Blog / Lettere | 30 Agosto 2014

Le Lettere di Paolo Pugni – L’autorità della libertà e la libertà dell’autorità

Primo fatto
S’è parlato di libertà e di costrizione in queste pagine: Renato vuole lasciare la donna libera di decidere se abortire o ne senza costrizioni e Stefania gli ribatte che sarebbe bello nel migliore dei mondi possibili, diciamo quello dove la verità rende veramente tutti liberi.

Secondo fatto
Riporto su Twitter e Facebook una frase di Carlo Carretto trovata in una newsletter –mi è piaciuta molto- e si scatena la bagarre. La frase è questa: “La mancanza di autorità nelle famiglie moderne è forse la malattia più diffusa”.

Che cosa c’entrano queste due cose e perché mai questa lettera porta questa strano titolo.
Io ci vedo un collegamento diretto senza il quale tutto perde senso. Il collegamento è il bene. Il bene assoluto. Quello che impone due sole condizioni:
– o esiste ed è appunto assoluto, cioè il fine ultimo da cui TUTTO (maiuscolo imposto) dipende
– o non esiste e ognuno di noi è libero di fare quello che vuole.
Se fosse vera la seconda ipotesi non ci venite a rompere sul razzismo, fobie varie, pedofilie e altre bazzecole come queste che non avrebbero senso: se sono io a decidere che cosa è bene faccio quello che voglio e tutto è permesso.
Se invece esiste un bene unico, ultimo, definitivo allora essere liberi è capirlo e sceglierlo.
E impone correttivi.
Se credo che sia male fare a pezzi la colf  e poi aggredire altri intervengo con la forza sparando per fermarti. Se credo che il feto sia persona intervengo come posso con energia per fermare un omicidio. Se non lo faccio vuol dire che non è un omicidio. E questa è tutta altra storia.
Libertà sì, ma se la libertà non è un fine, anzi il fine, ma un mezzo, allora può essere messa da parte per preservare il fine. Specie se non è la libertà ad essere oscurata ma il libero arbitrio sbagliato, cioè che persegue un fine distorto.
E questo –preservare il vero fine- altro non è che autorità.
Molti la confondono con l’autoritarismo. Errore comprensibile ma grave: autorità è servizio, autoritarismo esercizio di potere.
Altri la confondo con autorevolezza: anche qui errore comprensibile ma grave. L’autorevolezza è il segno della coerenza tra il dire e il fare: walk the talk dicono gli americani. Predica bene e razzola pure diremmo noi.
Ma non è da confondere con autorità. Certo accetto di più l’autorità di un genitore che si sforza di fare quello che mi dice, ma il fatto che sia debole o inadatto nel nega l’autorità (quando non è autoritarismo): ex opere operato non operantis. Anche nell’educazione.
Il punto è che si gioca con le parole e le si distorce e annacqua per violentare i concetti che ci sono sotto: molto meglio una società con libertà totale di coscienza, che è più manipolabile, e priva di autorità che una con un saldo e chiaro senso del bene e del male e del dovere.
Che ne dite?

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