Articoli / Blog | 28 Gennaio 2014

Avvenire – Commento al Messaggio del Papa sulle comunicazioni sociali

[Qui sul blog Come Gesù]

Sabato scorso Avvenire mi ha chiesto di essere uno degli 8 commentatori del recente Messaggio del Papa sulle comunicazioni sociali. Eccoil brano affidato a me: “L’icona del buon samaritano, che fascia le ferite dell’uomo percosso versandovi sopra olio e vino, ci sia di guida. La nostra comunicazione sia olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria. La nostra luminosità non provenga da trucchi o effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore, con tenerezza. Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo: una Chiesa che accompagna il cammino sa mettersi in cammino con tutti. In questo contesto la rivoluzione dei mezzi di comunicazione e dell’informazione è una grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e un’immaginazione nuova per trasmettere agli altri la bellezza di Dio.” Il commento non doveva superare i 1500 caratteri. 

L’icona del Buon Samaritano è un’immagine molto forte che Bergoglio aveva giù utilizzato nel 2002, quindi è frutto di una lunga meditazione. Per lui comunicare è creare comunione, farsi prossimo. Al centro non è più il messaggio, ma sono le persone che comunicano: il messaggio è il mezzo. Chi ha un blog sa che se non c’è autenticità, se non ci sono relazioni, non si comunica. Allora leggi il Messaggio del Papa e cerchi tra i tuoi file olio e vino per guarire e portare allegria, e relativizzi i curriculum vitae, i titoli di studio, gli aggiornamenti professionali perché capisci che è finito il tempo del dialogo da salotto: bisogna uscire e camminare per strada senza sapere chi incontrerai per arrivare a luoghi dove tutta la tua cultura e le tue sagaci espressioni saranno un bel programma solo se hai capito che comunicare – fare comunione – è amare. Non stiamo a raccontarcela: non si è prossimo finché l’altro non ci scomoda. L’unica prossimità del cristianesimo è l’amore. Si può fare il buon samaritano per tanti motivi: perché è da uomo civile, perché è giusto, ma l’unica prossimità del cristianesimo è l’amore. Non è prossimità quando vuoi che i poveri che assisti vengano puntuali, non sporchino e non ti dicano che non piace loro il pane e marmellata che dai loro per pranzo al posto della pasta. E uguale – proprio uguale – è per la rete, perchè lì ci siamo noi. Poveri. Persone. Forse basta leggere l’ultima riga “trasmettere agli altri la bellezza di Dio”, e premere invio.

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