Blog / Lettere | 19 Aprile 2014

Le Lettere di Paolo Pugni – Il miracolo del Cammino

E così si parte. Meno due all’alba. La mattina di Pasquetta invece che inforcare la gitarella fuori porta ci avviamo sul Cammino. Quello di Santiago. Mica tutto. Con lo sconto. Doppio.
Lunedì via aereo a Madrid poi con l’alta velocità a Léon. Si arriva alla sera, ci si prepara dentro e poi martedì mattina via. Raggiungeremo con mezzi meccanici Rabanal del Camino e da lì a piedi, per 145 km, fino a Santiago. Con uno spostamento gratis –leggi ancora automobile- da Triacastela ad Arzua, per non perdere la salita a O’ Cebreiro e alla Santa Croce e arrivare comunque a Santiago per il 28 aprile. Poi una volata a Finisterre, un giorno di riposo, e il ritorno a casa.
E il Cammino di miracoli ne ha già fatti tanti. La cosa bella è che li vedi. Prima di tutto dentro di noi. Poi intorno.
Perché il Cammino ti costringe a riflettere e a spogliarti, iniziando dal poco è chiaro: che cosa porti e che cosa lasci perché quello che porti te lo porti sulle spalle e per tutto il percorso, e se pesa troppo ti rallenta –quanti messaggi qui dentro!- e se ti rallenta rischi di non arrivare. Allora in questo lasciare c’è il succo della vita: “con lieve cuore, con lievi mani | la vita prendere, la vita lasciare” scriveva Cristina Campo e la saggezza arriva fino a noi.
Perché devi decidere come fare e come raccontare e questo ti costringe a metterci la faccia: perché fate il Cammino? Per devozione, per preghiera, non per turismo. Non per cercare una profondità di noi, l’anima dell’universo, la Madre Natura. No. Per trovare Gesù, Dio, il senso. Quel senso. E devi dirlo. Se hai coraggio.
Poi intorno. Perché da quando abbiamo reso palese questa scelta siamo stati sommersi da richieste di preghiere e ricordi. Da centinaia di persone. E non esagero con i numeri. Anche i famosi impensabili quelli che pensi che mai chiederanno una preghiera perché proprio non ci credono. Anche loro. E questo è miracolo, perché ti fa sentire la tua responsabilità, il tuo peso, il tuo impegno. La comunione dei santi che si fa passo da portare avanti: ogni passo una intenzione, ogni passo una risposta. E se ti fermi, fermi tutti.
Poi al ritorno avrai modo di riprenderli uno per uno e raccontare, e condividere, e lasciare aperta la porta.
E non è già miracolo questo? Preghiera?
Ah, lo sconto? Beh che non siamo così puristi da farlo tutto il Cammino né di farlo come suggeriscono di fare: dall’inizio a pezzi. Noi puntiamo alla meta, non per avere un pezzo di carta come qualcuno può malignare, ma per quella soddisfazione umana, un po’ tentazione, di portare a compimento, di vedere la fine. Che è tutta una lezione, perché il fine non è la fine e ci sarebbe molto da imparare.
E il secondo è che cercheremo le pensioncine sulla strada invece degli ostelli: non sono certo alberghi cinque stelle, più facilmente una, ma comunque più comode delle tavolate degli ostelli, dove –dice la rete- insieme ai pellegrini sono soliti dormire cimici e parassiti vari che avremmo piacere a evitare.
Siccome il Signore la sa meglio di noi, e sa che cosa ci serve, e più che mai sentiamo la Sua mano guidarci in questi giorni, qua e là ho prenotato, ma non son riuscito per la notte del 25 aprile, data del nostro 29esimo anniversario, e notte che passeremo in cima al Sebreiro, vetta galiziana del Cammino. Una bella lezione vero?
Dimenticavo: il Cammino era il piano B, apparso una notte a Franca mentre cercavano i biglietti Millemiglia per la California. E Il Cammino è davanti a noi. Poi ieri, venerdì Santo, ho trovato i biglietti Millemiglia. Per la California. Per fine luglio. Una coincidenza? Io non credo proprio.

Nota: essendo sul Cammino dove tendo ad escludere di poter scrivere salterò il turbo della lettera il prossimo Sabato…

Paolo Pugni

Paolo Pugni

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