Articoli / Blog | 30 Maggio 2015

Blog – Papa Francesco legge Repubblica, anzi il Messaggero: in ogni caso parla troppo

Prima l’agenzia Zenit poi Paloma García Ovejero, cioè la corrispondente della radio spagnola Cope, hanno raccontato che quando il Papa nella sua ultima intervista ha detto di leggere dieci minuti al giorno Repubblica, in realtà voleva dire Il Messaggero. Che fosse così già era noto, sia per la foto che metto a illustrazione del post sia per quanto disse alla giornalista Franca Giansoldati proprio nell’intervista al Messaggero del 24 giugno 2014: “Finalmente! Io la leggo e ora la conosco”.
“Bisogna dire però che purtroppo – mi hanno commentato diverse persone nelle ore successive alla smentita – il Papa parla troppo. Così facendo presta il fianco alle critiche e si espone ad inevitabili errori.”
Ma, rispondo, quello di essere una persona qualsiasi non è forse il principale messaggio che il Papa sta dando? Intendo cioè un uomo che non vuole saltare nessun passaggio della propria umanità, non vuole che le sia tolta la possibilità di sbagliare. E, aggiungo, non vuole che misura della sua vita sia qualcosa di diverso dal vangelo.
In quale pagina della scrittura infatti è mai raccontato che Pietro non possa avere un lapsus? o parlare confidenzialmente così che le sue parole possano essere decontestualizzate e fraintese? Perché Pietro non può dire, come è accaduto a Ostia per solidarietà con degli anziani, di essere anche lui stanco o acciaccato e correre così il rischio che si dica che medita le dimissioni?
Il comportamento spontaneo, semplice, ciò per cui la gente lo capisce e che è la vera password di connessione con chiunque, non è vietato dal vangelo ma dai protocolli, dal politically correct che ha contribuito a scavare poco per volta la distanza abissale che s’era creata tra chi riveste ruoli d’autorità e il resto del mondo.
Ma lo Spirito Santo – lo dico a maggior ragione visto che domani è la Trinità – vuole ora per la sua chiesa un Papa che non abbia difficoltà a mostrarsi in difficoltà se lo è. Perché la verità e l’autenticità sono lo snodo essenziale con cui deve fare i conti chiunque desideri avere attorno a sé relazioni vere.

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