
Abelis – La recensione di Giampaolo Lai
Ho conosciuto Giampaolo Lai giovedì 25 ottobre 2012 al seminario “Dopo l’eternità…” una conferenza che intrecciava psicanalisi e letteratura, e che aveva come sottotitolo Introduzione al Bilateral verbal trade e al Conversazionalismo.
Con queste premesse è stato facile parlare di Abelis. Giampaolo ha mostrato molto interesse per la trama del libro e, giunto a casa, mi ha fatto sapere non solo di averlo comprato ma di averlo letto e di averne fatto una recensione veramente positiva che mi chiedeva di poter pubblicare sulla rivista da lui fondata Tecniche Conversazionali .
Ora la recensione è stata pubblicata ed è possibile per tutti leggerla qui sotto.
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A cura di Giampaolo Lai | ||
Giampaolo Lai recensisce Abelis di Mauro Leonardi, Lindau editore, pp. 162, € 14,00.
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I personaggi che animano la storia narrata nel romanzo Abelisdi Mario Leonardi sono, da una parte, i Draghi e, dall’altra, i Cavalieri. In mezzo c’è la città di Arileva. Gli abitanti della città che appaiono nel racconto sono Benenort, il re cavaliere, messer Ferriere, l’artigiano che costruisce le corazze dei cavalieri, il Ciambellano, un po’ il padrone di Arileva, e due personaggi fuori dalla corte del re, Lutet, che si scoprirà ben presto essere la moglie del re fuggita dalla corte quando era incinta di Abelis, e Abelis, figlio dunque del re e di Lutet, il quale frattanto, diventato adolescente, è tornato alla corte in qualche modo. Il lettore viene inoltre a sapere che Ciambellano è ossessionato dall’idea di rendere cavaliere il piccolo Abelis, erede non solo del re ma delle proprietà magiche che dal re discendono, che consentirebbero al futuro cavaliere Abelis e a Arileva di vincere definitivamente la lotta contro i Draghi. Quanto a messer Ferriere, non tanto costruisce la corazza che i cavalieri indosseranno, quanto, immergendo colui che sarà fatto cavaliere in un liquido magico, produce la metamorfosi della sua pelle in metallo ottenendo al contempo l’invulnerabilità del cavaliere e la perdita della memoria del suo passato.
Ecco qua. Siamo in pieno nel genere letterario fantastico, nel quale lo svolgimento consente al lettore di restare in bilico tra un mondo naturalistico e un mondo sovrannaturale, tra una spiegazione naturalistica e una spiegazione sovrannaturale degli eventi narrati, senza adagiarsi interamente in una alternativa a esclusione dell’altra. Gli antenati più illustri del genere letterario fantastico, nella fattispecie di Abelis, se di Abelis prendiamo l’artificio del laboratorio nel quale messer Ferriere crea il personaggio fantastico del cavaliere con l’armatura di pelle, sonoFrankenstein del 1818 di Mary Shelly, The Strange case of Dr. Jekyll and Mr.Hyde, di Robert Louis Stevenson, in qualche modo anche The Picture of Dorian Grey, di Oscar Wilde. MaAbelis, pur appartenendo alla classe del fantastico, non esaurisce le sue allusioni alla ricerca della pietà e dell’orrore, le due categorie aristoteliche che perfettamente si adattano al fantastico puro esaurendolo. Appartiene anche alla sottoclasse del genere ideologico politico del fantastico. Infatti nello svolgimento della storia si vede che i Mostri sono brave bestie spaurite rese mostruose e violente solo dalla propaganda del Ciambellano per giustificare la creazione dei Cavalieri ai quali delegare la protezione della città. In quanto appartenente a questo sottogenere letterario del fantastico, si può dire allora che Abelis ha i suoi antenati in 1984 di George Orwell pubblicato nel 1949, e anche in Fahrenheit 451, sia nel romanzo di Ray Bradbury del 1953, sia nella versione cinematografica del 1966 di François Truffaut, e ancora più recentemente nel libro di Suzanne Collins del 2008 Hunger games e nella sua versione cinematografica diretta da Gary Ross del 2012. In queste tre storie distopiche, 1984, inFahrenheit 451 e Hunger games, domina, al di là del fantastico, il clima oppressivo del pensiero unico dominante. In tutti e tre i racconti, come pure in Abelis, accanto al personaggio tirannico dominante, abbiamo il personaggio buono che vince o perde. In Abelis, il personaggio buono è anche una donna, Lutet. La chiave del crollo della tirannia non è la violenza che opponendosi alla violenza del Ciambellano potrebbe detronizzarlo, bensì l’amore. Per comprendere questo esito forse vale la pena ricordare che l’autore di Abelis è un sacerdote. Come dire, se vale il detto: «gratta lo svizzero trovi il tedesco», forse vale anche il detto: «gratta il sacerdote e trovi la predica». La predica, al quale l’estensore di questa breve nota sottoscrive interamente, è che l’amore può bonificare il Male, anche se non sempre riesce a rovesciare le dittature.
Il bel libro di Mauro Leonardi è avvincente. L’invenzione del bagno nel liquido che consente la metamorfosi della pelle in armatura di ferro è particolarmente azzeccata, come pure la successiva invenzione, particolarmente poetica, di cui non parlo per togliere piacere al lettore, di un altro bagno in un altro liquido.
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Giampaolo Lai (Milano, 27 maggio 1931) è un medico, psicoanalista e fondatore del conversazionalismo. Il conversazionalismo è il dispositivo psicoterapeutico che innesta la filosofia del linguaggio nella teoria e pratica della psicanalisi.
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