Blog / Lettere | 28 Luglio 2015

La lettera del dott. Migliavacca – Una passeggiata

Ieri l’altro, poiché l’ufficio dove lavoro aveva organizzato la consueta festa prima della pausa estiva presso un noto locale, ho fatto una cosa: al posto di arrivare in taxi ho preso la metro (anche per fare due passi a piedi nel quartiere dove sorge il locale che ricordo come particolarmente verde e rigoglioso) e poi, tramite il navigatore Google maps me la sono fatta a piedi fino alla strada dove sorgeva il locale: il navigatore mi dava un 3 minuti con la macchina e 8 minuti a piedi. E così mi sono trovato dopo un po’ che  camminavo tra le cicale assordanti di un parco a costeggiare varie novità del quartiere degli ultimi anni tra cui un locale gay molto pubblicizzato e un posto che forse faceva panini dal nome “siesta” , poi mi sono perso tra i cavalcavia e il navigatore era impazzito.
Per cui, dopo un po’ mi son reso conto di aver fatto il percorso in tondo e mi sono ritrovato di nuovo nei pressi del locale gay molto pubblicizzato e al posto denominato “siesta”, meno noto. Era tutto deserto e chiuso (forse perché giorno feriale o forse per l’orario, all’ incirca le 20: ci si vedeva ancora) salvo un avventore del meno noto “siesta” e macchine che sfrecciavano in ogni direzione.
Mi è venuto da riflettere: chissà cosa potranno pensare le macchine sfreccianti a vedere un uomo in abito scuro, che ascolta musica (stavo ascoltando il gloria di Vivaldi, https://www.youtube.com/watch?v=BgHD6Mdb8KY) da solo nella desolazione dei cavalcavia nei pressi di un locale gay molto pubblicizzato e del locale “siesta” meno noto . Potranno immaginare che mi dirigevo semplicemente a piedi ad una festa estiva, ascoltando il Gloria   di Vivaldi  ( https://www.youtube.com/watch?v=BgHD6Mdb8KY)?
Ho iniziato a pensare quindi che quello che facevo non era conforme ai canoni del perbenismo e conformismo oltre che della sicurezza (perché su quei marciapiedi deserti le siepi non erano tagliate l’erba alta in diversi punti costringeva pericolose deviazioni sulla strada curva) e nell’ultimo tratto ho preso un taxi che casualmente passava di là per gli ultimi 300 metri.
La festa e’ andata bene: a bordo piscina e con pochi carboidrati.  Avevo solo dimenticato che il dress code prevedeva qualcosa di colore rosa, … ma fortunatamente alcuni ventagli di colore rosa erano disponibili, per gli smemorati, per tutti (maschi e femmine).  Così il fair play e il politically correct era salvo.