Blog / Le interviste | 08 Novembre 2015

Alessandro Cristofari – La fatica e la gioia

 

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Ale ci parli del libro che hai appena scritto?

Sono storie di quarantasette coniugi, persone normali e personaggi noti come Luca Barilla, Debora Caprioglio, Max Giusti, Pupi Avati, che raccontano la storia delle loro famiglie. Storie reali, non di quelle spesso idealizzate. Chi in una famiglia non ha vissuto innamoramenti, delusioni, la sfida dell’accoglienza dei figli , o il trascorrere degli anni? Senza censurare drammi, ripensamenti, errori e cadute, ognuna testimonia che il matrimonio non è solo un’alleanza stipulata fra i due coniugi, ma con Dio stesso. È lui il primo ad essere fedele alla sua promessa. In tal modo è possibile trasformare le fatiche in gioia, rimanere fedeli malgrado le tentazioni, poiché è Dio che porta a compimento l’opera da lui iniziata. Per questo, come ci ricorda Papa Francesco, «il Signore, nella sua bontà, concede alla Chiesa di gioire per tante famiglie che, sostenute e alimentate da una fede sincera, realizzano nella fatica e nella gioia del quotidiano i beni del matrimonio». La piccola chiesa domestica, che non è esente dalla nostra limitatezza e dal nostro egoismo, è il luogo in cui è possibile sperimentare la grazia di Dio in un percorso educativo, affettivo, spirituale in cui la nostra umanità cresce ed impara a dare compimento al mistero della nostra esistenza.

Perché hai sentito il bisogno di scriverlo?

Nella vita della Chiesa, questi ultimi mesi sono stati un tempo davvero fecondo e provvidenziale per le attese delle famiglie. Lo svolgimento di due Sinodi, le catechesi del mercoledì di Papa Francesco e infine, il recente incontro mondiale che si è tenuto a Philadelphia. Ritengo siano tutti momenti importanti per via dei tempi e di complicate culture legate alla famiglia. Ecco il motivo del libro “La fatica e la gioia. Voci di famiglie cristiane”. Credo che una delle cose nella vita a cui non si debba mai rinunciare è la testimonianza viva di una voce che racconta. C’è bisogno di testimoni, non basta più neanche dare il buon esempio. Così noi abbiamo voluto raccogliere storie e testimonianze di coppie e coniugi, raccontate direttamente da loro. Coppie che hanno un comune denominatore: sono tutte credenti e cercano di rimanere fedeli alla promessa, che davanti a Dio e alla Chiesa, si sono scambiata vicendevolmente.

Tu scrivi che in un contesto famigliare è necessaria la fede, perché?

Lo dicono queste testimonianze, che rendono tangibile un cristianesimo allegro. Troppo cristianesimo triste – papa Francesco ha detto che “i cristiani tristi non credono nello Spirito Santo”- assomiglia a quelle coppie il cui l’amore dato per scontato si spegne, non viene più espresso, celebrato, festeggiato. Oggi c’è uno stile grigio e abitudinario, ripiegato su di sé. Non ci sono più segni che ricordino l’altro: nessuna foto nel portafogli o sulla scrivania, nessun piatto preferito a tavola… Solo se cerchiamo di affermare, approfondire, rendere consapevole e impegnativo l’amore di Dio, allora tutto in noi si trasforma, come un giovane che s’innamora, o come un amore che dimora nella giovinezza.

Ci sono quattro storie di personaggi eccellenti, Pupi Avati, Debora Caprioglio, Luca Barilla, Max Giusti. Racconta quella che più ti  ha colpito.

Non ne ho una particolare, sono tutte piuttosto semplici, e quindi affascinanti, trattandosi di personaggi di una certa fama…Ricordo con memoria fresca quella di Max Giusti: “Voglio essere sincero:[…] mi sono sposato quando sapevo di aver trovato la persona giusta che condivideva i miei ideali, i miei valori, il mio modo di vivere e anche quella con cui amavo condividere la quotidianità. […] Spesso si parla di voli pindarici quando si tratta di temi come il matrimonio, ma la quotidianità è la vera forza del matrimonio. […] per me è il vero zucchero della vita perché io sono molto contento: ho due figli e nella mia famiglia, nella mia casa – che è il covo in cui vive la mia famiglia – ritrovo la serenità, la carica per affrontare la vita esterna. […] Il matrimonio era qualcosa che io e mia moglie volevamo in più, la condivisione, i valori cristiani, i valori della fede e dire pubblicamente «Ecco, questa donna è mia moglie» e nel caso di mia moglie «Questo uomo è mio marito»”.

Personalmente mi sembra eccezionale! Cosa è per te la famiglia?

La famiglia cristiana è il luogo dove ci si accoglie senza scegliersi e dove ogni figlio arriva come Dio lo ha fatto, i genitori sono dati e non scelti. La moglie e il marito, con il passare degli anni, non sono più quelli di tanto tempo prima. E…anche alla donna più bella del mondo puzzano i piedi e quando va in bagno lascia odori…Tutti hanno punti di forza e punti di debolezza. Ma in una buona famiglia si è amati per quello che si è e non per quello che si fa. E il difendere (e quindi l’amare) quello che si è sino alla fine è ciò che non solo fa grande una famiglia e la rende unita, ma è una enorme fonte di amore. Se di fronte al male, alla paura, alla sfiducia che investono ogni uomo del nostro tempo, è ancora possibile incontrare sposi, testimoni, che sono stati “portati” da Cristo, allora niente può far più paura.

Il blog di Alessandro Cristofari è Scriptio

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