Blog / Libri recensiti dal blog | 10 Dicembre 2015

Matteo Armando – Insegnare agli ignoranti

Questo libro ha un titolo che mi ha fatto fermare subito a pensare. Come certi titoli di tema che ti davano al liceo: titoli difficili e ti fermavi subito, non riuscivi ad iniziare a scrivere.
Qui mi sono fermato e ho aspettato prima di iniziare a leggere. Opera di misericordia difficile questa dell’insegnare agli ignoranti. Sono difficili entrambe le posizioni: quella di chi insegna e quella dell’ignorante. Insegnare è difficile, non solo per un discorso di tecniche, ma perché ogni cattedra è anche un palcoscenico. La condiscendenza, la superbia, il sentirsi superiore, rispetto all’ignorante, è un attimo, è annidato dentro di noi. Essere ignoranti non è piacevole. E quindi nessuno se lo vuole dire e nemmeno vuole riconoscerlo. Pochi di noi sono pronti a sentirsi, a riconoscersi, “rudi”, “nudi”, da “orientare”, da “addomesticare”.
Sono proprio questi i termini usati dall’autore. Leggere i piccoli capitoli in cui ci accompagna nella scoperta di questa particolare misericordia, è una piacevole scoperta. Ma difficile. Un’opera di misericordia difficile.
Mi appresto alla lettura e vedo che anche l’autore concorda con questa difficoltà. Tutti pensiamo di sapere tutto, quindi nessuno sente di averne bisogno. E poi insegnare è cosa complessa di cui si è perso lo spessore. Ma questa collana di libri, ha un pregio. È essa stessa opera di misericordia per gli ignoranti. E non offende nessuno, però. Anzi. È bello leggere tra le sue righe un accompagnamento alla mia ignoranza, cioè a quel mio desiderio di sapere di più di quel “tutto” che è la mia vita e la vita intorno a me. Un “tutto che da solo non potrei mai esplorare”. Ho bisogno dell’altro.
Una critica voglio fare all’autore. Trovo che l’inizio del libro sia nascosto a metà delle pagine. Ma forse ha ragione l’autore: quello che lui dice sull’insegnare, cioè che è lasciare il segno, è il centro di questa opera di misericordia e lì andava messo: al centro. L’autore dice che siamo composti più di parole che di acqua. Siamo fatti di segni e viviamo per lasciare un segno. Quest’opera di misericordia è vitale, da vita, permettere di leggere il mondo intorno a noi.
È un’opera che ha bisogno di tempo. Non va improvvisata. Non è per il tempo libero e né per il tempo di qualità. Va pensata, progettata, amata. Richiede tempo perché richiede amore.
Solo l’amore insegna.
Solo chi è amato impara.
Bellissime le righe sul tempo donato come grande atto di amore.
Si ama ciò a cui si dà tempo.
All’inizio del libro si parte dal francese. Conoscere = nascere di nuovo.
Chi mi accompagnerà in questa rinascita?
Chi posso accompagnare io?
Ecco che allora l’ignoranza , dice l’autore, diventa aver bisogno di un accompagnamento.
Non è il bisogno più bello? Avere qualcuno che cammina con noi.
Sì. Lo è. Questo libro ce lo fa riscoprire

Matteo Armando, Insegnare agli ignoranti. Imparare è nascere di nuovo, Emi 2015