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Blog / Una donna nel Vangelo | 17 Settembre 2019

Mercoledì 18 settembre – Lo sguardo di figli

Commento al Vangelo (Lc 7,31-35) del 18 settembre 2019, Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario

In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Come è difficile riconoscersi.
Anche tra simili.
Anche della stessa generazione.
Sia tra bambini .
Che tra grandi.
Quanto è difficile riconoscersi.
Ci vuole uno sguardo particolare.
Lo sguardo di figli.
Lo sguardo tra fratelli.
Ci vuole che mi ami per riconoscermi.
E’ inutile che strilli.
E’ inutile che mi dici cose giuste, belle e vere.
Se mi ami solamente.
Se mi ami mi riconosci.
Se ti amo ti riconosco.

Senza il sangue.
Senza un legame di sangue.
Che ci fa figli.
Che ci fa fratelli.
Che nasce dall’amore.
Qualsiasi cosa ho davanti non la vedo.
O peggio.
La vedo male.
Digiuno? E’ il demonio.
Mangio? Beone.
Senza amore, non si vede nulla.
Nulla e tutto sbagliato.

Come bambini che invece di giocare e divertirsi.
Che invece di ballare e cantare e commuoversi.
Stanno ognuno sul suo muretto.
A dirsi Fai!
Canta!
Suona!
Balla!
Piangi!
La vita te la devi vivere.
L’amore te lo devi amare, stringere.
In mezzo, in pista, in strada, tra gli altri.
Non si vive da seduti.
Non si ama senza incontrarsi.
Suona e ballerò.
Canta e piangerò.
Di gioia, di dolore, di amore, di vita.

Quando vedo qualcuno.
Voglio alzarmi e andare da lui.
Quando qualcuno viene da me voglio alzarmi e andargli incontro.
Voglio mangiare e bere con lui, con quello che ha.
Che mi offre.
Poco, se è poco.
Nulla, se è nulla.
Tanto, se è tanto.
Giusto, se è giusto.
Nessun giudizio da lontano.
Nessun giudizio.
Ma se vieni da me, io vengo da te.
E sto con te.
Alla tua tavola.
Alla tua vita.
E mangeremo, balleremo, piangeremo.
Da figli, da fratelli, da amanti.
Chiamami ancora.
Vieni ancora.

Da lontano, il giudizio è facile.
Con le parole e i pensieri solamente, il giudizio è facile.
Vieni da me.
E io vengo da te.
Ascolta la mia musica.
E io vengo alla tua tavola.
Ascolta i miei lamenti.
E io vengo alla tua tavola.
Nessuno demonio.
Ma io e te: così come siamo.
Insieme.
Nessun eccesso.
Ma io e te: così come siamo.
Insieme.
Ci riconosciamo perché ci amiamo.
Ci riconosciamo perché ci siamo alzati e siamo vicini, ora.
Allo stesso tavolo.
Di fronte.
Vicini, ora.
E l’amore si fa da vicino.
E l’amore si riconosce.
Ti amo.