doveri. “Non voltare le spalle”: la disponibilità vince il rinfacciare. Il Vangelo ci riporta ad essere padroni del nostro volto: tra cuore e cervello, scegli il cuore. Ma fallo con cervello.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».