Blog / Lettere | 22 Ottobre 2013

Escrivá edito “inedito” – I “difetti” dei santi

Non dobbiamo guardare il mondo con aria delusa. Hanno reso un cattivo servizio alla catechesi, forse involontariamente, quei biografi di santi che hanno voluto trovare ad ogni costo cose straordinarie nella vita dei servi di Dio fin dai loro primi vagiti. Raccontano di taluni che da piccoli non piangevano, che per mortificarsi non poppavano di venerdì… Tu e io siamo nati piangendo, come Dio vuole; e ci siamo afferrati al petto delle nostre madri senza preoccuparci di quaresime e di tempora…

San Josemaría Escrivá (È Gesù che passa, La vocazione cristiana, punto 9)

Ricordo che, da ragazzo, mio padre mi fece leggere un libro scritto da Piero Bargellini che si intitola “Santi come uomini”. Presi quel libro con tutta la mal disposizione possibile ad un adolescente, ma poi ne rimasi affascinato. Quel libro ha il sapore, ancora oggi, dei discorsi di una domenica mattina a Firenze sul sagrato di una chiesa, terminata la Messa. Mi ha veramente colpito quel libro: si possono leggere le vite di Santi che prima di essere santi sono stati uomini, uomini veri con i loro difetti, con i loro limiti, con i loro pregi. A volte penso che Dio si diverta a scegliere le persone meno adatte per realizzare i suoi progetti: devono risaltare non le virtù umane, ma la potenza della Grazia. San Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi scrive: “Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte”.

John L. Allen Jr, nel suo libro sull’Opus Dei, si augura che esca presto una biografia di San Josemarìa che sia più vicina possibile alla uomo Escrivà, una biografia che non possa essere lontanamente sospettata di essere agiografica. Dico questo, perché ho letto moltissime biografie di Escrivà, quasi tutte, ma ho sempre trovato una distanza tra quello che leggevo e quello che mi era stato raccontato a voce. Dai racconti di chi gli è stato vicino, si capisce che non aveva un carattere facile: avere una forte personalità a volte crea problemi. Leggendo i suoi scritti, sono tanti i punti dove non nasconde i suoi limiti personali. L’umiltà non è umilismo; l’umiltà è conoscenza e coscienza profonda dei propri limiti e riconoscenza verso Dio per i suoi doni. Tacere i difetti di qualcuno, specialmente di qualcuno che la Chiesa ha dichiarato Santo, ce lo allontana. Sapere che una persona pur con tutti i suoi limiti personali, ha “vinto la buona battaglia della Fede” ed è diventato santo, invece me lo avvicina. So che se seguirò la sua via, che è poi la via di Gesù, anch’io posso farcela. Ma solo Gesù resta la Via, la Verità e la Vita: la creatura può solo riuscire a esserne una pallida imitazione e non certo basandosi sulle proprie forze.

Devo confessare che mi piacerebbe che ci fosse un Piero Bargellini anche per San Josemarìa; non sarebbe uno storico inoppugnabile, non sarebbe documentatissimo, ma ci riconsegnerebbe la figura di un uomo vero divenuto santo solo dopo la morte.

Nel mio piccolissimo, vorrei riproporre dei testi di San Josemarìa editi nelle varie raccolte dei suoi scritti, ma che forse non sono ricordati spesso.

Per evitare critiche e polemiche, non ho alcuna intenzione di sminuire la figura di questo Santo, ma anzi di esaltarla di più avvicinandolo a noi, considerandolo uno dei nostri, ma uno che ce l’ha fatta.

Cerchiamo di non ingannarci: se nella nostra vita costatiamo momenti di slancio e di vittoria, costatiamo pure momenti di decadimento e di sconfitta. Tale è stato sempre il pellegrinaggio terreno dei cristiani, non esclusi quelli che veneriamo sugli altari. Vi ricordate di Pietro, di Agostino, di Francesco? Non ho mai apprezzato quelle biografie che ci presentano — con ingenuità, ma anche con carenza di dottrina — le imprese dei santi come se essi fossero stati confermati in grazia fin dal seno materno. Non è così. Le vere biografie degli eroi della fede sono come la nostra storia personale: lottavano e vincevano, lottavano e perdevano; in tal caso, contriti, tornavano alla lotta.

San Josemaría Escrivá (È Gesù che passa, La lotta interiore, Punto 76)

È vero che fu peccatore. —Però non ti fare di lui quel giudizio irreformabile. —Abbi viscere di pietà, e non dimenticare che ancora può essere un Agostino, mentre tu resti solo un mediocre.

San Josemaría Escrivá (Cammino,  punto 657)

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